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Il 4 luglio del 1927 nasce Gina Lollobrigida, icona di fascino e bellezza del cinema italiano

Durante la sua carriera ha ottenuto numero si riconoscimenti, tra cui un Golden Globe per il film Torna a settembre, sette David di Donatello e due Nastri d'argento

Gina Lollobrigida è stata un’attrice, scultrice e fotografa italiana. Storicamente soprannominata la Lollo, fu una delle attrici europee, oltre che sex symbol, più importanti a livello internazionale degli anni Cinquanta e Sessanta.

Durante la sua carriera ha ottenuto numero si riconoscimenti, tra cui un Golden Globe per il film Torna a settembre, sette David di Donatello e due Nastri d’argento. In quasi 70 di carriera, l’attrice di Subiaco è passata da Miss Italia a Hollywood, attraversando con la sua incredibile bellezza, gli anni d’oro del cinema italiano e internazionale

Gina Lollobrigida, sex symbol degli anni Sessanta

Nasce a Subiaco, in provincia di Roma, il 4 luglio 1927, figlia di Giovanni Lollobrigida (1897-1977), un facoltoso produttore di mobili che perde tutte le sue proprietà a causa di un bombardamento angloamericano, e di Giuseppina Mercuri (1900-1970). Nipote di Chelidonia Merosi (1883-1995), supercentenaria già decana d’Italia, Gina fin da piccola rivela un carattere ambizioso, determinato, combattivo e non incline ai compromessi.


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Rino Barillari con Gina Lollobrigida – 1970 Premio Via dei Condotti Antico Caffè Greco.

Nel 1944, ancor prima dell’arrivo degli Alleati, la famiglia si trasferisce a Roma iscrivendo Gina all’Istituto di Belle Arti. La famiglia non è più benestante, e quindi per mantenersi agli studi lei vende delle caricature disegnate col carboncino e posa per i primi fotoromanzi, con lo pseudonimo di Diana Loris.

Nella primavera del 1947 un amico la convince a partecipare all’ultimo momento al concorso di Miss Roma. Lei non ha nemmeno un vestito adatto, ma si classifica seconda e ottiene un tale successo di pubblico che viene invitata a Stresa per le finali di Miss Italia, dove ottiene il terzo posto dopo Lucia Bosè e Gianna Maria Canale, future stelle del cinema come lei. In quello stesso anno parteciparono alla manifestazione anche Eleonora Rossi Drago, esclusa perché priva dei requisiti (in quanto già sposata), e Silvana Mangano, anche loro in seguito divenute celebri attrici.

I primi anni

Nel 1945 la Lollobrigida interpreta una parte nella commedia Santarellina di Eduardo Scarpetta nel Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio, il più piccolo teatro all’italiana del mondo. Nel 1947 è protagonista (ancora con lo pseudonimo di Diana Loris) in uno dei primi due fotoromanzi italiani: Nel fondo del cuore, pubblicato a puntate sulla rivista Sogno.


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L’attrice iniziò la carriera cinematografica prima come comparsa e controfigura, e successivamente in piccoli ruoli di contorno nei popolari film operistici dell’immediato dopoguerra. Silvana Pampanini ricordava con malizia che fu lei a sceglierla per una particina in una pellicola di cui era protagonista.

Nel 1950 Gina volò sola verso Hollywood, accettando l’invito del miliardario Howard Hughes, produttore e scopritore di dive come Jane Russell. Quando Gina scoprì che stava per essere chiusa in una gabbia dorata tornò precipitosamente a Roma. Il contratto in esclusiva che aveva già firmato le impedì fino al 1959 di lavorare negli Stati Uniti, ma non in produzioni statunitensi girate in Europa, come poi in effetti avvenne.

