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Google celebra la Festa della Repubblica con un Doodle interattivo del tricolore

Festa della Repubblica, il Doodle di oggi di Google dedicato al 2 giugno. Un tricolore "interattivo" campeggia sulla home page di Google

Il Doodle di oggi celebra la 75a Festa della Repubblica italiana, o Festa della Repubblica come è conosciuta localmente. In questo giorno del 1946, gli italiani votarono in un referendum che formò la grande nazione in una repubblica.

Cos’è il Doodle di oggi: Google celebra la Festa della Repubblica italiana

Le cerimonie iniziano con la deposizione di una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto nell’Altare della Patria. Conosciuto anche come il Vittoriano, questo imponente monumento in marmo bianco si erge al centro simbolico dell’antica Roma come rappresentante dell’unità e dell’identità italiana.

Per esprimere l’orgoglio nazionale, una gigantesca bandiera italiana è montata sul Colosseo romano, il più grande anfiteatro antico sopravvissuto al mondo. La bandiera italiana è raffigurata nel Doodle di oggi e presenta tre strisce verticali di rosso, bianco e verde, guadagnandosi il soprannome di tricolore .

Festa della Repubblica Italiana: storia, festa e tradizioni del 2 giugno 1946

Il 2 e il 3 giugno del 1946 si tenne un referendum istituzionale con il quale gli italiani vennero chiamati alle urne per decidere quale forma di stato – monarchia o repubblica – dare al paese. Il referendum fu indetto al termine della seconda guerra mondiale, qualche anno dopo la caduta del fascismo, il regime dittatoriale che era stato sostenuto dalla famiglia reale italiana per più di 20 anni.

I sostenitori della repubblica scelsero il simbolo dell’Italia turrita, personificazione nazionale dell’Italia, da utilizzare nella campagna elettorale e sulla scheda del referendum sulla forma istituzionale dello Stato, in contrapposizione allo stemma sabaudo che rappresentava invece la monarchia. Ciò scatenò varie polemiche, visto che l’iconografia della personificazione allegorica dell’Italia aveva, e ha tuttora, un significato universale e unificante che avrebbe dovuto essere comune a tutti gli italiani e non solo a una parte di loro: questa fu l’ultima apparizione in ambito istituzionale dell’Italia turrita.

Questo referendum istituzionale fu la prima votazione a suffragio universale indetta in Italia. Il risultato della consultazione popolare, 12 717 923 voti per la repubblica e 10 719 284 per la monarchia (con una percentuale, rispettivamente, di 54,3% e 45,7%), venne comunicato il 10 giugno 1946 e il 18 giugno la Corte di cassazione, dopo 85 anni di regno, sancì la nascita della Repubblica Italiana.

Il re d’Italia Umberto II di Savoia, per evitare che gli scontri tra monarchici e repubblicani, manifestatisi già con fatti di sangue in varie città italiane, si potessero estendere in tutto il paese, il 13 giugno, decise di lasciare l’Italia e andare in esilio in Portogallo. Dal 1º gennaio 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica, fu proibito ai discendenti maschi di Umberto II di Savoia l’ingresso in Italia; la disposizione fu abrogata nel 2002.


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Perché si festeggia il 2 giugno

L’11 giugno 1946, primo giorno dell’Italia repubblicana venne dichiarato giorno festivo. Il 2 giugno si celebra la nascita della nazione moderna in maniera simile al 14 luglio francese (anniversario della presa della Bastiglia) e al 4 luglio statunitense (anniversario della dichiarazione d’indipendenza dalla Gran Bretagna). Il 17 marzo si festeggia invece l’unità d’Italia e la nascita dello stato italiano in onore al 17 marzo 1861, data della proclamazione del Regno d’Italia. Prima della nascita della repubblica, la giornata celebrativa nazionale del Regno d’Italia era la festa dello Statuto Albertino, che si teneva nella prima domenica di giugno.

