Cronaca

Pillola anti-Covid, come funziona e a chi va somministrata (non sostituirà mai i vaccini)

Cos'è la pillola anti Covid e come funziona: non sostituirà il vaccino. L'agenzia del farmaco britannica (Mhra) ha dato il via libera

Cos’è la pillola anti Covid, come funziona e a chi va somministrata? L’agenzia del farmaco britannica (Mhra) ha dato il via libera alla pillola capace di combattere il Coronavirus. Intanto l’Ema – l’agenzia europea del farmaco – sta svolgendo la sua rolling review, lavorando con i Paesi che vorranno autorizzarlo in emergenza, anche Pfizer ha annunciato un nuovo farmaco anti-Covid. 

Cos’è la pillola anti Covid e come funziona

Pillole che, come nel caso delle prime prodotte da Merck (il Molnupiravir), promettono di fermare il virus e portare la lotta alla pandemia ad un nuovo livello, senza tuttavia poter sostituire le vaccinazioni. Per capire in che modo e qual è la portata di tutto ciò abbiamo chiesto a Giuseppe Nocentini, immunofarmacologo della Società italiana di farmacologia (Sif), di rispondere ai quesiti più comuni come riportato da Il Messaggero.

Il Covid è un virus mRna. Nocentini, dunque, spiega che “ha bisogno di duplicarsi attraverso un processo conosciuto come rna polimerasi. Lo fa utilizzando dei mattoncini, tra cui c’è la citidina. Ovvero la sostanza a cui il Molnupiravir è in grado di sostituirsi. Imbroglia così l’enzima che, replicandosi, dà vita a un virus pieno di errori, incapace di infettare”.

A chi va somministrata la pillola

“Lo abbiamo imparato con gli anticorpi monoclonali, per il Covid è difficile intervenire se il paziente sta male, c’è il bisogno di intubarlo. Parliamo di pazienti con fattori di rischio rilevanti (over60 o obesi ad esempio) appena infettati, a cui il farmaco va somministrato entro 5 giorni dalla comparsa dei sintomi”.

La pillola anti Covid sostituirà il vaccino?

“Assolutamente no. Non stiamo parlando di questo” dice Nocentini. Anzitutto “non se ne conoscono ancora gli effetti collaterali. Per sostituire il vaccino dovremmo pensare ad un trattamento continuativo con questi farmaci fino a fine pandemia. Ed è una follia perché bisognerebbe ragionare su potenziali effetti avversi su milioni di persone”.


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