I primi successi

Arrivarono comunque i primi successi, fra i quali: Campane a martello (1949) di Luigi Zampa, Achtung! Banditi! (1951) di Carlo Lizzani e soprattutto nel 1952 Fanfan la Tulipe di Christian-Jaque (Orso d’argento al Festival di Berlino), che la consacrò star in Francia, mentre in Italia, nello stesso anno, conquistò una vasta popolarità con Altri tempi di Alessandro Blasetti, nell’episodio Il processo di Frine con Vittorio De Sica, che coniò per lei il neologismo maggiorata fisica.


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Gina Lollobrigida in Moglie per una notte.

Nel 1953 interpretò, ancora al fianco di Vittorio De Sica, il ruolo della Bersagliera, premiato con il Nastro d’argento e candidato al BAFTA, in Pane, amore e fantasia di Luigi Comencini (Orso d’argento al Festival di Berlino), entrando definitivamente nell’immaginario collettivo grazie alla gradevole e spontanea caratterizzazione della bella popolana povera dal cuore d’oro ma al contempo risoluta e determinata. Raggiunti i vertici della notorietà, l’anno dopo girò un sequel altrettanto riuscito: Pane, amore e gelosia, ma nel 1955 rifiutò il terzo capitolo della serie e fu rimpiazzata da Sophia Loren, sua storica “rivale”.

I ruoli che seguirono sottolineano il tentativo di approfondimento drammatico delle sue interpretazioni, come in La provinciale (1953) di Mario Soldati e – premiata con la Grolla d’oro a Saint Vincent – La romana (1954) di Luigi Zampa, Mare matto (1963) di Renato Castellani e Un bellissimo novembre (1968) di Mauro Bolognini, che alcuni ritengono essere tra le sue prove migliori, almeno come attrice drammatica.

Tra Hollywood e l’Italia

Dalla seconda metà degli anni Cinquanta la Lollo, come è ormai soprannominata dalla stampa, diventa protagonista di produzioni internazionali hollywoodiane come Il tesoro dell’Africa (1953) di John Huston, con Humphrey Bogart e Jennifer Jones, Il maestro di Don Giovanni (1954) di Milton Krims, accanto ad Errol Flynn, e La donna più bella del mondo (1955) di Robert Z. Leonard, con Vittorio Gassman, film biografico che romanza la vita del soprano Lina Cavalieri. In questo ruolo la Lollobrigida fornisce una buona prova di cantante lirica, ma soprattutto vince il David di Donatello alla migliore attrice protagonista, premio che l’Accademia del cinema italiano ha istituito proprio quell’anno.


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Gina Lollobrigida in La romana.

Nel 1956 recita in Trapezio di Carol Reed accanto a Burt Lancaster e Tony Curtis, cui seguiranno Il gobbo di Notre Dame (1956) di Jean Delannoy, dove interpreta una splendida e sensuale Esmeralda accanto ad Anthony Quinn nel ruolo di Quasimodo, Sacro e profano (1959) di John Sturges, al fianco di Frank Sinatra, Salomone e la regina di Saba (1959) di King Vidor, con Yul Brynner (che dovette sostituire Tyrone Power morto durante le riprese) e George Sanders.

I mitici anni Sessanta

Nel 1961 gira Va nuda per il mondo di Ranald MacDougall, accanto ad Ernest Borgnine ed Anthony Franciosa; nello stesso anno, con Torna a settembre di Robert Mulligan, in cui è protagonista assieme a Rock Hudson, Bobby Darin e Sandra Dee, vince un Golden Globe come miglior attrice del mondo. L’anno seguente recita nel film in costume Venere imperiale di Jean Delannoy, accanto a Stephen Boyd: il ruolo di Paolina Bonaparte le fa aggiudicare un David di Donatello e un Nastro d’argento come migliore attrice protagonista.


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Gina Lollobrigida nel film Le bambole.

