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Giorgio de Chirico: vita, opere, morte e curiosità sul pittore metafisico

Quando pensiamo a de Chirico subito bazzicano nella nostra mente le sue piazze vuote, i manichini privi di volto, le colonne e i busti di marmo

Giorgio de Chirico è uno dei più grandi artisti italiani del ‘900 e maggiore esponente della pittura definita “Metafisica“, è stato, inoltre, l’unico in grado di porre le basi del Surrealismo, arte capace di ricreare con la pittura l’inconscio dell’artista.

Quando pensiamo a de Chirico subito bazzicano nella nostra mente le sue piazze vuote, i manichini privi di volto, le colonne e i busti di marmo: qui il passato arcaico e l‘universo onirico dell’artista si mescolano creando un mondo nuovo e strano ma che, allo stesso tempo, accarezza particolarità del suo tempo.

Giorgio de Chirico, vita e opere

Giorgio de Chirico, diminutivo di Giuseppe Maria Alberto Giorgio de Chirico, nasce il 10 luglio del 1888 a Volo, in Tessaglia. da genitori italiani nati a Costantinopoli e appartenenti alla nobiltà: il padre Evaristo de Chirico, ingegnere ferroviario, tra i principali realizzatori della prima rete su rotaie in Bulgaria ed in Grecia; la madre è la baronessa di origine genovese Gemma Cervetto. De Chirico ha anche una sorella maggiore, Adelaide, morta prematuramente e il fratello noto con lo pseudonimo di Alberto Savinio, anch’egli noto scrittore e pittore.

Sarà proprio il luogo della sua infanzia, la Tessaglia, con la sua classicità e le sue colonne a caratterizzare i dipinti e l’immaginario dell’artista.

Soggiorno parigino e le prime opere

Giorgio de Chirico studia la pittura al Politecnico di Atene, poi si sposta in Italia e in Germania dove frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze e l’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. Dopo gli studi si trasferisce a Milano nel 1909 e infine a Parigi nel 1911, dove già viveva suo fratello.

Nella capitale francese, stringe amicizia con i poeti Paul Valéry e Guillaume Apollinaire e grazie alle conoscenze del fratello, viene presentato a Pierre Laprade, membro della giuria del Salon d’Automne, per il quale espone tre opere: Enigma dell’Oracolo, Enigma di un pomeriggio e Autoritratto.


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                     Enigma dell’oracolo

Nello stesso anno, in occasione dell’esposizione di altre tre sue opere al Salon des Indépendants viene notato da Pablo Picasso che gli presenterà artisti come Brancusi, Braque, Jacob, Soffici, Léger e Derain. Apollinaire organizza nell’atelier dell’artista una mostra di 30 opere e recensisce De Chirico utilizzando il termine “metafisico“.

Ferrara e la nascita della pittura metafisica

Con l’esplodere della Prima Guerra Mondiale Giorgio si arruola come volontario insieme al fratello Alberto. I due vengono inviati in servizio a Ferrara: è qui che Giorgio incontrerà il pittore futurista Carlo Carrà; questo sodalizio darà finalmente vita alla corrente nota come “pittura metafisica”. Le opere più celebri di questo periodo sono Ettore e Andromaca (1917) e Le Muse inquietanti (1917).


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             Ettore e Andromaca

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      Le Muse inquietanti

L’attività espositiva è intensa e vi affianca anche quella come scenografo: nel 1929 esegue, ad esempio, scene e costumi per i balletti di Diaghilev a Parigi, illustra i Calligrammes di Apollinaire e Mythologies di Cocteau.

Nel 1935 è chiamato negli Stati Uniti per un’importante mostra alla Julien Levy Gallery e collabora con importanti riviste di moda come Vogue e Harper’s Bazaar. Rimane qui fino al 1936 con la compagna Isabella Far, alla quale resterà legato fino alla morte.

Nel 1937 è costretto a spostarsi tra Milano, Parigi, Londra, Firenze, Torino e Roma dove espone per la seconda volta alla Quadriennale. Nel 1945 pubblicherà: Commedia dell’arte moderna e Memorie della mia vita. Due anni dopo si stabilisce definitivamente a Roma in Piazza di Spagna.

Nel secondo dopoguerra de Chirico avvierà quella che è conosciuta come fase barocca, con opere che ritraggono nature morte, soggetti storici mitologici e autoritratti come il famoso Autoritratto con corazza (1967).


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Anche al termine della sua vita, Giorgio continua incessantemente e con maggior passione a dipingere, fino alla sua morte, avvenuta il 20 novembre del 1978 a Roma.

La pittura metafisica stile e temi

“Un’opera d’arte per divenire immortale deve sempre superare i limiti dell’umano senza preoccuparsi né del buon senso né della logica”

Con pittura metafisica si intende un’arte che rappresenta qualcosa che va al di là dell’esperienza sensoriale, lasciando spazio all’onirico e all’inconscio dell’artista. Nella pittura metafisica i luoghi, per quanto realistici, assumono una valenza onirica. Una prospettiva distorta causata da elementi apparentemente fuori luogo (come statue e manichini all’interno di una piazza o accanto a elementi architettonici classicheggianti).

Elementi chiave delle opere metafisiche di De Chirico sono le immense piazze prive della presenza umana in cui emergono elementi bizzarri come manichini o busti di marmo e colonne classiche. Da queste opere spesso traspare un senso di solitudine e inquietudine.

La pittura metafisica porrà le basi per la nascita del Surrealismo, corrente artistica che privilegerà la rappresentazione dell’io interiore dell’artista a discapito della fedeltà realistica. Artisti surrealisti sono Mirò, Dalì, Magritte.

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