Cronaca

Morto a 98 anni Carlo Vichi, il re dei televisori italiani Mivar di Abbiategrasso

Al proprio funerale Vichi non gradirà la presenza delle autorità. Il suo desiderio era quello di avere "una bella festa all’interno della nuova Mivar"

È morto all’età di 98 anni Carlo Vichi, re dei televisori italiani Mivar, azienda nata negli anni Sessanta come prosecuzione della Vichi Apparecchi Radio (Var). Nato a Montieri in provincia di Grosseto e cresciuto a Milano La sede della sua Mivar è ad Abbiategrasso, alle porte della città. Un’azienda che aveva percorso la parabola dell’industria italiana: dal boom degli Anni 60, quando era arrivata ad avere quasi mille dipendenti, alla crisi per la globalizzazione e la concorrenza di chi produce con costi molto più bassi.

Morto Carlo Vichi: primo produttore di tv in Italia negli anni 70 e 80

Nel periodo d’oro degli Anni 70 e 80 Vichi era diventato il primo produttore di tv in Italia e sognava in grande. Nel 2001 era stata completata la sua Fabbrica ideale, nuova sede della Mivar, progettata interamente da Vichi e grande 120 mila metri quadrati. Ma la produzione non va lì perché Vichi non vuole “che insieme ai lavoratori ci entrino anche i sindacati“. Tra antipatia per i sindacati e simpatie per Hitler e Mussolini, non si è costruito la fama di democratico. Pensava: “In fabbrica si dice sissignore, come nell’Esercito, nessuno può venire a comandare in casa mia“.

La chiusura

Poi la concorrenza delle marche straniere e il tentativo di resistere assemblando le Smart Tv con sistema operativo Android, che però non riuscì a risollevare le sorti della Mivar, rimasta con 60 operai. Ma Carlo Vichi già lo sapeva. “Non posso più produrre televisori. Spendo 10 e posso vendere a 8“.

Le linee di produzione dei televisori si sono fermate nel 2013, con i dodici operai rimasti che si occupavano solo di assistenza e manutenzione. Imprenditore puro, lavoratore instancabile, quando l’azienda aveva dovuto chiudere i battenti aveva dichiarato che avrebbe smesso di lavorare solo “quando mi trasformerò in spirito“.

Vita privata

Carlo Vichi si era sposato giovane, a 21 anni, nel 1944 con Annamaria Fabbri, che di anni ne aveva solo 18, nella Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo, nel quartiere periferico milanese dell’Ortica. Il gioielliere dove comprarono le fedi ci disse: “Ostrega, nanca quarant’anni in du” (Cavolo, nemmeno 40 anni in due). Un amore che durerà per sempre e che culminerà con la festa per i 75 anni di matrimonio due anni fa. Un evento festeggiato in fabbrica, con un brindisi in compagnia dei figli Luisa, Maria, Valeria e Girolamo, amici e operai.

Gli arredi razionali

Nel 2018 aveva messo a disposizione Mivar in affitto gratis alle imprese che avrebbero voluto tornare a produrre tv o altre tecnologie, ma senza successo. Ma Vichi, come aveva dichiarato al Corriere due anni fa, si sentiva ancora indomito. “Ho delle ambizioni anch’io. Sono sempre stato un designer. E poi senza lavoro c’è il nulla“. Così si era inventato gli arredi razionali: tavoli con sedie estraibili, più alte del normale “per rimediare alla sgradevole sensazione di sottomissione che si prova stando seduti, fra persone che stanno in piedi” recita la descrizione del prodotto.

Funerali in fabbrica

Al proprio funerale Vichi non gradirà la presenza delle autorità. Il suo desiderio era quello di avere “una bella festa all’interno della nuova Mivar“.

Fonte: Il Corriere

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