Nel 1964 è La donna di paglia di Basil Dearden, insieme all’emergente divo scozzese Sean Connery. L’anno successivo recita in Strani compagni di letto di Melvin Frank di nuovo accanto a Rock Hudson. In quegli anni partecipa sia a film italiani di vario genere, come La bellezza di Ippolita (1962) di Giancarlo Zagni, Io, io, io… e gli altri (1966) di Alessandro Blasetti, Le piacevoli notti (1966) di Armando Crispino e Luciano Lucignani e La morte ha fatto l’uovo (1967) di Giulio Questi, sia a produzioni straniere, quali Hotel Paradiso (1966) di Peter Glenville, ove ebbe come partner Alec Guinness, L’amante italiana (1966) di Jean Delannoy, con Louis Jourdan, e Le avventure e gli amori di Miguel Cervantes (1967) di Vincent Sherman, accanto ad Horst Buchholz, Josè Ferrer ed ancora Louis Jourdan.

Nel 1968, grazie alla sua brillante interpretazione in Buonasera, signora Campbell di Melvin Frank, con tra gli altri Telly Savalas, Phil Silvers e Shelley Winters, riceve una candidatura al Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale (vinto poi da Barbra Streisand per Funny Girl) e un terzo David di Donatello alla migliore attrice.

Sempre nel 1968 appare come guest star nel satirico Mash, la guerra privata del sergente O’Farrell di Frank Tashlin, con protagonisti Bob Hope e Phyllis Diller. In seguito si cimenta anche con lo spaghetti-western prendendo parte a E continuavano a fregarsi il milione di dollari (1971) di Eugenio Martín, accanto a James Mason e Lee Van Cleef. Nel 1972 affianca David Niven in Un ospite gradito… per mia moglie di Jerzy Skolimowski.

L’amicizia con Marylin

Tra i film che rifiutò, a volte all’ultimo momento: La signora senza camelie (1953) di Michelangelo Antonioni, Jovanka e le altre (1960) di Martin Ritt e Lady L, in cui avrebbe dovuto recitare ancora insieme a Tony Curtis e le cui riprese furono interrotte nel 1965 a causa di insuperabili contrasti con il regista George Cukor.

Fu sostituita rispettivamente da Lucia Bosè, Silvana Mangano e Sophia Loren. L’attrice afferma di avere ricevuto un’offerta per recitare anche in La dolce vita (1960) di Federico Fellini, nel ruolo della fidanzata di Marcello Mastroianni, ma, come sembra, all’epoca il marito le nascose il copione e così quella parte venne assegnata ad Yvonne Furneaux.


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Gina Lollobrigida e Marilyn Monroe.

In numerose interviste la Lollobrigida ha raccontato aneddoti riguardanti i suoi rapporti con alcune delle più grandi star della cinematografia internazionale, e in particolare della sua amicizia con l’attrice Marilyn Monroe.

Fotografia e scultura

Nel 1972 interpreta la Fata Turchina in Le avventure di Pinocchio televisivo di Luigi Comencini, che costituisce l’esordio dell’attrice in una produzione televisiva, e che rimane tuttora nella memoria del pubblico di varie generazioni.

Da quell’anno iniziò tuttavia a diradare le apparizioni sugli schermi per dedicarsi principalmente alla fotografia (ha fotografato, tra gli altri, Paul Newman, Salvador Dalí, Henry Kissinger, David Cassidy, Audrey Hepburn ed Ella Fitzgerald), pubblicando anche alcuni libri di reportage (risale al 1973 l’intervista esclusiva a Fidel Castro), e soprattutto alla scultura, con esposizioni in tutto il mondo, particolarmente in Cina, Francia, Spagna, Qatar, Stati Uniti d’America, Russia.


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Gina Lollobrigida in La donna più bella del mondo.

Nel 1984 è inserita nel cast del serial statunitense Falcon Crest: a quasi 60 anni, ancora in ottima forma e inguainata di rosso, balla la tarantella guadagnandosi una nomination al Golden Globe per la miglior attrice non protagonista in una serie. Di qualche anno successivo (1988) è il remake televisivo de La romana diretto da Giuseppe Patroni Griffi, ove la Lollobrigida sostenne il ruolo della madre della protagonista, interpretata da Francesca Dellera e con cui litigò apertamente. Dopodiché si limitò ad apparire saltuariamente al cinema ed in televisione in ruoli cameo.

