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Oggi 25 marzo è il DANTEDI’, la Giornata Nazionale dedicata al Sommo Poeta

Dantedì 25 marzo 2022: cos'è, com'è nato e perché si festeggia | Scuola primaria | Eventi | Attività | Frasi

Cos’è il Dantedì 2023, evento del 25 marzo e quali sono eventi, attività frasi per la scuola primaria? Il Dantedì è la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri e si celebra in Italia ogni 25 marzo. La data è stata approvata il 17 gennaio 2020, in vista della commemorazione per il settecentesimo anniversario della morte del poeta, avvenuta il 14 settembre 1321. La data del 25 marzo corrisponde allo stesso giorno del 1300, giorno in cui, secondo la tradizione, Dante si perde nella “selva oscura”.


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Dantedì 25 marzo 2023: cos’è e com’è nato

L’idea del Dantedì è nata da un editoriale del giornalista e scrittore Paolo Di Stefano apparso sul Corriere della Sera il 19 giugno 2017, dove si avanzava la proposta che Dante Alighieri avesse la propria giornata nel calendario sul modello del Bloomsday dedicato a Joyce. Lo stesso Di Stefano ha ribadito la proposta in più occasioni sempre sul Corriere della Sera (3 febbraio 2018, 24 aprile 2019), cui è seguita una campagna di promozione sempre sul quotidiano milanese. Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, ha approvato la direttiva per istituire il Dantedì il 17 gennaio 2020: si scelse come data per questa giornata dedicata a Dante Alighieri il 25 marzo, poiché molti ritengono che il viaggio narrato nella Divina Commedia sia iniziato in quel giorno nel 1300. La proposta venne accolta da intellettuali e studiosi, oltre a prestigiose istituzioni culturali come l’Accademia della Crusca, la Società Dantesca Italiana, la Società Dante Alighieri e l’Associazione degli Italianisti nella Società Italiana per lo studio del pensiero medievale.

Il nome “Dantedì” è nato da una chiacchierata tra il linguista Francesco Sabatini e lo stesso Di Stefano: l’istituzione finale di questa giornata sarebbe avvenuta il 4 luglio 2019 a Milano, nella sala Buzzati del Corriere, durante un evento organizzato dalla Fondazione Corriere. La prima e la seconda edizione si sono svolte digitalmente a causa della pandemia di Covid.

Perché il Dantedì e il 25 marzo?

Oggi si festeggia il Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri. Ma perché si festeggia il 25 marzo? La data è stata individuata da alcuni studiosi come la data di inizio del viaggio di Dante nella Divina Commedia, il 25 marzo del 130.

Perché è importante il Dantedì?

Il 25 marzo è la giornata nazionale in memoria del poeta Dante Alighieri e quest’anno ricorrono inoltre i 700 anni dalla sua morte. Per questa ragione il Ministero dell’Istruzione e quello della Cultura hanno organizzato una serie di attività ed eventi per celebrare l’importante anniversario.

Cosa si festeggia il Dantedì?

Si festeggia il 25 marzo il Dantedì, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri. Una ricorrenza voluta per la prima volta nel 2020 dal ministro della Cultura Dario Franceschini e che quest’anno cade nell’anniversario dei 700 anni dalla morte di Dante, avvenuta tra il 13 e il 14 settembre del 1321.


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Le frasi più belle di Dante: aforismi e citazioni

Quali sono le frasi più belle di Dante Alighieri? Quali sono gli aforismi più famos ? E le citazioni da condividere, tratte dalla “Divina Commedia”? Figura di indubbia importanza nella letteratura, Dante, con la sua opera, ha raggiunto livelli altissimi di valore artistico, di bellezza e raffinatezza. La sua “Divina Commedia” viene considerata come la più grande opera della letteratura italiana, contenente una visione cristiana filosofica del destino eterno dell’uomo; è possibile affermare che Dante abbia creato lui stesso l’italiano letterario, in quanto fu il primo a usarlo in modo così ricco e ampio.

Nei suoi testi si riflettono tutti i caratteri tipici del Medioevo, che egli ha saputo esprimere in una straordinaria sintesi. Della sua vita sappiamo con certezza solo alcuni fatti: nacque a Firenze da una famiglia della piccola nobiltà nel 1625; sposò nel 1285, per decisione familiare, Gemma Donati, dalla quale ebbe tre figli; partecipò alla battaglia di Campaldino (tra Firenze e Arezzo) e, dal 1295 al 1302, si dedicò all’attività politica, ricoprendo cariche importanti nel comune di Firenze.

