Cronaca

Palermo, commercianti si ribellano al pizzo e fanno arrestare 20 mafiosi

Ben 20 mafiosi arrestati Palermo dopo il gesto dei commercianti del quartiere Borgo Vecchio che dopo anni di silenzio si sono ribellati al racket e hanno denunciato gli estorsori. In manette 20 tra boss, gregari ed esattori del clantutti fermati dai carabinieri.

Commercianti si ribellano al pizzo, 20 mafiosi arrestati Palermo

Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, ai furti e alla ricettazione, tentato omicidio aggravato, estorsioni e danneggiamenti. Le estorsioni accertate nel corso dell’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal Procuratore Francesco Lo Voi, sono oltre venti, tredici delle quali scoperte grazie alle denunce spontanee delle vittime.

In cinque casi, invece, i commercianti hanno ammesso di pagare dopo essere stati convocati dagli inquirenti. Un risultato straordinario in un quartiere in cui la paura consente a Cosa nostra di controllare capillarmente le attività commerciali. L’indagine che ha portato ai fermi è la prosecuzione di inchieste passate sul mandamento mafioso di Porta Nuova e, in particolare, sulla famiglia mafiosa di Borgo Vecchio.

I tatuaggi di Falcone e Borsellino

Dalle intercettazioni è emerso il forte legame tra cantanti neomelodici e boss mafiosi. L’indagine ha portato alla luce in particolare l’amicizia tra Niko Pandetta, celebre neomelodico palermitano, e il boss Jari Ingarao, che incontrava nonostante fosse ai domiciliari. Ingarao, oggi finito in cella, aveva incaricato alcuni uomini d’onore di invitare i commercianti del rione a sponsorizzarne un concerto.

Parte dei ricavi dovevano andare nelle casse del clan. Ma l’esibizione non si tenne a causa delle parole di apprezzamento alla mafia dette in tv nel 2019 dal cantante che era solito aprire i suoi concerti dedicandoli “a chi purtroppo sta al 41-bis”.

Nel corso di una intercettazione Ingarao consigliava a Pandetta di usare i simboli dell’antimafia, Falcone e Borsellino, per depistare. “Gli ho detto io a lui: fatti un tatuaggio e ti scrivi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e si risolvono i problemi“, afferma a un gregario il mafioso. Una ricetta che gli avrebbe consentito di superare le difficoltà legate alle sue discusse esternazioni sulla mafia.

L’elogio di Conte

“A Palermo alcuni commercianti del quartiere Borgo Vecchio hanno combattuto la paura per le estorsioni e la violenza mafiosa con il coraggio della denuncia. Non vedo l’ora di volare a Palermo per incontrarli e ringraziarli uno ad uno. Con loro l’Italia alza la testa” ha commentato il premier Giuseppe Conte.

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