Cronaca

Covid, secondo il rapporto settimanale dell’Iss c’è il concreto rischio di un’epidemia incontrollata

L'indice Rt è tornato oltre l'1: un trend in salita da 5 settimane

Covid, secondo il rapporto settimanale dell’Iss, che analizza i dati compresi tra il 4 e il 10 gennaio, c’è il concreto rischio di un’epidemia incontrollata in Italia. L’indice Rt, intanto, è tornato stabilmente sopra l’1: un trend in salita da 5 settimane.

Covid, in Italia sale ancora l’indice Rt: il rapporto settimanale dell’Iss

Secondo la bozza del monitoraggio settimanale condotto dal Ministero della Salute, in collaborazione con l’Istituto supeiore di sanità, l’indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,09 (range 1,04-1,13) in aumento da cinque settimane.

Rischio concreto

Si osserva un aumento complessivo del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese dovuto ad un aumento diffuso della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2 in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni/PPAA. Lo evidenzia la bozza di monitoraggio Iss-ministero della Salute.

La situazione nella regioni

Undici Regioni/PPAA riportano una classificazione di rischio alto (contro 12 la settimana precedente), 10 a rischio moderato (di cui 4 ad alto rischio di progressione nelle prossime settimane) e nessuna a rischio basso. Lo evidenzia la bozza del monitoraggio settimanale ministero della Salute-Istituto superiore di sanità.

L’indice Rt delle regioni

Secondo la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute, 9 regioni (Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Sicilia,Umbria e Valle d’Aosta) hanno un Rt puntuale maggiore a uno nel limite inferiore, compatibili con uno scenario tipo 2. Altre 10 hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno ma sono tutte, tranne una, con un Rt medio sopra uno o appena sotto.

Servizio sanitario nazionale sotto stress

Valore elevato di incidenza nella settimana di monitoraggio nella Regione Veneto (365,21 per 100.000 abitanti), PA di Bolzano (320,82), Emilia Romagna (284,64), e Friuli Venezia Giulia (270,77). E su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. “Il Ssn ha mostrato i primi segni di criticità – si legge – quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate”.

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