Curiosità

Grappe, quali sono le principali tipologie

Quando si deve cercare di definire una grappa occorre partire da un punto: non esiste attualmente un metodo di identificazione dei tipi di grappa

Le grappe sono una specialità tipicamente italiana espressione del Made in Italy: solo i distillati del nostro Paese, infatti, per legge possono essere denominati in questo modo. Qualcuno tende ancora a confonderle con l’acquavite, i veri appassionati sono in grado di riconoscere immediatamente una vera grappa e valutarla in maniera adeguata. Quali sono le tipologie di grappa esistenti?

Non esiste un vero metodo di identificazione

Quando si deve cercare di definire una grappa occorre partire da un punto: non esiste attualmente un metodo di identificazione dei tipi di grappa. Le suddivisioni avvengono quindi sulla base di consuetudini e norme riguardanti la distillazione, l’affinamento e l’etichetta.
Su una bottiglia è quindi possibile reperire le informazioni relative alla regione di provenienza e la denominazione geografica di origine, cui si aggiungono le informazioni sul tipo di alambicco utilizzato per la distillazione e il tipo di vitigno impiegato. Per riuscire ad avere un metodo in grado di individuare con maggior precisione le principali tipologie di grappa esistenti, la cosa migliore da fare è utilizzare le indicazioni dell’Associazione Nazionale degli Assaggiatori di Grappa.

Le indicazioni dell’Associazione Nazionale degli Assaggiatori di Grappa

Secondo l’ANAG, la divisione può essere fatta sulla base delle seguenti tipologie:

  • giovani, ovvero i distillati aromatici “riposati” all’interno di contenitori di acciaio o vetro, escludendo il passaggio nelle botti di legno per l’affinamento, caratterizzati dalla colorazione trasparente e dalla profumazione fruttata;
  • aromatiche, che sono prodotte utilizzando le stesse procedure delle grappe giovani, con l’aggiunta di uva aromatica o semi-aromatica, a partire da Brachetto e Moscato;
  • invecchiate, oggetto di severa regolamentazione da parte della Legge italiana, in particolare dall’Agenzia delle Dogane, che rilascia un’attribuzione riconosciuta solo ai distillati invecchiati per un periodo che può andare dai 12 ai 18 mesi;
  • aromatizzate, ovvero i distillati giovani ottenuti mediante l’infusione di ingredienti extra di origine vegetale come la frutta o le erbe officinali e aromatiche. In questo caso la grappa va ad assumere una colorazione diversa da quella della grappa giovane trasparente e un sapore aromatizzato;
  • Riserva e stravecchia, altra tipologia rigidamente regolamentata per legge, tale da prevedere un periodo di affinamento che non deve durare meno dii diciotto mesi all’interno di botti in legno;

Le grappe barricate

Ci sono poi le grappe barricate, tra le più amate ed oggetto di regolamentazione da parte del Ministero delle Politiche agricole nel 2016. Il distillato in questione è destinato a riposare in contenitori di legno per un periodo che non deve essere inferiore ad un anno o in barrique di rovere francese con una capacità tra 225 e 228 litri.
Le migliori grappe barricate sono eccellenze assolute: per grappa barricata si intende esclusivamente quella lavorata in modo da portare alla definizione di un distillato profumato e saporito dal legno in cui è chiamata a riposare, risultando spesso più dolce grazie agli aromi simili a quelli della vaniglia o del cioccolato.

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