Politica

La ripartenza dell’amministrazione pubblica italiana, dopo il Covid: sul tavolo i fondi europei

Si discute in queste ore, concretamente, dell'impiego delle risorse del Mes e del Recovery Plan

Il Covid ha paralizzato le istituzioni pubbliche ed ha spinto per una veloce rimodernizzazione e riqualificazione della Pubblica Amministrazione. Dopo aver saggiato lo smart working, il processo di digitalizzazione appare necessario. Il Recovery Plan rappresenta una seria e concreta chance di rilancio. La ripartenza dell’amministrazione pubblica italiana, dopo il coronavirus prevederà un sapiente utilizzo delle risorse e dei fondi europei. 


recovery


Piano per la ripresa dell’Europa

I fondi europei sono stati disposti “per contribuire a riparare i danni economici e sociali“, causati dal Covid. Il sito ufficiale dell’Unione Europea annuncia l’accordo stipulato tra: Commissione europea, Parlamento europeo e leader dei Paesi appartenenti all’UE.

Questo accordo servirà per gestire la ripresa, attraverso un piano che getterà le basi per innalzare i livelli di modernità e sostenibilità, in Europa.  Anche in Italia, in ottica di “sburocratizzazione” ed efficienza delle amministrazioni pubbliche, l’occasione appare ghiotta, per sopperire a notevoli mancanze ataviche. In realtà, già il “Decreto Semplificazioni” ha alleggerito alcune procedure, nel corso dell’emergenza pandemica.

Il confronto della maggioranza sul Recovery Plan

Nonostante alcuni apprezzamenti europei, l’Italia è in ritardo circa un accordo all’interno della maggioranza, sempre più punzecchiata e messa all’angolo.  La pandemia si è mostrata utile a definire alcuni caratteri politici ed alcuni equilibri, già molto precari, all’interno del nostro sistema.

In linea di massima, il Recovery Plan potrebbe configurarsi come occasione di rilancio, ma i fondi dovranno essere gestiti in maniera ottimale, per evitare di lasciare un eccessivo carico di alle generazioni future. Anzi, sarà auspicabile una risolutiva programmazione, per permettere ai giovani di inserirsi all’interno del mercato del lavoro, sempre più flessibile e digitale.

Spesso, in passato, le risorse europee sono state sperperate da una classe politica scellerata. Di questo, il Premier Giuseppe Conte ne è consapevole. Infatti, la sua iniziale idea di ripartizione vede l’utilizzo di una “Task Force” di esperti, pronti a supportare le proposte politiche, attraverso un elevato grado di competenza.

D’altronde, in Italia, molto frequentemente la classe politica ha frapposto gli interessi personali a quelli collettivi, dando vita a sistemi poco trasparenti.


bandiera Italia

L’occasione di rilancio dell’Italia

Una delle occasioni più ghiotte degli ultimi anni non può essere sprecata. Le fratture nella maggioranza evidenziano la necessità di intervenire al più presto anche su una nuova legge elettorale, capace di scardinare sistemi politici inefficienti e precari.

L’opera di riqualificazione e di ammodernamento della Pubblica Amministrazione è già in corso da alcuni anni. In merito, dopo diversi anni di “quasi inattività”, a cavallo tra il 2019 ed il 2020, sono “spuntati” sulla Gazzetta Ufficiale svariati concorsi pubblici per il potenziamento dei Centri Per l’Impiego dell’intero Paese.

Tra il 2019 ed il 2020, anche il Ministero della Giustizia ha avviato maxi-concorsi per duemilasettecento “cancellieri esperti”, centoquarantadue “assistenti tecnici”, quattrocento “direttori amministrativi”, duemilatrecentoventinove “funzionari giudiziari” e mille “operatori giudiziari”.

La Regione Campania, oltre che il concorso per il potenziamento dei Centri Per l’Impiego, ha previsto un piano di assunzioni triennali per l’assunzione di oltre diecimila dipendenti, da smistare tra i vari enti pubblici e locali.

A questi, si aggiunge il Comune di Roma che ha disposto dei concorsi per l’assunzione di millecinquecentododici figure lavorative da inquadrare tra le categorie C e D, tra amministrazione, assistenza sociale e scolastica, servizi tecnici ed informatici e per l’implemento dell’organo di Polizia Locale.

Tutti questi sono stati “bloccati” dai Dpcm emanati, di volta in volta, per il contrasto dell’emergenza pandemica.  Soltanto quelli attivi all’interno del settore sanitario sono stati ultimati ed hanno portato all’assunzione di molteplici figure professionali sanitarie.

Pertanto, appare necessaria una corretta disposizione dei fondi europei, per implementare e continuare la fase di nuove assunzioni, utili a rendere la Pubblica Amministrazione sempre più efficiente e per strizzare l’occhio verso un percorso di programmazione, di digitalizzazione e di riqualifica delle ultime generazioni di lavoratori.


centro per l'impiego


La fondamentale aderenza del Recovery Found alle politiche attive del lavoro

Come molteplici altri settori, anche le misure attive previste dalle politiche attive del lavoro risultano “congelate”. Dopo un’iniziale difficoltoso avviamento delle nuove procedure, previste a partire dal 2018, i Centri per l’Impiego sono “nuovamente fermi”. O meglio, ad esser ferme risultano ” le fasi” del progetto di Garanzia Giovani, Reddito di Cittadinanza e Naspi.

Il Recovery, anche in questo caso, potrebbe aderire alla ripresa di questi istituti, necessari in un’ottica di programmazione, riqualifica e di impiego per i disoccupati.

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