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Covid, la proposta della De Micheli: “A scuola anche il sabato e la domenica”

La proposta sulla scuola ai tempi del covid della De Micheli: "in classe anche il sabato e la domenica per alleggerire i mezzi

La proposta sulla scuola ai tempi del covid della De Micheli: “in classe anche il sabato e la domenica per alleggerire i mezzi.

Covid, l’idea della De Micheli: “A scuola sabato e domenica”

La ministra dei Trasporti Paola De Micheli in un’intervista a La Repubblica  ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda le nuove misure per arginare il covid, che verranno inserite nel prossimo dpcm del 4 dicembre.

Al centro dei suoi discorsi c’è naturalmente la mobilità delle persone, ma con approfondimento specifico sulla riaperture delle scuole“Vanno riaperte quando ci sono le condizioni per riaprirle – dice la De Micheli – Vediamo a che punto stanno, il 9 dicembre, i contagi”.

Covid, De Micheli: “A scuola anche sabato e domenica”

Sarà necessario organizzarsi con orari scaglionati e valutando anche l’ipotesi di mandare gli studenti a scuola anche il sabato e la domenica.

“Sono decisioni che vanno condivise con tutto il governo – dice la ministra – Tra le 7 e le 9 di ogni mattina la metropolitana e gli autobus sono pieni, per poi viaggiare semivuoti dopo le 9,15. Dobbiamo spalmare l’entrata e l’uscita degli studenti sulle prime dodici ore della giornata, dalle 8 alle 20. Lo dicono le aziende di trasporto. È inutile – precisa – inviare cinque bus ogni cinque minuti tra le 7 e le 7,25 se l’orario di ingresso per tutti è quello delle 8.

Gli studenti si ammassano sulle ultime due corse, le 7,20 e le 7,25. Per arrivare a scuola dieci minuti prima della campanella, non mezz’ora prima”.

E ancora sulla scuola nel weekend“Siamo in emergenza – specifica la titolare del dicastero dei trasporti – e credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato eventualmente anche la domenica. Siamo in emergenza – ripete – e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni.

Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati. Per gli ingressi scaglionati, ora serve un organismo, se possibile di carattere nazionale, che condivida con la scuola i dati e organizzi un piano istituto per istituto. Stiamo parlando di tre milioni di studenti delle superiori”.


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