Economia

Da oggi stop al Reddito di Cittadinanza: le alternative al sussidio

Da oggi, martedì 1 agosto, il reddito di cittadinanza non esiste più. Termina così l’erogazione del reddito di cittadinanza, stoppato dal governo con la manovra di bilancio 2023. Venerdì scorso l’Inps ha inviato un Sms a 169mila nuclei familiari avvisandoli che si stava per concludere l’erogazione del sussidio, che per il 2023 era stato decurtato a 7 mesi di durata.

Reddito di Cittadinanza, da oggi stop all’erogazione: cosa cambia

L’addio alla misura ha gettato i Comuni nel caos, di fronte alla protesta crescente dei cittadini che da un giorno all’altro si sono visti privati del sostegno, nelle amministrazioni locali del Sud cresce lo sconforto. È qui infatti che si concentra il più alto numero di percettori. Lunedì da Napoli le proteste si sono allargate a Taranto e in Sicilia. A Terrasini un uomo ha tentato di dar fuoco alla stanza del sindaco e a se stesso.

Reddito di Cittadinanza, stop a 169mila famiglie: l’avviso via sms

Un problema non da poco per molti, soprattutto in Campania che è la regione con il più alto numero di beneficiari e dove, pur essendosi registrati incidenti di minor conto, la giornata è trascorsa piuttosto con file di persone che chiedevano chiarimenti. Solo nella regione gli sms arrivati sono stati quasi 37.000. Non a caso il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, parla di “rischio di bomba sociale“.

Complessivamente a giugno le famiglie che hanno ricevuto il reddito o la pensione di cittadinanza sono state In Italia poco più di un milione (1.010.536) per una spesa di 571,6 milioni. Le persone coinvolte in questo milione di famiglie sono 2.115.944, si legge nell’Osservatorio secondo il quale a maggio i beneficiari erano 1.045.662 per 590,8 milioni di spesa (dato rivisto al rialzo rispetto al dato diffuso un mese fa che indicava un milione di beneficiari). L’importo medio a famiglia a giugno è stato di 565,69 euro.

Cosa cambia per il Reddito di Cittadinanza

Date però le novità introdotte dal governo nei primi sei mesi del 2023 le richieste sono crollate rispetto allo stesso periodo del 2022 passando da 899.338 a 486.190 con un calo del 45,94%. Il governo punta sulle nuove misure e intanto avvia una campagna di informazione sui media con uno spot dal claim rassicurante: “Un percorso per ognuno, una prospettiva per tutti”. Ma il sud, con 2 terzi dei beneficiari totali, è comunque smarrito. Soprattutto a Napoli che è la provincia con il numero più alto di beneficiari con quasi 146mila famiglie, 373mila persone coinvolte e un assegno medio di 652,58 euro. A Napoli ci sono più beneficiari di Lombardia, Piemonte e Veneto (quasi 139mila) e più dell’intera Italia Centrale (143mila).

Scatta l’assegno di Supporto alla formazione e al lavoro da 350 euro

Una piccola soluzione tampone per chi perderà il Reddito di Cittadinanza: si tratta di un contributo da 350 euro al mese: si tratta del cosiddetto assegno di Supporto alla formazione e al lavoro. Il contributo verrà erogato per un massimo di dodici mesi per chi si iscrive ai corsi di formazione.

L’assegno verrà istituito dal primo gennaio 2024, come misura di contrasto alla povertà, fragilità ed esclusione sociale delle fasce deboli di popolazione, tramite l’attivazione di percorsi di inserimento sociale, formazione, lavoro e politiche attive del lavoro. Il contributo economico spetta a tutti i nuclei familiari caratterizzati dalla presenza di persone con disabilità, minori, over 60 o componenti in condizione di svantaggio, inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari.

L’importo dell’assegno integra il reddito familiare fino alla soglia di 6mila euro annui moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza e il beneficio è erogato per massimo 18 mesi, rinnovabili, per periodi ulteriori di 12 mesi previa sospensione di un mese. L’Assegno di inclusione deve essere richiesto telematicamente all’INPS o presso i CAF che sottoscriveranno apposita convenzione con l’INPS o presso i Patronati.

