CronacaEconomia

Reddito di cittadinanza e Naspi: il governo Meloni rivoluziona i sussidi per poveri e disoccupati

Cosa succede Naspi Reddito di Cittadinanza col governo Meloni? L’esecutivo eletto lo scorso 25 settembre punta a modificare il reddito di cittadinanza che, dalle parole della nuova inquilina di Palazzo Chigi, “ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia”. 

La premier ha confermato di voler “mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare”. Tutti gli altri devono trovare un’occupazione.

Reddito di Cittadinanza, cosa succede col governo Meloni

L’obiettivo è arrivare a due strumenti diversi nel corso del 2023: il primo di natura assistenziale per chi non può lavorare, il secondo orientato all’inserimento lavorativo per gli altri. Intanto dalla Lega, Matteo Salvini lancia la proposta di sospendere per sei mesi la misura “a quei 900mila percettori del reddito che sono in condizioni di lavorare e che già lo percepiscono da diciotto mesi” per poter utilizzare le risorse risparmiate, circa un miliardo, per prorogare Quota 102.

Secondo i dati dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro sui beneficiari del reddito di cittadinanza, i sostegni indirizzati ai servizi per il lavoro sono 919.916. Da questa cifra, vanno tolte le 173mila persone (18,8%) che risultano già occupate e le 86mila (9,4%) esonerate, escluse o rinviate ai servizi sociali. Rimangono quindi 660mila (il 71,8%) persone tenute alla sottoscrizione del patto per il lavoro, che molto probabilmente sono quelle su cui ricadrà la stretta voluta dal nuovo esecutivo

Con la nuova impostazione, verrebbe automaticamente archiviata anche la condizionalità in base alla quale il reddito deve essere tolto ai beneficiari che rifiutano due offerte di lavoro. Secondo l’ipotesi di Fratelli d’Italia, il sostegno si concentrerebbe sui disabili, sugli anziani, sulle persone espulse dal mondo del lavoro senza possibilità di accedervi, ai quali sarebbe destinato un “assegno di solidarietà” che potrebbe essere anche più sostanzioso dell’attuale Rdc.

Per coloro che verrebbero privati del reddito, c’è l’intenzione di usare le risorse del Fondo sociale europeo, che verrebbero spese per piani di formazione durante i quali sarà previsto anche un sussidio.

La Naspi

In Italia 3,4 milioni persone percepiscono la Naspi, ovvero l’indennità mensile di disoccupazione. L’idea è di scendere sotto il 50% del periodo lavorato. Oggi, spiega l’Inps, la Naspi “è corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni. Ai fini del calcolo della durata non sono computati i periodi di contribuzione che hanno già dato luogo a erogazione di prestazioni di disoccupazione. Analogamente non è computata la contribuzione che ha prodotto prestazioni fruite in unica soluzione in forma anticipata“.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio