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Chi era Malcom X, il noto politico afroamericano, difensore dei diritti umani

Una delle figure più importanti della storia degli Stati Uniti del secondo dopoguerra e insieme a Martin Luther King uno degli esponenti più importanti del movimento dei diritti civili dei neri

Malcolm X è considerato una delle figure più importanti della storia degli Stati Uniti del secondo dopoguerra e insieme a Martin Luther King uno degli esponenti più importanti del movimento dei diritti civili dei neri.

“Nessuno può darti la libertà. Nessuno può darti l’uguaglianza o la giustizia o qualsiasi altra cosa. Se sei un uomo, te le prendi.”

Malcom X il noto attivista per i diritti dei neri fu ucciso a New York da militanti di un gruppo religioso di cui anche lui aveva fatto parte.

La vita e la lotta di Malcom X

Malcolm X si chiamava Malcolm Little, ma decise di eliminare il suo cognome perché, sosteneva, era un’eredità dello schiavismo. Durante un’intervista spiegò:

«Mio padre non conosceva il suo vero cognome. Lo ricevette da suo nonno che a sua volta lo ricevette da suo nonno che era uno schiavo e che ricevette il cognome dal suo padrone».

Malcolm X nacque a Omaha, il 19 maggio 1925, ed ebbe un’infanzia molto complicata: suo padre fu ucciso quando aveva sei anni e poco tempo dopo sua madre fu ricoverata in una clinica psichiatrica. Nel 1946 Malcolm X fu arrestato per alcuni furti e fu condannato a otto anni di prigione.


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Nel carcere di Charlestown, vicino Boston, Malcolm X conobbe la Nazione Islamica, un gruppo di suprematisti neri che predicava l’emancipazione dei neri attraverso un’interpretazione originale della religione islamica. Dopo essersi avvicinato al gruppo ed essersi convertito alla versione dell’islam, quando uscì dal carcere, nel 1952, divenne un membro importante dell’organizzazione, oltre che uno dei suoi leader religiosi. In questi anni cominciò anche il suo impegno militante per i diritti civili.


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Malcom X e la lotta per i diritti civili dei neri americani

Malcolm X divenne famoso in tutti gli Stati Uniti nel 1957, quando Johnson Hinton, un membro della Nazione Islamica, fu picchiato e arrestato dalla polizia di New York. Malcolm X riuscì in poche ore a radunare una folla davanti alla stazione di polizia. Insieme a un avvocato chiese di vedere Hinton, ma la polizia negò di averlo in custodia. Quando le persone all’esterno della stazione di polizia diventarono diverse centinaia, i poliziotti cambiarono idea e permisero a Malcolm X di incontrare Hinton. Hinton aveva ricevuto diversi colpi alla testa ed era in gravi condizioni. Malcolm X riuscì a farlo trasportare in ospedale.


Malcom


All’epoca il suo attivismo era molto intenso: tra gli insegnamenti praticati dalla Nazione Islamica, c’era per esempio la supremazia dei neri sui bianchi e l’idea che tutti i bianchi fossero intrinsecamente malvagi, o comunque colpevoli dell’oppressione dei neri. In uno dei suoi più famosi discorsi, Malcolm X dichiarò che i neri degli Stati Uniti dovevano lottare per i loro diritti

«con tutti i mezzi necessari».

Malcom X contro Martin Luther King

Malcolm X fu sempre molto ostile all’altro grande leader del movimento dei diritti civili, Martin Luther King. Malcolm X definì King uno “strumento” della repressione dei bianchi e criticò le sue teorie sulla non-violenza, sostenendo che facevano il gioco dell’oppressore e insegnavano ai neri a non reagire.

Fu anche contrario alla Marcia su Washington, una delle più grandi manifestazioni per i diritti civili nella storia degli Stati Uniti, che si tenne nell’agosto del 1963. Con disprezzo, Malcolm X la definì la «farsa su Washington».


Martin Luther King e Malcom x


Nel 1964, Malcolm X annunciò di aver interrotto i suoi rapporti con la Nazione Islamica. Due anni prima era venuto a sapere che il leader dell’organizzazione, Elijah Muhammed, aveva diverse cause in corso con due sue segretarie che gli chiedevano di riconoscere i figli avuti da relazioni illegittime.

Il sentimento di sfiducia tra i due era in realtà reciproco. Muhammed decise di sospendere dal gruppo Malcolm X dopo che aveva dato un’intervista non autorizzata: in risposta Malcolm X si dimise definitivamente.

Uscito dall’organizzazione, Malcolm X fece un pellegrinaggio alla Mecca. Il viaggio in Arabia Saudita lo cambiò molto: per esempio aveva cominciato a non considerare più tutti i bianchi come dei nemici. Disse che aver visto pregare insieme dei musulmani dalla pelle scura e chiara, biondi o con i capelli neri, gli aveva insegnato nuovi modi per risolvere il problema dei diritti dei neri negli Stati Uniti.

La tragica scomparsa

“Non si può separare la pace dalla libertà perché nessuno può essere in pace senza avere la libertà.”

Ad aprile del 1964 cominciò un lungo viaggio in diversi paesi del mondo. Tornò negli Stati Uniti a febbraio del 1965.

Il 21 febbraio del 1965, Malcolm X, un leader religioso e attivista per i diritti umani, fu ucciso con ventuno colpi d’arma da fuoco mentre teneva un discorso davanti a quattrocento persone in un hotel di New York, negli Stati Uniti. I suoi assassini furono identificati come membri della Nazione Islamica, un controverso gruppo politico che sostiene i diritti civili dei neri e di cui Malcolm X aveva fatto parte.


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Fu accusato dell’omicidio il capo della Nazione dell’Islam, Louis Farrakhan, di essere stato il mandante dell’assassinio.

 

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