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Shoah, cosa succedeva nei campi di concentramento nazisti? Camere a gas, forni crematori, esecuzioni e torture

Cosa succedeva nei campi di concentramento nazisti, gli orrori della Shoah. Camere a gas, forni crematori, esecuzioni e torture

Cosa succedeva nei campi di concentramento nazisti? Nel Giorno della Memoria, che ricorre ogni 27 gennaio, si ricordano le vittime della Shoah morte nei campi di concentramento (detti anche di internamento), ovvero delle strutture carcerarie all’aperto adatta alla detenzione di civili e/o militari.


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Queste strutture furono già utilizzate già nel XIX secolo nella guerra di secessione americana da ambedue le parti in conflitto, durante la seconda guerra boera e nell’Unione Sovietica negli anni intorno alla seconda guerra mondiale,

Shoah, cosa succedeva nei campi di concentramento nazisti?

Tra il 1933 e il 1945, sul modello dei gulag sovietici, la Germania nazista fece uso su vasta scala dei campi di concentramento e dei campi di sterminio, per detenere ebrei, renitenti alla leva (tra i quali i testimoni di Geova, che facevano obiezione di coscienza), zingari, omosessuali, prigionieri di guerra e dissidenti politici e sterminarli sistematicamente (inizialmente con l’ossido di carbonio poi con il gas Zyklon B, anche se in alcuni casi, soprattutto in campi improvvisati o sul finire della guerra al momento dell’evacuazione, si fece ricorso all’uso di mitragliatrici).


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I primi lager vennero istituiti già nel 1933, ed erano già attivi circa un mese dopo l’avvento al potere di Adolf Hitler, al posto delle Case di lavoro previste dalla Costituzione di Weimar come strumento di aiuto ai più bisognosi. A partire dall’invasione della Cecoslovacchia e della Polonia, e ancor più negli anni della seconda guerra mondiale, il sistema concentrazionario nazista venne esteso a tutti gli stati occupati dai nazisti o alleati con la Germania: troviamo perciò dei campi di lavoro e/o di sterminio in Austria, Cecoslovacchia, Italia, Polonia, Ungheria.


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In tutti i casi ci fu collaborazione locale nell’istituire i campi, sebbene la memoria ufficiale o collettiva del dopoguerra abbia teso a rimuovere tale correità, e la deportazione venga ora dimenticata o attribuita soltanto ai nazisti. Alcuni sopravvissuti sono diventati scrittori e hanno raccontato la vita dei lager nei loro romanzi, tra questi l’italiano Primo Levi in Se questo è un uomo e in La tregua e l’ungherese Premio Nobel per la letteratura Imre Kertész in Essere senza destino.

Auschwitz, il più conosciuto campo di concentramento nazista

Il campo di concentramento nazista per antonomasia, ma non l’unico (ce n’erano più di 1.600), è considerato quello di Auschwitz. All’interno del lager nazista, la baracca (in tedesco: Block) era, generalmente, l’edificio adibito a dormitorio dei deportati. Vi erano diverse tipologie di baracche, sia per dimensioni e/o per materiali con cui erano state costruite (potevano essere in legno o in muratura), sia per lo scopo cui venivano adibite.

Fra le varie tipologie di baracca si ricordano: ricoveri per i deportati, baracche di quarantena, infermeria, infermeria speciale (chiamata anche blocco della morte, era riservata ai deportati destinati a essere soppressi entro breve tempo), lavanderia, cucina, edificio del carcere, camere a gas, forni crematori, locali adibiti alle esecuzioni capitali e alle torture, locali adibiti agli esperimenti su esseri umani, officine, baracche dei sorveglianti, edifici degli uffici interni.


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I deportati erano rinchiusi nelle baracche tutte le sere e anche durante il giorno, in occasione di quelle operazioni di eliminazione che le SS volevano condurre in segreto (le esecuzioni capitali potevano essere pubbliche, e in questo caso i deportati erano costretti a vedere tutta l’operazione, oppure segrete, e in questo caso i deportati erano chiusi nelle baracche).

Nei campi di concentramento e di sterminio venivano usati dei simboli, appuntati sui vestiti in corrispondenza della parte sinistra del torace, per l’identificazione degli internati. Per gli internati di tipo politico veniva usato il triangolo rosso, per gli “anti-sociali” (anarchici, senzatetto, malati mentali, prostitute) il triangolo nero, per gli omosessuali il triangolo rosa, per i renitenti alla leva (tra cui i Testimoni di Geova) il triangolo viola, per Rom e Sinti il triangolo nero, per gli immigrati il triangolo blu, e per i criminali comuni (da cui venivano attinti i Kapo, perché erano già abituati a commettere atti di violenza) il triangolo verde. La stella di Davide, di colore giallo-oro e con la scritta jude, identificava invece gli ebrei.

Lista dei campi di concentramento nazisti

Il seguente elenco indica solo alcuni dei principali e più conosciuti campi di concentramento/sterminio/lavoro nazisti, e pertanto non è un elenco esaustivo:

  • Auschwitz
  • Bergen-Belsen
  • Bitterfeld
  • Bredtvet
  • Breitenau
  • Buchenwald
  • Dachau
  • Flossenbürg
  • Majdanek
  • Mauthausen
  • Sachsenhausen (Oranienburg)
  • Stutthof
  • Riga
  • Risiera di San Sabba
  • Ravensbrück
  • Theresienstadt

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