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Il 20 aprile del 1893 nasce Joan Miró i Ferrà: celebre pittore surrealista

Tutto quello che c'è da sapere sul celebre pittore, scultore e ceramista spagnolo Joan Mirò

Joan Miró i Ferrà, nacque a Barcellona il 20 aprile del 1893 e morto a Palma di Maiorca il 25 dicembre del 1983 è stato un pittorescultore e ceramista spagnolo, esponente del surrealismo.

Joan Miró, vita e l’arte del celebre pittore

Joan Mirò nacque a Barcellona il 20 aprile del 1893. Figlio di un orefice e orologiaio, Miquel Miró Adzerias e di sua moglie Dolores Ferrà di Oromi, cominciò a disegnare da molto piccolo all’età di 8 anni. Su consiglio del padre, Miró intraprese studi commerciali ma in parallelo frequentò anche delle lezioni private di disegno.

Fu il lungo periodo di convalescenza passato nella casa di famiglia a Mont-roig del Camp a consolidare definitivamente la sua vocazione; lo stesso Miró riconobbe in seguito in Mont-roig e Maiorca; i due poli della sua ispirazione.

Tornò a Barcellona nel 1912, frequentò l’Accademia Galí fino al 1915, dopodiché passò al Circolo Artistico di Sant Lluc.  Nel 1916 Mirò affittò uno studio ed entrò in contatto con personalità nel mondo dell’arte.

Furono questi gli anni in cui Miró scoprì il fauvismo (movimento pittorico dei FauvesSelvaggi /Belve) e in cui tenne la sua prima esposizione personale alle Galeries Dalmau (1918).


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Joan Miró: il periodo parigino

Attirato dalla comunità artistica che si riuniva a Montparnasse, nel 1920 si stabilì a Parigi, dove conobbe Picasso e il circolo dadaista di Tristan Tzara.


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     Il carnevale di Arlecchino (1924-1925)

Già in questo periodo, in cui disegnava nell’accademia La Grande Chaumière, cominciò a delinearsi il suo stile decisamente originale, influenzato inizialmente dai dadaisti ma in seguito portato verso l’astrazione per l’influsso di poeti e scrittori surrealisti.

Nel 1926 collaborò con Max Ernst per la scenografia di Romeo e Giulietta e realizzò il celebre Nudo.


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 Nudo (1926)

L’anno successivo, dopo la morte del padre, Miró si trasferì alla Cité des Fusains ed ebbe come vicini, oltre ad Ernst, anche Jean Arp e Pierre Bonnard.

Sempre a Parigi, nel 1928, la sua esposizione nella galleria Georges Bernheim lo rese famoso.

Il 12 ottobre 1929 Miró sposò a Palma di Maiorca, Pilar Juncosa; la coppia ebbe una unica figlia di nome María Dolores.


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              Hirondelle Amour (1933-1934)

In questi anni iniziò anche la sperimentazione artistica di Miró, si cimentò con le litografie, l’acquaforte e la scultura, nonché con la pittura su carta catramata e vetro, e con il grattage.

Con lo scoppio della guerra civile spagnola (1936) tornò a Parigi, dove si dedicò a raccogliere fondi a favore della causa repubblicana, fece successivamente ritorno in Spagna durante l’invasione nazista della Francia.

Da questo momento visse stabilmente nei poli in cui nacquero le sue maggiori ispirazioni artistiche: Maiorca e Mont-roig del Camp.

Miró fu uno dei più radicali teorici del surrealismo, al punto che André Breton, fondatore di questa corrente artistica, lo descrisse come “il più surrealista di noi tutti”.



Tornato nella casa di famiglia, a Mont-roig del Camp, Miró sviluppò uno stile surrealista sempre più marcato; in numerosi scritti e interviste espresse il suo disprezzo per la pittura convenzionale.

La prima monografia su Miró venne pubblicata da Shuzo Takiguchi nel 1940.

Dopo la morte della madre, avvenuta nel 1944, Miró iniziò a dedicarsi a lavori sfusi di ceramica e a sculture di bronzo.

Gli anni della celebrità

Nel 1954 Miró vinse il premio per la grafica alla Biennale di Venezia e nel 1958 il Premio Internazionale Guggenheim. In questi anni fece molti viaggi ed esposizioni negli Stati Uniti.

Fin dal 1956 si stabilì definitivamente a Palma di Maiorca in una casa progettata e costruita dal cognato, cui aggregò in seguito un laboratorio e uno studio di pittura grazie all’aiuto dell’amico Josep Lluís Sert.



Al fine di preservare la proprietà così delineatasi, per lui luogo creativo per eccellenza, Miró ne donò parte alla cittadinanza, che nel 1981 vi allestì la Fundació Pilar e Joan Miró. Già nel 1972, d’altronde, Miró aveva creato la Fundació Joan Miró a Barcellona.

Negli anni Settanta e Ottanta, Mirò si dedicò pure alla Mail art, come indicato nel libro Recupero della Memoria di Eraldo Di Vita, scrittore che ha avuto rapporti epistolari col pittore.

Nel 1978 si dedicò alla scenografia per uno spettacolo teatrale, nonché alla scultura monumentale.

Risale a questo periodo la sua celebre scultura Dona i ocell – Donna e uccello, che si trova nel parco Joan Miró a Barcellona.


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     Dona i ocell – Donna e uccello (1983)

Joan Miró: gli ultimi anni

Per i riconoscimenti in patria Miró dovette attendere gli anni della vecchiaia e la caduta del franchismo:

  • nel 1978 ricevette la Medalla d’Or de la Generalitat de Catalunya;
  • nel 1979 l’Università di Barcellona gli conferì la laurea honoris causa (l’Università di Harvard aveva già provveduto nel 1968);
  • nel 1980 ricevette la medaglia d’oro delle Belle Arti dal re di Spagna Juan Carlos; nel 1981 fu premiato con la medaglia d’oro di Barcellona.

In età avanzata Miró accelerò il suo lavoro, creando ad esempio centinaia di ceramiche, tra cui i Murales del Sole e della Luna presso l’edificio dell’UNESCO a Parigi.


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         Murales del Sole e della Luna (1957)

Si dedicò pure a pitture su vetro per esposizione. Disegnò anche il manifesto ufficiale del campionato mondiale di calcio 1982 tenutosi in Spagna.

Negli ultimi anni di vita Miró concepì le sue idee più radicali, interessandosi della scultura gassosa e della pittura quadridimensionale.

Joan Miró morì, all’età di 90 anni il 25 dicembre del 1983, a Maiorca e venne sepolto a Barcellona, nel cimitero di Montjuïc.


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