Cronaca

Chi era Giampiero Boniperti: addio alla bandiera della Juventus

Giampiero Boniperti è stato un calciatore, un dirigente sportivo e un politico: era nato nel 1928 a Barengo

Giampiero Boniperti è stato un calciatore, un dirigente sportivo e un politico. Per tutti il suo nome è bianconero, in quanto legato alla Juventus, squadra per la quale ha fatto e dato tanto. E non a caso è stato anche presidente onorario della Signora.

Chi era Giampiero Boniperti: la carriera alla Juventus

Nato il 4 luglio 1928 a Barengo, inizia a muovere i primi passi nel mondo del pallone alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Gioca con il Barengo, poi si trasferisce in alcune squadre di Provincia fino al trasferimento alla Juventus e l’esordio in Serie A sul finire della stagione 1946-1947. Impiega poco tempo a mettersi in mostra e a meritarsi la maglia da titolare. Ancora giovanissimo riuscì a mettersi in luce anche nella classifica marcatori, popolata da attaccanti di razza e con maggior esperienza.

È storia lo Scudetto conquistato nella stagione 1949-1950, in quanto è lo Scudetto che interrompe un digiuno durato più di dieci anni. Alla fine degli anni Sessanta, dopo anni resi difficili dalla concorrenza, la Juve vince il suo decimo Scudetto (1957-1958). Inizia l’epoca vittoriosa e storica della famiglia Agnelli, con Umberto che avrebbe portato la squadra ad affermarsi consacrando i bianconeri nella Storia del calcio. Nasce quella che molti ricordano come la Juve più forti di tutti i tempi, con il Trio Magico formato da Boniperti, John Charles e Omar Sivori.

Boniperti annuncia il ritiro dal mondo del calcio nel 1961, a soli 33 anni. Muore il 18 giugno 2021, a 92 anni.

Giampiero Boniperti chi e Juventus

La carriera

Soprannominato dagli avversari “Marisa” (nomignolo affibbiatogli dal giocatore Benito Lorenzi) per i suoi boccoli biondi, ha sempre legato il suo nome a quello della Juventus, nella quale mosse i primi passi da calciatore professionista nell’immediato secondo dopoguerra. Dapprima, dal 1945 al 1946 militò nel Barengo, squadra del suo paese natale. Nell’ultimo anno si trasferì al Momo Novarese, formazione dilettantistica della provincia, dove rimase fino a settembre, mese in cui compì il grande salto in Serie A approdando alla Juventus; venne portato alla società piemontese da Egidio Perone, medico torinese e suo grande amico.[

Inizialmente aggregato alla squadra riserve del club zebrato, esordì in prima squadra sul finire del campionato 1946-1947, debuttando il 2 marzo 1947 al Comunale di Torino nella classica persa 1-2 contro il Milan. La prova incolore offerta, lo riportò temporaneamente tra le riserve; tuttavia il profilarsi di una stagione senza più obiettivi, convinse il tecnico juventino Renato Cesarini a guardare già alla successiva, sfruttando il finale di campionato per far accumulare esperienza agli elementi più giovani.

L’8 giugno seguente, sul campo del Ferraris di Genova, Boniperti ebbe così una nuova occasione, e alla seconda presenza ufficiale mise a referto i suoi primi gol in maglia bianconera, con una doppietta nel 3-0 alla Sampdoria. Stavolta il giovane calciatore si mise subito in luce, segnando 5 reti in 6 partite di quel suo primo torneo. Conquistato immediatamente un posto nell’undici titolare, l’anno dopo non saltò alcuna partita, e schierato da Cesarini stabilmente nel ruolo di centravanti fu capocannoniere della massima serie con 27 gol, a vent’anni ancora da compiere, davanti ai granata Valentino Mazzola e Guglielmo Gabetto.

Nonostante la fedele militanza in maglia bianconera, in questi anni per un’unica partita Boniperti vestì eccezionalmente la casacca granata degli storici rivali cittadini, il Torino: ciò avvenne il 26 maggio 1949 quando, per rendere omaggio alla squadra del Grande Torino perita poche settimane prima nella tragedia di Superga, venne organizzata un’amichevole a scopo benefico volta ad aiutare le famiglie delle vittime; nell’occasione una selezione dei migliori giocatori della Serie A dell’epoca, riuniti sotto il nome di Torino “Simbolo”, scese in campo contro gli argentini del River Plate in una sfida chiusasi in parità sul 2-2.

