Cronaca

Hanno un figlio, ma non lo riconoscono: la storia di Sabrina e Michael

I due giovani aiutati dalla redazione de Le Iene

Si chiamano Sabrina Michael e la loro storia a Natale ha fatto il giro del web: hanno avuto un figlio, ma hanno deciso di non riconoscerlo, lasciandolo in adozione a Milano. Il programma di Italia 1, Le Iene, ha incontrato la coppia con Roberta Rei e Marco Fubini.

Sabrina, 23 anni, e il compagno Michael, 30, si sono raccontati. Dalla Sardegna al lavoro in Germania e alla vita in strada a Milano per colpa della pandemia, fino a quella scelta.

Hanno un figlio, ma non lo riconoscono: la storia di Sabrina Michael a Le Iene

A dicembre Sabrina ha dato alla luce un bambino, ma lei e il compagno, senzatetto, hanno deciso di non riconoscerlo. Accolti dal reparto Maternità di Melegnano (Milano), avevano detto: “Non è possibile fare stare un bambino in queste condizioni”. 

Già, perché Sabrina e Michael vivevano in una tenda, con ombrelli e cartoni a proteggerli dalla pioggia e dal vento. Nel corso dell’ultima puntata de Le Iene, hanno raccontato la loro storia, fino alla decisione che ha fatto tanto discutere il Paese: “Non si può tenere un bambino qui. E io non me la sentivo di diventare mamma.

Il racconto

Sabrina ha spiegato: “Non avevo più il ciclo, all’inizio non mi sono accorta di niente. Poi ha iniziato a crescermi la pancia, sentivo muoversi qualcosa dentro. Mi sono spaventata. Ho pensato: adesso è un casino”. Ormai, però, era troppo tardi. “Altrimenti avrei abortito. Non è possibile tenere un bambino così”.

A dicembre, in tenda, il travaglio. Poi la corsa all’ospedale di Melegnano dopo che alcuni passanti avevano chiamato l’ambulanza: “L’abbiamo dato via subito. Non riusciamo a vivere neanche noi. E poi io non mi sentivo neanche di fare la mamma, non era una cosa voluta. Ma la gente ha sempre da ridire sulle scelte degli altri. Io sto male per questo. Mi insultano, mi dicono: fai schifo. Sarei stata un’egoista, e un’incosciente”.

Una nuova vita

Sabrina e Michael hanno racconto la loro travagliata storia che li ha portati a vivere in strada: “Tutta colpa del lockdown. Lavoravamo in Germania, come pizzaiolo e come cameriera. Ma con la pandemia abbiamo perso tutto”. Ai genitori hanno nascosto i loro problemi, per non pesare sulle famiglie: “Raccontavamo che ce la stavamo cavando, cercavamo di aggiustare le cose. Non volevamo ammettere di aver sbagliato, volevamo risolvere da soli. È stato uno sbaglio”. Ora, grazie alla redazione de Le Iene, hanno di nuovo i documenti di identità e Michael ha iniziato un nuovo lavoro come aiuto pizzaiolo.

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