La prima celebrazione della Festa della Repubblica Italiana avvenne il 2 giugno 1947, mentre nel 1948 si ebbe la prima parata militare in via dei Fori Imperiali a Roma; il 2 giugno fu definitivamente dichiarato festa nazionale nel 1949. Nell’occasione il cerimoniale comprese la rivista militare delle forze armate in onore della repubblica da parte del Presidente della Repubblica Italiana; la manifestazione avvenne in piazza Venezia, di fronte al Vittoriano. Dopo la deposizione della corona d’alloro al Milite Ignoto da parte del presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi, gli stendardi delle forze armate abbandonarono la formazione, percorsero la scalinata del monumento e resero omaggio al presidente con un inchino.

Nel 1949, con l’ingresso dell’Italia nella NATO, si svolsero dieci celebrazioni in contemporanea in tutto il Paese: nell’occasione, per rimarcare il legame della neonata repubblica con il mazzinianesimo, corrente del Risorgimento che faceva capo a Giuseppe Mazzini, fervente repubblicano, fu inaugurato nell’attuale piazzale Ugo La Malfa a Roma, in memoria del patriota genovese, un monumento celebrativo davanti al quale si svolse la manifestazione principale della Festa della Repubblica.

Nel 1961 la celebrazione principale della Festa della Repubblica non ebbe luogo a Roma ma a Torino, prima capitale dell’Italia unita. Torino fu capitale d’Italia dal 1861 al 1865, seguita da Firenze (1865-1871) e infine da Roma, che ne è capitale dal 1871. Nel 1961, infatti, si celebrava anche il centenario dell’Unità d’Italia (1861-1961) Nel 1963 la manifestazione non venne effettuata nella giornata del 2 giugno per le condizioni di salute di papa Giovanni XXIII, ormai morente, e venne rinviata al 4 novembre, in contemporanea alla Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.


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Nel 1965 alla celebrazione principale di Roma parteciparono anche gli stendardi delle unità militari soppresse che presero parte alla prima guerra mondiale; in quell’anno infatti si commemorava anche il 50º anniversario dell’entrata dell’Italia nel primo conflitto mondiale. Nello specifico, l’Italia incominciò ufficialmente le operazioni militari nella prima guerra mondiale il 24 maggio 1915, con un primo colpo di cannone sparato dal Forte Verena, sull’altopiano di Asiago, verso le fortezze austriache situate sulla Piana di Vezzena: ai primi fanti del Regio Esercito che varcarono il confine è dedicata la prima strofa de La canzone del Piave

A causa della grave crisi economica che attanagliava l’Italia negli anni settanta, per contenere i costi statali e sociali, la Festa della Repubblica, con legge n. 54 del 5 marzo 1977, fu spostata alla prima domenica di giugno, con la conseguente soppressione del 2 giugno come giorno festivo a essa collegato.

Nel 2001, su impulso dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che fu protagonista, all’inizio del XXI secolo, di una più generale azione di valorizzazione dei simboli patri italiani, la Festa della Repubblica Italiana ha abbandonato lo status di festa mobile, riassumendo la sua collocazione tradizionale del 2 giugno, che è ritornato così a essere giorno festivo a tutti gli effetti.

Nel 2018 alla celebrazione principale di Roma hanno partecipato anche le bandiere e gli stendardi delle unità militari attive e soppresse che presero parte alla prima guerra mondiale; in quell’anno infatti si commemorava anche il 100º anniversario della vittoria dell’Italia sull’Austria-Ungheria nel primo conflitto mondiale, avvenuta il 4 novembre 1918. Nel 2020 la celebrazione e il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si sono tenuti a Codogno, comune dove si è registrato il primo focolaio accertato in Italia della pandemia di COVID-19.


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Il cerimoniale

Il cerimoniale ufficiale della celebrazione di Roma prevede l’alzabandiera solenne all’Altare della Patria e l’omaggio al Milite Ignoto con la deposizione di una corona d’alloro da parte del Presidente della Repubblica alla presenza della massime cariche dello Stato, ovvero del Presidente del Senato, del Presidente della Camera, del Presidente del Consiglio dei ministri, del Presidente della Corte costituzionale, del Ministro della difesa e del Capo di stato maggiore della difesa. Dopo l’esecuzione dell’Inno di Mameli, le Frecce Tricolori attraversano i cieli di Roma.

