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Il 12 agosto del 1964 muore Ian Fleming, storico volto dell’agente 007: James Bond

Ian Fleming è lo scrittore che ha partorito uno dei personaggi più famosi della letteratura moderna e della cinematografia mondiale: James Bond, l’agente dei servizi segreti inglesi il cui nome in codice “007” è oggi comune sinonimo di “agente segreto”. Il grande pubblico identifica il suo immortale personaggio, spavaldo, coraggioso, elegante, affascinante, con i volti degli attori che nei decenni hanno saputo meglio interpretare sul grande schermo le sue caratteristiche: da Sean Connery a Roger Moore, fino all’attuale Pierce Brosnan.

12 agosto 1964: ci lascia Ian Fleming, il James Bond degli anni Sessanta

Nato a Canterbury il 12 agosto del 1964 da una famiglia aristocratica inglese, figlio di Valentine Fleming, deputato conservatore e ufficiale della Riserva, nipote di Robert Fleming, ricco banchiere scozzese, Ian Lancaster Fleming era il secondo di quattro fratelli.


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Nel 1917, quando ha solo nove anni, il padre muore nella Prima Guerra Mondiale, nominando la moglie Evelyn St. Croix Rose Fleming sua erede, con il vincolo che la donna non si risposi. Il fratello della madre, Harcourt ‘Ingle’ Rose, sposò la contessa Estelle Marie Carandini, vedova dell’ufficiale Geoffrey Trollope Lee, nonché madre dell’attore Christopher Lee. Lo spettro del padre grava per molto tempo sul giovane Ian, che lo vede come un esempio. Vive anche all’ombra del fratello maggiore, Peter, che ha ottimi risultati a Oxford.

Gli studi

Nel 1921 incomincia a frequentare il college a Eton, dove si distingue in particolar modo per meriti sportivi, ma è costretto ad abbandonare gli studi a causa di un incidente con una ragazza. La madre, con l’obiettivo di infondergli maggior rettitudine morale, lo iscrive all’Accademia Militare di Sandhurst, dove Ian rimane per poco tempo: la sua voglia di indipendenza lo porta a non impegnarsi nella carriera militare. La madre, esasperata, nel 1928 lo manda in Austria, a Kitzbühel, dove, grazie a un ambiente meno opprimente, Ian si forma come individuo, appassionandosi allo sci e all’alpinismo, attività che ricorreranno sovente nei racconti di 007.


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In seguito Ian frequenta corsi di politica estera all’Università di Monaco di Baviera, provando a scrivere poemi e brevi racconti, ma senza convinzione. Nel 1929 frequenta brevemente l’Università di Ginevra. Segue infine le orme del fratello: è giornalista per l’agenzia Reuters, come inviato a Berlino, a Londra e a Mosca, dove prosegue la carriera come inviato speciale del Times. La morte del nonno lo porta ad abbandonare il giornalismo: diviene socio della banca di famiglia, con la speranza di conseguire facili ricchezze.

Carriera militare

Nel 1939, all’alba della Seconda Guerra Mondiale, è reclutato dall’ammiraglio John Edumund Godfrey, direttore della Naval intelligence della Royal Navy, come suo assistente personale, inizialmente con il grado di tenente, ma promosso capitano di corvetta dopo pochi mesi.


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In quegli anni svolge una serie di operazioni che saranno la base delle esperienze che daranno credibilità, vita e sostanza al personaggio di James Bond.

Casinò Royal

Nel 1952 sposa Anne Geraldine Rothermere, Contessa di Charteris. Durante il viaggio di nozze scrive Casinò Royal, il suo primo libro con James Bond. Arriverà a scrivere in tutto dodici romanzi oltre a due raccolte di racconti su 007, un libro inchiesta sul traffico internazionale di diamanti e un romanzo surreale intitolato Chitty Chitty Bang Bang.


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Nella saga dell’agente segreto più famoso del mondo, Ian Fleming utilizzò molti episodi della sua vita personale oltre che professionale.

Morte


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All’una di notte del 12 agosto 1964, a 56 anni, Ian Fleming muore per un infarto. La moglie Anne muore nel 1981 e il loro unico figlio, Caspar, a causa di un’overdose, nel 1975. Giacciono tutti e tre sepolti sotto un obelisco di pietra vicino alla piccola chiesa di Sevenhampton.

Vita privata

Ian Flaming è stato legato sentimentalmente alla Contessa di Charteris, Anne Geraldine Rothermere. Tuttavia, da 160 lettere dello scrittore dirette proprio alla moglie, emerge un rapporto fatto di amori e tradimenti, ma anche tenerezza e passione.


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La moglie Ann.

«Non è un caso che Ian abbia scritto il suo primo romanzo di Bond nello stesso anno in cui si sono sposati, sia come sbocco per la sua libido e immaginazione, sia nel tentativo di fare soldi per una donna che era abituata a essere spensieratamente ricca – si evince dalle dichiarazione dell’esperto che tenne un asta delle sue lettere, Gabriel Heaton, citato anche dal Guardian e dal Telegraph -. Molto più che lettere d’amore, questa corrispondenza traccia l’ascesa meteorica di Bond e dipinge un’immagine vivida dell’alta società che vive nel mondo postbellico».

Risvolti sadomasochisti

Le lettere raccontano una relazione tempestosa e complicata, fatta di tradimenti, rapporti sadomasochisti e tenerezza, ma anche di complicità e amore. Ann Fleming, da nubile Charteris, nacque nell’aristocrazia e sposò uomini ricchi. Il suo primo marito fu Shane O’Neill, il terzo barone O’Neill.


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Dopo la sua morte, avvenuta in un’azione militare nel 1944, sposò il magnate dei giornali Esmond Harmsworth, il secondo visconte Rothermere. Durante entrambi i matrimoni lei e Fleming erano amanti, un’intensa relazione che aveva elementi sado-masochisti come si evince dalle lettere visionate dai giornali inglesi. «Ti bramo anche se mi frusti perché amo essere ferita da te e baciata in seguito», scrisse Ann una volta a Fleming. «Adoro frustarti, strizzarti e strapparti i capelli neri, e poi siamo felici insieme e ci infiliamo gli spilli uno nell’altra e non ci comportiamo troppo da adulti», ha scritto a sua volta Fleming.

Nella corrispondenza successiva, Ann ha scritto: «Vorrei che una fata arrivasse con una bacchetta e facesse tutto bene, dai a Esmond una moglie perfetta e mettimi nel tuo letto con una frusta di pelle bovina grezza in mano in modo da poterti tenere ben educato per quarant’anni…».

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