Il Supporto per la formazione e il lavoro

Si tratta di uno strumento attivo dal primo settembre 2023 e utilizzabile da parte di tutti i componenti tra i 18 e i 59 anni dei nuclei familiari con ISEE non superiore a 6mila euro (non aventi i requisiti per accedere all’Assegno di inclusione). Può essere utilizzato anche da componenti dei nuclei che percepiscono l’Assegno in particolari condizioni. Consiste nella partecipazione a progetti di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento, accompagnamento al lavoro e politiche attive del lavoro.

La richiesta di accesso allo strumento deve avvenire telematicamente tramite la medesima piattaforma attivata per l’Assegno di inclusione. In seguito il richiedente viene convocato dai servizi per il lavoro per sottoscrivere un patto di servizio personalizzato e potrà così ricevere offerte di lavoro o inserirsi autonomamente in percorsi di formazione. L’interessato riceve inoltre 350 euro mensili, per un massimo di 12 mesi, per il periodo di partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro comunque denominate.

Assegno di inclusione al posto del Reddito di Cittadinanza: cos’è e come funziona

Si chiama assegno di inclusione la misura che – almeno in parte – sostituirà il Reddito di Cittadinanza. La misura anti-povertà voluta dal Movimento 5 Stelle, infatti, resterà così com’è solo per le persone seguite da servizi sociali in quanto rientrante nelle fasce di popolazione che non possono trovare lavoro, ovvero minori, anziani e disabili.

Resterà fino alla fine del 2023 anche per le famiglie con figli minorenni, persone con disabilità o con almeno sessant’anni. Per questi nuclei familiari, il Reddito sarà erogato fino al 31 dicembre 2023, per poi essere sostituito dall’Assegno di Inclusione (AdI) dal 1° gennaio 2024.

L’Assegno di inclusione sarà riconosciuto a decorrere dal primo gennaio 2024 quale misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata al possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, alla prova dei mezzi sulla base dell’ISEE, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.

A chi è destinato l’assegno di inclusione

L’Assegno di inclusione è riconosciuto ai nuclei familiari che abbiano almeno un componente in una delle seguenti condizioni:

  • con disabilità;
  • minorenne;
  • con almeno 60 anni di età;
  • in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.

Ai fini della determinazione del beneficio spettante, attraverso una scala di equivalenza si tiene conto dei componenti in una delle condizioni sopra indicate, nonché del componente che svolge funzioni di cura con riferimento alla presenza di minori di 3 anni di età, di 3 o più figli minorenni ovvero di componenti con disabilità o non autosufficienti.

I requisiti per ottenerlo

Al momento della presentazione della richiesta e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, il richiedente la misura deve essere:

  • cittadino europeo o un suo familiare, che deve essere titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, ovvero titolare dello status di protezione internazionale (asilo politico o protezione sussidiaria), di cui al D. Lgs. 19 novembre 2007, n. 251;
  • residente in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo. La residenza in Italia è richiesta anche per i componenti del nucleo familiare che rientrano nei parametri della scala di equivalenza.

Requisiti soggettivi

  • non essere sottoposto a misura cautelare personale o a misura di prevenzione;
  • non avere sentenze definitive di condanna o adottate ai sensi dell’articolo 444 e seguenti del codice di procedura penale (cosiddetto “patteggiamento”), intervenute nei 10 anni precedenti la richiesta.

Requisiti economici

Inoltre il nucleo familiare del richiedente deve essere in possesso congiuntamente di:

  • ISEE in corso di validità di valore non superiore a euro 9.360; nel caso di nuclei familiari con minorenni, l’ISEE è calcolato ai sensi dell’art. 7 del DPCM n. 159 del 2013;
  • un valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di euro 6mila euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza di cui in seguito. Se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni, ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite dall’allegato 3 al DPCM 159/2013, la soglia di reddito familiare è fissata in euro 7.560 annui, moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza.

Paolo Siotto

Giornalista pubblicista dal 2015, collabora per l'Occhio da giugno 2019 dopo diverse esperienze con testate locali tra cui il quotidiano Metropolis. Redattore per Fantacalcio e Calciomercato.it, nel tempo libero ama dedicarsi alla buona musica.

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