Questo periodo fu fondamentale per il peso delle sue responsabilità civili è per le conseguenze che ebbe sul resto della sua vita. In quel periodo, infatti, a Firenze, come in molti altri comuni italiani, erano in atto lotte politiche, spesso sanguinose, tra due partiti: i Guelfi, sostenitori del papato, e i Ghibellini, sostenitori dell’impero. In seguito a gravi tensioni e alla sconfitta del suo partito, Dante, guelfo di parte bianca, fu ingiustamente condannato e costretto all’esilio: a partire dal 1301 non poté più ritornare nella sua città; il resto della sua vita, fino alla morte avvenuta nel 1321, lo passò peregrinando da una corte italiana all’altra, ospite di diversi signori presso i quali svolgeva incarichi diplomatici. La lontananza dalla sua amata Firenze, città per la quale sarebbe stato pronto a dare la vita, rese quest’ultimo periodo estremamente sofferto.

Di seguito, ecco una raccolta delle frasi più belle di Dante Alighieri: “Vien dietro a me, e lascia dir le genti:

  • sta come torre ferma, che non crolla
    già mai la cima per soffiar di venti.”

frasi dante alighieri


  • “La bocca mi baciò tutto tremante.
    Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
    quel giorno più non vi leggemmo avante.”
  • “Non può comprendere la passione chi non l’ha provata.”
  • “Orribil furon li peccati miei;
    ma la bontà infinita ha sì gran braccia,
    che prende ciò che si rivolge a lei.”
  • “I costumi e le mode degli uomini cambiano come le foglie sul ramo, alcune delle quali vanno ed altre vengono.”
  • “Io credo ch’ei credette ch’io credesse…”
  • “Perché quando lo strumento dell’intelligenza si somma alla forza bruta e alla malvagiavolontà, il genere umano è impotente a difendere se stesso.”
  • “Lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate.”
  • “Amor che nella mente mi ragiona
    cominciò egli a dir si dolcemente
    che la dolcezza ancor dentro mi suona.”
  • “Non ragioniam di lor,
    ma guarda e passa.”
  • “I posti più caldi all’Inferno sono riservati a coloro che nei momenti di grande crisi morale mantengono la loro neutralità.”
  • “Nessun maggior dolore
    che ricordarsi del tempo felice
    ne la miseria.”
  • “Amor, che al cor gentil ratto s’apprende, prese costui della bella persona che mi fu tolta; e il modo ancor m’offende. Amor, che a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona.”
  • “Ben poco ama colui che ancora può esprimere, a parole, quanto ami.”
  • “Se mala cupidigia altro vi grida, uomini siate, e non pecore matte, sì che ‘l Giudeo di voi tra voi non rida!”
  • “La vostra fama è come il fiore, che nasce e muore, e si secca allo stesso sole che gli ha dato vita dall’acerba terra.”
  • “Colui che vede un bisogno e aspetta che gli venga chiesto aiuto è scortese quanto colui che lo rifiuta.”
  • “Amor che nella mente mi ragiona cominciò egli a dir si dolcemente che la dolcezza ancor dentro mi suona.”
    DANTE ALIGHIERI
  • “Amore e ‘l cor gentil sono una cosa.”
  • “Poscia, più che ‘l dolor, poté ‘l digiuno.”
  • “Vassene ‘l tempo e l’uom non se n’avvede.”
  • “La stirpe non fa le singulari personenobili,
    ma le singulari persone fanno nobile la stirpe.”
  • “Non sien le genti ancor troppo sicure a giudicar, sì come quei che stima le biade in campo pria che sien mature.”
  • “Quel sol che pria d’amor mi scaldò ‘l petto,
    di bella verità m’avea scoverto,
    provando e riprovando, il dolce aspetto.”
  • “Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l’ombra di colui che fece per viltà il gran rifiuto.”
  • “È da uomo malvagio l’ingannare colla menzogna.”
  • “Apri la mente a quel ch’io ti paleso e fermalvi entro; ché non fa scienza, senza lo ritenere, aver inteso.”
  • Ed egli a me: “Se tu segui tua stella, non puoi fallire a glorioso porto, se ben m’accorsi nella vita bella”.


Qual è la frase più famosa della Divina Commedia?

“Lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate”, è senza dubbio la frase più famosa della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Qual è l’ultima frase della Divina Commedia?

Si tratta del verso finale dell’Inferno, l’ultimo e famosissimo del XXXIV canto, il numero 139 per la precisione: E quindi uscimmo a riveder le stelle”. È l’ultimo endecasillabo dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri.

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