In seguito il Presidente della Repubblica si reca in via di San Gregorio con la Lancia Flaminia presidenziale scortato da una pattuglia di Corazzieri in motocicletta dove, insieme con il Comandante militare della Capitale, passa in rassegna i reparti schierati. Il Capo dello Stato si trasferisce quindi nella tribuna presidenziale che si trova in via dei Fori Imperiali, dove assiste alla sfilata insieme con le più alte cariche dello Stato. I militari sfilanti rendono onore al Presidente della Repubblica, chinando le insegne mentre passano dinanzi alla tribuna presidenziale. È tradizione, per i membri del governo italiano e per i presidenti dei due rami del parlamento, avere appuntata sulla giacca, durante tutta la cerimonia, una coccarda italiana tricolore.

La cerimonia si conclude nel pomeriggio con l’apertura al pubblico dei giardini del palazzo del Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica Italiana, e con esecuzioni musicali da parte dei complessi bandistici dell’Esercito Italiano, della Marina Militare Italiana, dell’Aeronautica Militare Italiana, dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, del Corpo di Polizia Penitenziaria e del Corpo Forestale dello Stato.

Nel giorno della festa, presso il Palazzo del Quirinale, viene effettuato in forma solenne il Cambio della Guardia con il Reggimento Corazzieri e la Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo in alta uniforme. Questo rito solenne viene svolto solamente in altre due occasioni, durante le celebrazioni della Festa del Tricolore (7 gennaio) e della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate (4 novembre).

Cerimonie ufficiali si tengono su tutto il territorio nazionale. Fra esse ci sono i tradizionali ricevimenti organizzati da ogni prefettura per le autorità locali, che sono preceduti da manifestazioni pubbliche solenni con parate militari in forma ridotta che sono passate in rassegna dal prefetto nella sua veste di più alta autorità governativa in provincia. Cerimonie analoghe sono organizzate anche dalle Regioni e dai Comuni.

La Festa della Repubblica ai tempi del Covid

Festa della Repubblica 2 giugno 2021: anche quest’anno a causa del Covid, non si terrà la Parata militare. Nessuna notizia nemmeno sulle Frecce Tricolori. I festeggiamenti inizieranno martedì 1 giugno alle ore 18.30 al Palazzo del Quirinale. Per quella data è infatti previsto un Concerto in onore del Corpo Diplomatico eseguito dall’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia diretta dal maestro Jakub Hrůša, in occasione della Festa Nazionale della Repubblica.

Mercoledì 2 giugno invece alle ore 10 il Presidente della Repubblica deporrà all’Altare della Patri una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto.  Nel  pomeriggio invece alle ore 19, al Palazzo del Quirinale si terrà la cerimonia in occasione della Festa Nazionale della Repubblica. Si presume l’apertura dei Giardini del Quirinale al pubblico.

Come  votarono gli italiani nel referendum tra Monarchia e Repubblica

Gli aventi diritto nel 1946 erano 28 milioni e andarono alle urne quasi 25 milioni di persone come confermano i dati del Quirinale. Esisteva una spaccatura profonda, fortemente disegnata su basi geografiche, tra il Nord a maggioranza repubblicana ed il Sud a maggioranza monarchica,  nonostante che gli eventi dell’ultimo ventennio –  ed in particolare la sconfitta, il proclama di armistizio reso noto l’8 settembre 1943 dal Capo del Governo Pietro Badoglio, la fuga dalla Capitale dei vertici militari, dello stesso Badoglio, del Re Vittorio Emanuele III e di suo figlio Umberto, lo stato delle forze armate italiane lasciate allo sbando, la guerra civile che divideva l’Italia – avessero oramai reso improrogabile la scelta di una profonda cesura con il passato.

Il 2 giugno è la Festa della Repubblica: al voto un’Italia divisa

In Piemonte, nonostante il legame con i Savoia, la repubblica ottenne 1.250.070 voti, in Toscana 1.280.815. In Sicilia, al contrario, furono 1.301.200 i voti per la monarchia e 708.109 quelli per la Repubblica. In Campania, ancora, 1.427.038 quelli per la monarchia, 435.844 quelli per la Repubblica.

In virtù dei risultati ed esaurita la valutazione dei ricorsi, il 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione proclamò in modo ufficiale la nascita della Repubblica Italiana.


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