Cronaca

Reggio Emilia, scomparsa dopo il no a nozze combinate: in un video tre persone con le pale

Ripresi il 29 aprile, sono andati nei campi dietro casa e sono tornati dopo più di due ore

Tre persone che portavano con sé due pale, un secchio con un sacchetto azzurro, un piede di porco e un altro strumento di lavoro e si dirigevano nei campi dietro la casa della famiglia di Saman Habbas. È quanto emerso dalla visione delle telecamere di sorveglianza nell’ambito delle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia e della Compagnia di Guastalla.

Pakistana scomparsa dopo no a nozze: in video 3 persone con le pale

La scena ha rafforzato l’ipotesi che la ragazza di origine pachistana scomparsa da Novellara, nel Reggiano, dopo essersi opposta alle nozze combinate, possa essere stata uccisa. I tre uscirono di casa alle 19.15 del 29 aprile e rientrarono alle 21.50.

“Sono giorni di enorme apprensione. Un esito come quello che si teme sarebbe scioccante per la nostra comunità. Mi auguro ci sia presto una svolta e che la ragazza possa essere individuata viva”. Così la sindaca di Novellara, Elena Carletti, ha commentato la scomparsa di Saman Habbas.

La denuncia ai genitori

La ragazza si era opposta a un matrimonio combinato, denunciando i suoi genitori. La Procura di Reggio Emilia sta indagando per omicidio e tra gli indagati ci sarebbero alcuni familiari. “Sono in corso tuttora le ricerche degli inquirenti coi cani molecolari nella vasta superficie dell’area agricola attorno alla cascina dove abitano”, fa sapere la Carletti.

La sindaca di Novellara

I genitori sarebbero tornati da poco in Pakistan, partiti improvvisamente e senza preavvisi. “L’azienda agricola dove lavora il padre ha scoperto di questo viaggio quasi per caso – racconta la sindaca – Hanno cercato di rintracciarlo per chiudere alcuni depositi in vista del maltempo, ma il telefono risultava irraggiungibile.

Dopo diversi tentativi il datore di lavoro ha parlato con un parente il quale ha riferito che la famiglia era dovuta rientrare in patria perché una zia non stava bene. Questo è stato l’alert che ha fatto scattare le indagini, anche perché il nome della ragazza non è presente in alcuna lista d’imbarco agli aeroporti”.

Saman è arrivata qui nel 2016, all’età di 14 anni, per ricongiungimento familiare col padre che lavora in un’azienda agricola del posto da 10 anni. Ha conseguito la licenza media, poi non ha proseguito gli studi. Non avendo grandi rapporti sociali, le ricerche sono più difficili”. Così la sindaca Carletti racconta di Saman. “Sappiamo che le era concesso di possedere un telefonino e ci risulta avesse un profilo Instagram. I nostri servizi sociali hanno provato a contattarla, ma nulla da fare”.

 

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