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Giustizia, nuova improcedibilità: esclusi i reati di mafia e terrorismo, ma non quelli di corruzione

Esclusione dell'improcedibilità per i reati di mafia e terrorismo, ma non per i delitti di corruzione

Importanti novità per la Giustizia: la riforma Cartabia escluderà l’improcedibilità per i reati di mafia e terrorismo. E per i reati di corruzione, oppure per quelli contro la Pubblica Amministrazione? Cosa resta della Spazzacorrotti? Eppure Giuseppe Conte, leader del M5S, nelle ultime dichiarazioni si è mostrato soddisfatto, vincitore di una penosa trattativa. Intanto, il Csm definisce irrazionale il meccanismo dell’improcedibilità, dando voce al parere dei magistrati, in merito alle rilevanti e drammatiche ricadute pratiche. Secondo i giudici, la riforma Cartabia rappresenterebbe una “mortificazione dei diritti delle parti offese” ed alimenterebbe “un diffuso senso di sfiducia dei cittadini verso la giustizia”.

Giustizia, Conte esulta a seguito della trattativa sull’improcedibilità

La riforma Cartabia estrometterà dal nuovo meccanismo di improcedibilità i reati di mafia e terrorismo. A confermarlo è Giuseppe Conte, attraverso le dichiarazioni espresse nella sera di ieri, 29 luglio. In realtà, seppure migliorata, la riforma Cartabia continua a mostrare delle gravi fasce d’impunità, soprattutto per i reati di corruzione e per quelli contro la Pubblica Amministrazione. La serrata trattativa tra il M5S ed il resto della maggioranza è proseguita insistentemente nelle ultime settimane, prima di raggiungere un punto di equilibrio nella giornata di ieri. Anzi, inizialmente sembrava addirittura sfumata, lasciando ore di grande tensione all’interno della maggioranza. Poi, il punto di equilibrio, utile per far ritirare i quasi mille emendamenti al testo della riforma Cartabia, da parte del M5S.

Giustizia, sull’improcedibilità il M5S esulta, al contrario del Csm

Il Csm, senza mezzi termini, ha associato alla riforma Cartabia “effetti drammatici”. Il plenum, con 16 voti a favore, 3 contrari e 4 astenuti, dopo aver ipotizzato l’irrazionalità del meccanismo di improcedibilità, ha lanciato l’allarme sulle rilevanti e drammatiche ricadute pratiche. “Si rischia la mortificazione delle parti offese, un diffuso senso di sfiducia dei cittadini verso la giustizia ed una fascia di impunità anche per i reati molto gravi”, secondo il celebre magistrato Nino Di Matteo. Anche la norma che lascia al Parlamento la possibilità di fissare i criteri di priorità dell’azione penale è vista come un “vulnus evidente, uno squarcio”, da parte della magistratura.

Giuseppe Conte, al termine dell’incontro con i gruppi di confronto, ha rilasciato una breve intervista sui “dossier attuali”, tra cui, ovviamente, il delicato argomento Giustizia. “Sulla giustizia continuiamo ad attendere che venga realizzato l’esito di questo confronto. Adesso ci sono anche i pareri del Csm, sia sull’improcedibilità che sulla riforma complessiva (riforma Cartabia)”, ha affermato Conte. “Tutto verrà discusso dal plenum. É un ulteriore contributo tecnico che serve per mettere a fuoco tutte quelle criticità che anche noi abbiamo segnalato. Non è una battaglia del M5S”- conferma il leader- “è una battaglia di tutti gli italiani che hanno a cuore i valori della legalità, della giustizia, dell’antimafia e dell’anticorruzione”.

Conte sulla possibilità del Parlamento di fissare i criteri dell’azione penale

“Ritengo anche quella una norma critica. In altri ordinamenti, indirizzi del genere sono anche previsti. Però, quando parliamo del nostro, conosciamo i rapporti difficili del passato tra politica e magistratura. Quindi, ritengo che quella norma sia critica. É bene lasciare e realizzare a pieno il principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale e gli interventi del Parlamento possono essere interventi molto critici, delicati”, conferma il leader dei 5S.

Giustizia, Conte: “La Lega si è opposta sui processi per mafia”

Lo squarcio all’interno della maggioranza è tangibile, soprattutto quando sul banco vi è una riforma del genere, importante come quella della Giustizia. Conte ammette la “durissima battaglia” in Consiglio, “per quanto riguarda tutti i processi legati alla mafia”.

“Devo dirlo pubblicamente- afferma l’ex Premier- sono davvero rammaricato, c’è stato una dura, durissima opposizione della Lega e questo mi fa pensare. Quando si tratta di combattere la mafia siamo tutti sullo stesso fronte. Poi, quando si scende nei fatti concreti gli slogan scappano via ed evidentemente non ci si ritrova sullo stesso fronte”.

 

 

 

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