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Il 9 marzo 1948 nasce Emma Bonino: leader di +Europa e importante volto del radicalismo liberale

Chi è Emma Bonino? Percorriamo insieme la storia di uno dei maggiori volti politici del radicalismo liberale italiano

Emma Bonino è una politica italiana. È stata ministra degli affari esteri della Repubblica Italiana nel Governo Letta dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014. È una delle figure più importanti del radicalismo liberale italiano dell’età repubblicana.

9 marzo 1948: nasce Emma Bonino, politica italiana

Nata a Bra il 9 marzo del 1948, Emma Bonino è stata una deputata del Parlamento Europeo e Commissaria EU per gli aiuti umanitari per la politica dei consumatori e la pesca.



Da oltre trent’anni si occupa di politica con metodi che spesso hanno suscitato controversie. La sua carriera è infatti iniziata verso la metà degli anni Settanta con la lotta per la legalizzazione dell’aborto in Italia e successivamente per l’affermazione del divorzio e la legalizzazione delle droghe leggere.

Si è laureata all’Università Bocconi di Milano in lingue e letterature straniere, Emma Bonino, dopo aver iniziato la sua militanza nel Partito Radicale accanto a Marco Pannella, fonda nel 1975 il Cisa (Centro informazione, sterilizzazione e aborto) e un anno dopo viene eletta alla Camera dei Deputati. Per l’attività del Cisa, a causa della mentalità ancora arretrata relativamente a queste tematiche nell’Italia del tempo, subisce un arresto.

Carriera

Nel 1979 diventa deputato del Parlamento Europeo (carica che sarà riconfermata nel 1984), e si fa portatrice in prima persona di numerose battaglie referendarie promosse dai radicali, soprattutto sui temi dei diritti civili.


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Dalla metà degli anni Ottanta si fa anche promotrice, fra i pochissimi in Europa (essendo la contesa politica Italiana più concentrata sugli aspetti interni), di una serie di campagne internazionali per la difesa dei diritti umani, civili e politici nei Paesi dell’est Europeo. Nel 1991 diventa presidente del Partito Radicale transnazionale e transpartitico e nel ’93 segretaria del Partito.

Nel 1994, su indicazione del Governo Berlusconi, viene nominata Commissario Europeo alla Politica dei consumatori e agli Aiuti umanitari. Una scelta che, solo per il fatto di esser stata caldeggiata da leader di Forza Italia, ha suscitato numerose controversie, in quanto molti ritennero la collaborazione con l’industriale come un tradimento della politica radicale. Ma Emma interpreta la missione con passione e coraggio e conquista grazie alle sue capacità una notorietà internazionale.

Sequestro

Il 27 settembre del 1997 viene sequestrata dai Talebani in un ospedale di Kabul in Afghanistan dove era andata a verificare il funzionamento degli aiuti umanitari europei. Viene rilasciata dopo quattro ore e denuncia in tutto il mondo le terribili condizioni di vita delle donne afghane.


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Nel 1999 si è autocandidata alla presidenza della Repubblica. Una posizione singolare e improbabile (non c’è l’elezione diretta del presidente), sostenuta però da una campagna martellante che l’ha aiutata ad avere un inatteso successo nelle elezioni europee dello stesso anno con un ragguardevole 9%.

Malgrado ciò, non ce l’ha fatta ad essere confermata nella nuova Commissione Europea, presieduta da Prodi, le viene preferito Mario Monti. Si ributta sulla scena nazionale, sempre a fianco di Pannella, ma alle elezioni regionali del 16 aprile 2000 la Lista Bonino perde gran parte dei consensi fermandosi al 2 per cento.

Referendum

Emma Bonino, carattere di ferro, non si scoraggia. Anzi, insieme all’inossidabile Pannella, promuove una serie di referendum su vari temi, che spaziano dal mercato del lavoro ai sindacati, dalla magistratura al sistema elettorale. Iniziative lodevoli e coraggiose che però non vengono premiate dagli elettori: il 21 maggio 2000, infatti, i referendum naufragano inesorabilmente a causa del mancato raggiungimento del quorum.


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Un fallimento che farà pronunciare parole amare alla Bonino, convinta che con quello sia anche finita una precisa stagione politica, quella che faceva appunto leva sui referendum e il coinvolgimento dei cittadini. Ad ogni modo, sono incombenti le politiche del 2001, a cui la Lista Bonino si presenta da sola ottenendo consensi per la verità non molto incoraggianti, solo il 2,3% dei voti.

D’altronde, le posizioni espresse da Emma Bonino raramente sono concilianti ed anzi spesso fanno a pugni con quella che si vorrebbe sia la sensibilità comune, specie in un paese come l’Italia. Ad esempio, di recente si è opposta al Vaticano per la decisione della Chiesa cattolica contro la sperimentazioni sulle cosiddette cellule staminali (che darebbero speranza di guarigione a persone affette da diverse patologie), manifestando davanti a San Pietro con cartelli contenente slogan da qualcuno ritenuti blasfemi come “No Taliban. No Vatican”.

