Curiosità

San Leucio di Caserta: il fantasma di re Ferdinando IV di Borbone

Nel 1789, il re Ferdinando IV decise di recarsi presso un tranquillo paesino sito alle spalle della Reggia di Caserta dove si trova la chiesetta di San Leucio. È qui che si narra la leggenda di un re fantasma che si aggira tra le stanze del Real sito borbonico e che infesta ancora le stradine del borgo di San Leucio.


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Re Ferdinando IV di Borbone a Caserta è il re “Nasone” che infesta San Leucio: la leggenda del fantasma

Gli abitanti di Caserta conoscono bene il rapporto del re Nasone con il borgo San Leucio, un amore profondo a tal punto da non permettergli di abbandonarlo nemmeno da defunto. La leggenda è narrata dal custode del Belvedere, che abita lì con la famiglia da decenni, più volte ha raccontato che ogni giorno, mentre lavora è come se si sentisse osservato, apre una porta e ha l’impressione che ci sia ”qualcuno”, sente dei rumori di passi nei corridoi, ma niente, nessuno.

Anche sua figlia più volte avrebbe sentito come un alito sul collo e avrebbe deciso di non mettere più piede nella stanza.

Ma lui non è l’unico a credere che si tratti proprio dell’anima di Ferdinando IV, infatti, anche l’architetto che ha curato la ristrutturazione del sito ha raccontato di aver visto il re salire le scale con passo pesante.

In occasione della Mostra su Modigliani, qualche anno fa, il custode fu aiutato dai vigilantes di un Istituto privato di Caserta. Dopo qualche giorno nessuno di loro voleva più passare la notte nelle sale e si rifugiavano nella guardiola all’ingresso.


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La porta sempre aperta di re Ferdinando IV

Il custode racconta anche di una porta al primo piano. Più volte ha provato a chiuderla, ma niente, non c’è verso, al mattino è sempre aperta. Quasi emozionato quando racconta dell’episodio in cui ha incontrato un suo collega, custode del Maschio Angioino di Napoli, il quale, senza sapere nulla di questi episodi ha affermato:Ferdinando ti vuole bene!”.

Si dice che ancora oggi si senta nel borgo, soprattutto nelle sere d’estate, un rumore di ruote di carrozze, nitriti di cavalli e sonori passi del re più amato da Napoli.

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