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29 marzo 1795: nel tempio della lirica mondiale, Ludwig van Beethoven presentò il suo primo concerto

Era il 29 marzo quando il celeberrimo compositore Ludwig van Beethoven, diede il suo primo concerto presso l'Hoftheater

Sulle possibilità che replicasse la parabola di Mozart, quale enfant prodige della lirica, il genio Ludwig van Beethoven, presentò al prestigioso palcoscenico austriaco dell’Hoftheater, il suo primo concerto.

Ludwig van Beethoven presentò il suo primo concerto

Il 29 marzo del 1795 e in un palcoscenico d’eccezione, il celeberrimo compositore Ludwig van Beethoven, diede il suo primo concerto presso l’Hoftheater (teatro di corte voluto dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria). Fino a questo momento le sue esibizioni erano avvenute in forma privata a corte e presso residenze nobiliari, si tratta di un evento epocale per gli appassionati di musica classica.

Lo straordinario evento

All’interno della capitale dell’impero austriaco, tempio della lirica mondiale, entrò in contatto con le principali correnti culturali e ascoltò le lezioni di maestri dell’epoca mozartiana quali Johann Schenk, Johann Georg Albrechtsberger e Antonio Salieri. In questo periodo pubblicò le sue prime opere: tre Trii per piano, violino e violoncello e alcune Sonate per pianoforte.


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In seguito, il 29 marzo del 1795, il grande giorno arrivo. Così, in un palcoscenico d’eccezione, il massimo che si potesse chiedere a quel tempo: l’Hoftheater, teatro di corte voluto dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria d’Asburgo e dove erano state rappresentate per la prima volta tre delle più celebri opere di Mozart (“Il ratto dal serraglio”, “Le nozze di Figaro” e “Così fan tutte”).

I dettagli

Tale evento venne organizzato da Haydn in favore delle vedove dei caduti nel conflitto con la Francia. Per l’occasione Beethoven, diretto dal celebre Antonio Salieri (divenuto in seguito famoso per la sua presunta rivalità con Mozart), eseguì al piano il Concerto in si bemolle, scritto tra il 1787 e il 1789, in cui erano evidenti i richiami mozartiani e lo stile classico.


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Antonio Salieri, passato alla storia per una presunta rivalità con Mozart.

Anche se in quel concerto non riflettesse le peculiarità tipiche della sua produzione divenuta più nota, gli procurò il consenso della raffinata aristocrazia viennese che cominciò a contenderselo nelle occasioni ufficiali.

La rottura della tradizione

Al contempo, Beethoven fece valere presto la sua autonomia compositiva, rompendo con la tradizione del compositore stipendiato da un padrone, che ne condizionava l’ispirazione per soddisfare le esigenze della sua corte. In sostanza nasceva con lui il musicista moderno.

Tutto ciò, unito alla sua capacità di innovare senza rinnegare la tradizione classica e all’apertura agli ideali romantici ripresi dalle letture di Goethe e Schiller, gli valse l’ostilità dei critici più conservatori che lo ponevano in antitesi negativa rispetto a Mozart.


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Goethe e Schiller, i due fulgidi volti degli ideali romantici.

La sordità e altre grandi opere

Quest’isolamento, accentuato dal suo carattere difficile e dalla cattiva sorte (scoprì di essere sordo a soli 30 anni), lo condannò a una vita di sofferenza interiore.


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Caroline Unger cantò come contralto durante la prima esecuzione della sinfonia.

La sua sordità non gli impedì di generare capolavori immortali per la musica classica, tra questi possiamo citare la “Nona Sinfonia in Re minore Op. 125” che tra gli altri l’Inno alla gioia (adottato come inno ufficiale dell’Unione Europea), e di diventare un modello per generazioni di compositori.

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