Cronaca

Evasione da film a Teramo, detenuto sega le sbarre della cella e scappa

Evasione da film nella notte tra domenica 24 e lunedì 25 settembre dal carcere di Teramo: detenuto di 40 anni avrebbe segato le sbarre della cella e si sarebbe dato alla fuga indisturbato. A denunciare l’accaduto è Gennarino De Fazio, referente del sindacato Uilpa Polizia penitenziaria.

Evasione al carcere di Teramo, detenuto sega sbarre e scappa

Un detenuto con lunga pena da scontare nella notte è evato dal carcere di Teramo. Si sospetta con l’aiuto di un drone che avrebbe consegnato al 40enne strumenti utili per la fuga. Lo rende noto Gennarino De Fazio, referente del sindacato Uilpa Polizia penitenziaria, spiegando in una nota che “da quanto si apprende, probabilmente avvalendosi di un filo d’angelo (ovvero un cavo diamantato capace di segare superfici dure, ndr), avrebbe tagliato le sbarre della finestra della propria cella posta al terzo piano dell’edificio per poi calarsi mediante una corda e darsi alla fuga”.

“Ci sarà tempo e modo per approfondire la dinamica, ancora incerta per le notizie frammentarie che pervengono, ma di certo questo è l’ennesimo episodio che mette a nudo il fallimento totale di carceri colabrodo che non assolvono minimamente alla loro funzione”, aggiunge De Fazio, osservando che “questa volta, per fortuna, non ci sarebbero stati feriti”.

La denuncia

“In questo momento sono al vaglio le registrazioni di tutte le telecamere del penitenziario per cercare di comprendere l’esatta dinamica dell’evasione” riferisce Gino Ciampa di Fp Cgil Polizia Penitenziaria per l’Abruzzo.

“Se fosse confermata la versione che vede l’utilizzo di un drone per l’evasione di questa notte – dichiara Mirko Manna, nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria – ci troveremmo di fronte ancora una volta alla prova evidente del ritardo tecnologico con cui la Polizia Penitenziaria è costretta a lavorare per garantire la sicurezza delle carceri. Il mix devastante di carenza di personale e mancato adeguamento delle tecnologie sta creando un confronto impari tra chi ha commesso reati e la Polizia Penitenziaria che ha il compito di garantire l’espiazione delle pene più gravi nelle carceri. Il ritardo – conclude Manna – non è solo tecnologico, ma anche di attenzioni da parte del Governo che continua a propagandare miglioramenti citando l’acquisto per la Polizia Penitenziaria di manganelli, scudi e guanti antitaglio, mentre armi, droga e strumenti per evasioni arrivano con i droni”.

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