Scienza e Tecnologia

Musica techno e droga: quanto c’è di vero in questo accostamento?

Un accostamento spesso presente quando si parla di musica, quello tra techno e droghe. Non solo luoghi comuni ma anche studi scientifici

Un accostamento spesso presente quando si parla di musica, quello tra techno e droghe. Non solo luoghi comuni ma anche studi scientifici precisi che hanno spesso evidenziato come ci sia più di un punto di contatto tra questo genere di musica e lo sballo (fonte: Focus).

Quello con la techno per la verità è l’ultimo capitolo di un libro che vede da sempre il legame, forte, tra l’esperienza musicale e la droga. Era così negli anni ’60 e ’70, con ben altro genere di musica, ed è così ora, con riferimento soprattutto alla techno.

Un clichè abbastanza noto che riguarda tutte le tipologie di musica, forse solo quella classica ne è esente: ma negli ultimi anni la diffusione della techno è stata spesso accostata proprio ad un uso di droghe pesanti, dall’ecstasy in poi, in grado di portare danni enormi. È realmente questo il trend? Si può parlare in modo così immediato di musica techno e droga, una in sequenza dell’altra?Cerchiamo di approfondire anche grazie al

parere di un produttore di musica House: Antony Turiello, che il suo primo album di musica House l’ha lanciato nel 2013 e che ora si occupa di produzione con l’obiettivo di far conoscere la sua musica basata su uno stile future / deep house.

Una delle parole più cercate su google è “musica techno e droga”. Come mai?
“Questo accostamento è frutto dello sballo che questa tipologia di musica riesce a portare se abbinata all’uso di droghe: si va ad alterare la realtà, un po’ quello che succedeva negli anni ‘70 con il rock psichedelico. Purtroppo è così per molti, ma non per tutti: io personalmente vivo la musica come emozione che provo a pieno, già di per sè senza alterazioni, passione che mi fa sentire bene e mi trasmette, paradossalmente, calma. La musica per me non è alcool nè droga.”

Quindi la musica techno, in un certo senso, invoglia i ragazzi a fare uso di droghe?
“Io penso che la musica techno sia uno di quei generi che viene ascoltato maggiormente da soggetti che vogliono provare qualcosa in più della semplice esperienza musicale, per lasciarsi trasportare dalle sue melodie “Tuff” raggiungendo quello stato di realtà parallela. C’è anche l’amante della techno che la ascolta solo per gusto personale, ma in molti ricercano lo sballo.”
Quando ancora si potevano fare serate nei locali, che tipologia di gente vedevi ai tuoi concerti?

“Quelle che vedevo io erano piste da ballo ricche di persone che volevano semplicemente divertirsi e scatenarsi. L’alcool accompagna le persone da sempre nei divertimenti, inutile nascondersi: ma ci si puó divertire anche in totale lucidità, l’importante è non esagerare mai”.
A questo riguardo, ci si può divertire ad un concerto di techno restando totalmente lucidi?
“Non a pieno, non è musica che ad ascoltarla in un concerto ti fa divertite senza essere leggermente alterati. Ecco che la dose giusta di alcool è la ricetta perfetta per una buona riuscita di una serata: basta veramente poco per scatenarsi anche senza sballarsi.”

Per chiudere, come vedi il futuro della musica techno partendo dalla situazione attuale così complessa della pandemia?
“Ovviamente spero che si normalizzi tutto e che magari in futuro le cose migliorino, sia dal punto musicale che da quello sociale tra i giovani; magari che le trasgressioni lascino spazio ad un divertimento più sano, senza uso eccessivo di droghe o alcool.”

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