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Covid, il ministro Speranza autorizza gli anticorpi monoclonali: cosa sono e come verranno prescritti

Covid, il ministro Speranza autorizza gli anticorpi monoclonali: cosa sono e come verranno prescritti

Dopo l’ok dell’Aifa, il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato una ordinanza che autorizza la distribuzione, in via straordinaria, dei due anticorpi monoclonali prodotti da Regeneron e Eli Lilly. “Così – ha annunciato il ministro su Facebook – abbiamo, insieme ai vaccini, una possibilità in più per contrastare il Covid 19″.

Covid, il ministro Speranza autorizza gli anticorpi monoclonali

“Sulla base delle indicazioni dell’Agenzia Italiana del Farmaco e del parere del Consiglio Superiore di Sanità ho appena firmato il decreto che autorizza la distribuzione, in via straordinaria, degli anticorpi monoclonali.

Così abbiamo, insieme ai vaccini, una possibilità in più per contrastare il Covid 19″, ha scritto sui social network il ministro della Salute Roberto Speranza.

Cosa sono gli anticorpi monoclonali?

Chi può riceverli

La popolazione candidabile al trattamento con gli anticorpi monoclonali dovrà essere rappresentata “unicamente da soggetti di età maggiore di 12 anni, non ospedalizzati per Covid, non in ossigenoterapia, con sintomi di grado lieve-moderato di recente insorgenza (e comunque da non oltre 10 giorni) e presenza di almeno uno dei fattori di rischio (o almeno 2 se uno di essi è l’età maggiore di 65 anni)” come malattia renale cronica, diabete non controllato, immunodeficienze.

La scelta tocca alle singole Regioni

La scelta in merito alle “modalità di prescrizione degli anticorpi monoclonali, come pure la definizione degli specifici aspetti organizzativi, potrà essere lasciata alle singole Regioni, ha affermato l‘Aifa nel parere in merito a tali terapie.

Il trattamento

La Commissione tecnico scientifica Aifa richiama inoltre l’attenzione sugli aspetti organizzativi legati al trattamento, e sottolinea in particolare che l’infusione endovenosa dei farmaci deve essere effettuata in un tempo di 60 minuti (seguiti da altri 60 minuti di osservazione) in setting che consentano una pronta ed appropriata gestione di eventuali reazioni avverse gravi.

Si ribadisce tuttavia “l’assoluta necessità di acquisire nuove evidenze scientifiche che consentano di stimare più chiaramente il valore clinico degli anticorpi e definire le popolazioni di pazienti che ne possano maggiormente beneficiare”.

In particolare, “dal momento che tali farmaci non possono essere attualmente considerati uno standard di cura, la Commissione ritiene fondamentale sia la prosecuzione degli studi in corso sia l’avvio di nuovi studi clinici, anche comparativi”.

A tal fine, rileva la Cts, “si ritiene che gli studi indipendenti promossi dall’agenzia con l’attuale bando potranno rappresentare un’utilissima fonte di ulteriori evidenze”.

Le terapie a base di anticorpi

Ai fini dell’utilizzo delle terapie antiCovid a base di anticorpi monoclonali, l’Agenzia italiana del farmaco indica come popolazioni ad alto rischio soggetti con le seguenti condizioni: Body Mass Index (BMI) maggiore o superiore a 30, malattia renale cronica, diabete non controllato, immunodeficienze primitive o secondarie, età di 65 anni o più.

Per i soggetti con più di 55 anni devono avere malattie cardio-cerebrovascolare (inclusa ipertensione con concomitante danno d’organo), BPCO e/o altre malattie respiratorie croniche.

Per i soggetti tra 12-17 anni con BMI maggiore o uguale a 85esimo percentile per età e genere, anemia falciforme, malattie cardiache congenite o acquisite, malattia del neurosviluppo, dipendenza da dispositivo tecnologico (p.es. soggetti con tracheotomia, gastrostomia, etc), Asma, o altre malattie rare.


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