Al di là di questo episodio, Boniperti divenne ben presto una bandiera della Juventus, conquistando con Madama lo scudetto nel campionato 1949-1950 — mettendo fine a un digiuno tricolore che in casa bianconera perdurava da ben tre lustri — e, soprattutto, continuando a segnare con una media impressionante: raggiunse infatti il traguardo delle 100 reti in Serie A prima di compiere ventiquattro anni. Nel corso della stagione 1951-1952 fece suo il secondo titolo italiano; tuttavia da qui in avanti, l’emergere di competitive rivali come l’Inter di Skoglund e Lorenzi, il Milan del Gre-No-Li e la Fiorentina di Bernardini, portarono alla fine del vittorioso ciclo bianconero dei primi anni 1950.

Dopo sei anni trascorsi senza successi, nella stagione 1957-1958 Boniperti poté riconquistare il tricolore — il decimo per la società bianconera, che da questo momento sarà la prima a potersi fregiare della cosiddetta “stella” — grazie a una rinnovata Juventus, nel frattempo ricostruita dall’opera di Umberto Agnelli. Boniperti contribuì alla rinascita bianconera ricoprendo quel ruolo di mezzala in cui già da qualche anno brillava, mettendo così al servizio della squadra le sue eccellenti doti tecniche e di visione di gioco, e andando a formare un temibile tridente d’attacco con i due neoacquisti estivi della Juventus, il gallese John Charles e l’italo-argentino Omar Sívori: era nato il famoso Trio Magico.

Seguirono presto il quarto (1959-1960) e il quinto scudetto (1960-1961), in quella che è ricordata come una delle squadre più forti di tutti i tempi. Proprio dopo questi trionfi, nel 1961 Boniperti diede l’addio al calcio, ritirandosi all’età di 33 anni pur essendo ancora in buone condizioni fisiche; la sua ultima partita, il 10 giugno, fu quella contro l’Inter dei ragazzi, schierata per protesta dal presidente Angelo Moratti, nel famoso 9-1 in cui esordì Sandro Mazzola.

Il calciatore più rappresentativo nella storia della Juventus

Boniperti è riconosciuto dalla Juventus come il calciatore più rappresentativo nella storia della società, fino al 30 ottobre 2010 ha detenuto il record di gol in Serie A con la maglia bianconera con 178 reti (superato poi solo da Alessandro Del Piero), mentre sino al 5 febbraio dello stesso anno ha conservato il primato di presenze in massima serie, 445 (superato ancora una volta da Del Piero). In maglia bianconera ha collezionato 469 presenze (443 in A, 13 in Coppa Italia, 9 in Europa e 4 in Coppa Rio), realizzando un totale di 188 reti (178 in A, 1 in Coppa Italia, 3 in Europa e 6 in Coppa Rio).

Nazionale

Giocò per la prima volta in nazionale A il 9 novembre 1947, sotto la guida di Vittorio Pozzo, chiamato a sostituire il centrattacco granata Guglielmo Gabetto nella sconfitta per 5-1 contro l’Austria. Ritrovò l’azzurro dopo due anni, il 22 maggio 1949, poche settimane dopo la tragedia di Superga in cui perì il Grande Torino; alla seconda partita ufficiale, ancora contro gli austriaci, a Firenze, segnò il suo primo gol in nazionale.

Con la maglia azzurra non raccolse successi, anche per via dell’impoverimento tecnico che colpì il calcio italiano all’indomani della sciagura di Superga e che si protrarrà per tutto il successivo decennio. In tale contesto, Boniperti divenne uno dei punti fermi su cui rifondare una nazionale orfana del “blocco granata”, partecipando alle sfortunate avventure al campionato del mondo 1950 in Brasile e al campionato del mondo 1954 in Svizzera, mentre nel 1958 l’Italia non riuscì a qualificarsi alla fase finale. Collezionò 38 presenze in azzurro con 8 reti — oltre a 1 presenza e 2 gol con la nazionale B, nel 1950 —, ottenendo i gradi di capitano nel 1952. Si ritirò dalla nazionale nel 1960.

È l’unico calciatore ad aver segnato un gol in azzurro in tre decenni differenti, dagli anni 1940 agli anni 1960. Prese inoltre parte, unico italiano invitato, alla prestigiosa sfida tra Inghilterra e Resto d’Europa giocata il 21 ottobre 1953 al Wembley Stadium di Londra, in cui si mise in mostra nelle file dei «continentali» realizzando una doppietta nel 4-4 finale.