Iniziative internazionali

Di contro, non si contano le iniziative internazionali altamente apprezzate nel mondo. Sempre di recente, si è recata con Marco Pannella a Zagabria dove il Ministro Tonino Picula gli ha consegnato le onorificenze per l’impegno da loro dimostrato nel 1991 quando sostennero la lotta croata per l’indipendenza. Da Zagabria sono poi partiti per Tirana al Congresso del Partito Radicale da dove Emma Bonino si è poi spostata al Cairo dove vive da qualche tempo.


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Grazie alle sue posizioni fortemente liberali, Emma Bonino si trova insomma ad incarnare, insieme a tutto il partito radicale e al suo leader Marco Pannella, una delle più interessanti, seppur minoritarie e poco ascoltate, alternative politiche presenti in Europa. Emma Bonino inoltre rappresenta la straordinaria forza delle donne nella politica: il suo impegno, la sua dedizione, la sua passione hanno contribuito ad un enorme accrescimento del paese sul piano dei diritti umani e civili.

Governo Prodi e Letta

Nel maggio 2006 viene nominata Ministro per gli Affari europei nel Governo Prodi.


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In occasione delle elezioni politiche ad aprile 2008 si candidata e viene eletta al Senato come capolista del Partito Democratico nella circoscrizione Piemonte, in base ad un accordo fra democratici e Radicali, all’interno della delegazione Radicale nel PD. Il 6 maggio 2008 è eletta vicepresidente del Senato della Repubblica.

Successivamente cura e pubblica un libro sull’innalzamento e l’equiparazione dell’età pensionabile delle donne, dal titolo “Pensionata sarà lei – Le donne, la parità e la crisi economica” (marzo 2009).

Nel Duemiladieci lancia la propria candidatura alla presidenza della Regione Lazio, appoggiata dai Radicali e successivamente dal Partito Democratico e altri partiti di centro-sinistra. Le elezioni la vedono sconfitta per soli 1,7% da Renata Polverini, candidata del Popolo della Libertà.

Candidature alla presidenza della Repubblica

Alle elezioni politiche del 2013, è candidata nella lista di scopo “Amnistia e Libertà”, ma non viene rieletta.


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A fine anni novanta del XX secolo era stato pubblicato un sondaggio secondo il quale un’alta percentuale degli individui intervistati avrebbe eletto Emma Bonino come Presidente della Repubblica Italiana. Messi dei gazebo in tutte le piazze italiane per raccogliere firme, intellettuali e persone dello spettacolo si mobilitarono per dare il proprio appoggio. Un vasto movimento d’opinione si attivò per spingere la candidatura di una Presidente della Repubblica donna, laica, liberale, liberista, libertaria.

Nel febbraio 2013, in vista della scadenza del mandato di Giorgio Napolitano, riemerge il nome di Emma Bonino come possibile Presidente della Repubblica, sostenuta dallo stesso Presidente del Consiglio Mario Monti. Nello stesso periodo ottiene l’appoggio di Furio Colombo, dell’ex ministra del PdL Mara Carfagna, del vicepresidente del PD Ivan Scalfarotto, del senatore finiano eletto con Scelta Civica Benedetto Della Vedova e del senatore leghista Massimo Garavaglia.



Il 14 aprile 2013 il Partito Socialista propone ufficialmente Emma Bonino come sua candidata alla Presidenza della Repubblica con una lettera del Segretario Riccardo Nencini ai grandi elettori, mentre il Movimento 5 Stelle include Emma Bonino tra le sue candidature alle consultazioni cosiddette “quirinarie”.

Un sondaggio di Ipr Marketing del 4 aprile 2013 dà Emma Bonino al 32% di preferenze, contro il 26% di Mario Draghi e il 19% di Stefano Rodotà. È prima anche nel sondaggio SWG del 5 aprile e in quelli lanciati al riguardo da L’Espresso, Corriere Della Sera e Il Sole 24 Ore. È la favorita anche per gli allibratori, che a pochi giorni dalla elezione la danno a 2.50 (seguita da Mario Monti a 3.20 e Romano Prodi a 3.80).



Nasce nel contempo un comitato Emma Bonino Presidente sul web, che ottiene le adesioni di importanti nomi del mondo della cultura e dello spettacolo (come Sergio Castellitto, Margherita Hack, Marco Bellocchio, Luca Argentero, Geppi Cucciari, Renzo Arbore, Achille Occhetto, Luca Barbareschi, Imma Battaglia, Toni Garrani, Remo Girone).

Ministra degli affari esteri nel governo Letta

Il 28 aprile 2013 Bonino entra in carica come Ministra degli affari esteri nell’ambito del governo Letta. È la seconda donna a ricoprire questo incarico dopo Susanna Agnelli.


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In relazione al caso legato all’espulsione dall’Italia della moglie di Mukhtar Ablyazov, Alma Shalabayeva, e della loro figlia, nel luglio 2013 alcuni organi di stampa chiesero a Bonino di dimettersi dall’incarico di ministra degli esteri.

Bonino respinse l’ipotesi di dimissioni, sostenendo che sarebbe stato un gesto inutile. La Farnesina continuò a lavorare e, alla fine, Alma Shalabayeva ottenne un visto Schengen per poter lasciare il Kazakistan; all’arrivo a Fiumicino, ringraziò l’Italia e Emma Bonino.



Durante una conferenza Emma Bonino dichiarò di essere d’accordo alla legalizzazione della marijuana.

Il nuovo Presidente del Consiglio Matteo Renzi non la conferma come ministra e le preferisce al suo posto Federica Mogherini. La segreteria del Partito Democratico spiega l’accaduto con una valutazione negativa sull’operato dell’ex ministra e vedendo nell’avvicendamento una volontà di discontinuità.



Il 25 ottobre 2015 ad Emma Bonino viene conferito il Fred Cuny Award for the Prevention of Deadly Conflict dello International Crisis Group. Il riconoscimento le viene consegnato da George Soros, membro onorario dello ICG.

La lista europeista e il ritorno in Senato

L’11 febbraio 2017 è presente a Milano al lancio di Forza Europa di Benedetto Della Vedova con il quale successivamente organizza alcune iniziative con la partecipazione tra gli altri di Enrico Letta, Carlo Calenda (ministro dello Sviluppo Economico), Giuliano Pisapia (ex sindaco di Milano), Angelo Bonelli (coordinatore dei Verdi) e Roberto Saviano.


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Insieme ai radicali Riccardo Magi (segretario) e Antonella Soldo (presidente), il 23 novembre 2017 presenta a Roma +Europa, formazione europeista nata dalla convergenza con la lista di Della Vedova. Questi ultimi il 5 dicembre manifestano di fronte a Palazzo Chigi per chiedere una norma che modifichi le regole sulla raccolta firme necessarie a presentarsi alle imminenti elezioni politiche.

Di fronte alla minaccia della Bonino di non partecipare alla coalizione di centro-sinistra, il 4 gennaio Bruno Tabacci mette a disposizione il simbolo di Centro Democratico così da esentare +Europa dalla raccolta firme avendo lui formato un gruppo in Parlamento dopo le elezioni del 2013. Viene candidata dalla coalizione di centro-sinistra per il Senato al collegio uninominale di Roma 1 dove viene eletta con il 38,91% delle preferenze.



Si iscriverà al Gruppo Misto dato che è l’unica eletta della lista al Senato mentre alla Camera sono stati eletti Magi e Tabacci oltre a Alessandro Fusacchia (eletto nella circoscrizione Estero). La lista ha partecipato anche alle elezioni regionali sempre il 4 marzo conquistando un seggio con la vittoria di Nicola Zingaretti nel Lazio mentre in Lombardia il posto è stato ceduto al candidato presidente Giorgio Gori vista la sconfitta.

+Europa

L’8 agosto dello stesso anno la Bonino lancia insieme a Della Vedova e Tabacci il tesseramento che dovrà portare +Europa da cartello elettorale a soggetto politico; il congresso si è svolto dal 25 al 27 gennaio 2019. In un’editoriale pubblicato su Rolling Stone Italia nell’ottobre del 2018 sostiene la necessità di difendere l’Unione Europea.


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Alle elezioni europee del 2019 è candidata nella Circoscrizione Centro per +Europa – Italia in Comune e fa parte del “TeamEurope” dell’ALDE candidato alla presidenza della Commissione Europea: come capolista raccoglie 48.539 preferenze e risulta essere la più votata tra i candidati della sua lista, ma il suo partito si ferma al 3,1% non superando la soglia minima d’accesso.

Il 10 settembre 2019 vota no alla fiducia del Governo Conte-bis. Nel discorso con cui annuncia la sua posizione, comunque contraria alla fiducia, rispetto al Governo Conte-bis, lascia intravedere una certa apertura ad eventuali sviluppi, affermando “Io sono disposta a cambiare idea”.



Il 21 settembre il Fatto Quotidiano pubblica un’intervista, in cui la Bonino precisa la sua posizione rispetto alla partecipazione al Governo in carica, affermando: “Anche dopo tentativi di avere dei colloqui non ho avuto risposte di alcun tipo”. Nel gennaio Duemilaventi è tra i 71 senatori firmatari per il referendum sul taglio dei parlamentari.

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