Tarda carriera

Nel 1996 riceve il David di Donatello alla carriera e nel 2006 un riconoscimento speciale in occasione del cinquantenario del trofeo di cui era stata la prima vincitrice nel 1956. Nel 1999 si candida senza successo al Parlamento europeo in una lista di centro-sinistra, I Democratici.


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Gina Lollobrigida in Le avventure di Pinocchio.

Nell’ottobre 2010 è ospite di Pippo Baudo nella trasmissione Novecento, dove ricostruisce la sua lunga e fortunata carriera d’attrice, fotografa e scultrice. Nel 2011, dopo 14 anni di assenza nel cinema, torna sul grande schermo con una partecipazione straordinaria nel film Box Office 3D – Il film dei film, diretto e interpretato da Ezio Greggio. Alla fine dello stesso anno, per la prima volta insieme sul grande schermo, Gina Lollobrigida e Sophia Loren sono tra le protagoniste del documentario Schuberth – L’atelier della dolce vita di Antonello Sarno.

Nel maggio 2012, è stata ospite d’onore alla cerimonia del David di Donatello dove ha raccontato alcuni aneddoti della sua lunga ed intensa carriera d’attrice. Il 2 febbraio del 2018 alla Lollobrigida viene dedicata una stella sulla celebre Hollywood Walk of Fame, divenendo così la quattordicesima personalità italiana a ricevere tale prestigioso riconoscimento.

Vita privata

Nel gennaio 1949 sposò sul monte Terminillo di Rieti il medico sloveno Milko Škofič, che prestava servizio fra i profughi temporaneamente alloggiati a Cinecittà. Nel luglio 1957 ebbero un figlio, Andrea Milko Škofič, che darà loro un nipote, Dimitri, nato nel 1994. Nel 1971 divorziò dal marito, da cui viveva separata da almeno 5 anni, che aveva già iniziato una relazione con la cantante lirica austriaca Ute de Vargas.


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Gina Lollobrigida e il figlio Andrea Milko nel 1962 ai mercatini natalizi di piazza Navona a Roma.

Vive dagli anni Cinquanta in una grande villa sull’Appia antica a Roma, sebbene da alcuni anni l’attrice abbia spostato la sua residenza ufficiale nel Principato di Monaco.

Nell’ottobre 2006 dichiara alla rivista spagnola ¡Hola! l’intenzione di sposarsi, dopo una relazione tenuta segreta per più di vent’anni, con l’imprenditore spagnolo Javier Rigau: lei ha 79 anni, lui 45. In un’intervista rilasciata il 2 febbraio 2019, Rigau dichiara che si frequentavano già negli anni Settanta, quando lui era ancora minorenne.

Tante persone in Spagna ed a Roma sapevano della relazione del ragazzo quindicenne e la diva, che era solo di natura sessuale all’inizio. Anche se non era illegale avere una relazione con un minorenne, Rigau voleva evitare uno scandalo e anche proteggere la Lollobrigida che aveva paura dei media.

La morte

Nel settembre 2022 venne ricoverata a causa di una caduta con conseguente rottura del femore, per la quale venne in seguito operata. In seguito venne nuovamente ricoverata in una clinica privata di Roma, dove si spense il 16 gennaio 2023, all’età di 95 anni, a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. La camera ardente fu allestita il 18 gennaio presso la sala della Protomoteca nel Palazzo Senatorio in Campidoglio e, il giorno seguente con diretta su Rai 1, il funerale celebrato presso la chiesa degli artisti, in piazza del Popolo a Roma. Al termine della celebrazione il feretro raggiunse la città di Subiaco per la sepoltura nel locale cimitero, come da suo desiderio

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