Dirigente

Poco dopo il suo ritiro dall’attività agonistica, Boniperti fu subito chiamato dalla famiglia Agnelli a ricoprire un ruolo dirigenziale all’interno della società juventina. Successivamente venne nominato presidente, carica mantenuta dal 1971 al 1990; inizialmente affiancato da Italo Allodi, dal 1973 Boniperti assunse di fatto l’intero comando del club per affrontare la crisi di risultati del calcio italiano negli anni 1970, soprattutto a livello internazionale.

Per ribaltare la situazione, Boniperti elaborò un progetto a lungo termine gestito con rinnovati criteri industriali, caratterizzato dall’introduzione e successiva applicazione della zona mista, schema tattico che coniugava efficacemente i concetti del calcio totale olandese con il classico catenaccio italico; dal graduale inserimento in prima squadra di giovani calciatori cresciuti nel settore giovanile juventino quali Giuseppe Furino, Roberto Bettega e Paolo Rossi, assieme all’arruolamento dei migliori talenti provenienti da altri club di Serie A quali Gaetano Scirea, Antonio Cabrini, Claudio Gentile, Marco Tardelli e Franco Causio; e dalla ferrea disciplina anche d’immagine imposta alla squadra, basata su quella richiesta durante l’attività agonistica.

giampiero-boniperti

Ciò diede inizio al periodo di successi più duraturo nella storia del calcio italiano, che arricchirà considerevolmente il palmarès del club: nove scudetti, due Coppe Italia, una Coppa Intercontinentale, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa UEFA e una Coppa UEFA — quest’ultima il primo trofeo confederale della formazione piemontese —, facendo al contempo di Boniperti il dirigente più titolato nell’intera storia del calcio nazionale. Un ciclo di trionfi, questo, che aprirà un lungo periodo aureo al campionato di Serie A — a partire dalla cosiddetta «riapertura delle frontiere» con il ritorno al tesseramento di giocatori provenienti dai campionati esteri, a partire dalla stagione 1980-1981, e la successiva vittoria della rappresentativa italiana al campionato del mondo 1982 —, durato sino alla fine del II millennio.

Contemporaneamente al calcio, alla fine degli anni 1970 gli Agnelli gli affidarono con successo anche la gestione della Sisport, la società polisportiva del Gruppo Fiat, in quegli anni ai vertici nazionali e internazionali grazie ad atleti quali Maurizio Damilano, Pietro Mennea e Sara Simeoni.

Nel febbraio del 1990, dopo diciannove anni, Boniperti rassegnò le dimissioni da presidente della Juventus, venendo sostituito da Vittorio Caissotti di Chiusano. Alla fine dello stesso mese venne nominato dal presidente della FIGC, Antonio Matarrese, capo delegazione della nazionale al campionato del mondo 1990, chiusi dagli azzurri al terzo posto. L’anno successivo fu richiamato alla Juventus dalla famiglia Agnelli assumendo l’incarico di amministratore delegato con pieni poteri, ruolo che mantenne fino al 1994; in quel periodo la squadra centrò la vittoria della terza Coppa UEFA della sua storia, la seconda sotto il mandato di Boniperti.

Nell’estate del 2006, dopo il coinvolgimento della Juventus nello scandalo Calciopoli, Boniperti è stato richiamato dalla famiglia Agnelli per seguire l’opera di ricostruzione della società; da allora ricopre la carica di presidente onorario del club, assieme a Franzo Grande Stevens.

La carriera da politico

Boniperti ha avuto un’esperienza da politico tra la metà e la fine degli anni Novanta, quando è stato al Parlamento europeo come parlamentare. Alle elezioni europee del 1994 Giampiero Boniperti è stato candidato ed eletto europarlamentare, nelle liste di Forza Italia. È rimasto in carica per tutta la durata della IV legislatura del Parlamento europeo, fino al 1999.

Le curiosità

  • Boniperti indossò anche la maglia del Torino. Lo fece il 26 maggio 1949 nel corso dell’amichevole organizzata per aiutare le famiglie delle vittime del drammatico incidente di Superga.
  • Boniperti ha tagliato il traguardo delle 100 reti in Serie A prima di compiere 24 anni.
  • Un riconoscimento di prestigio, l’ennesimo, è arrivato nel 2004, quando è stato inserito nella lista dei 125 migliori calciatori della storia in occasione del centenario della FIFA.

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