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Gli eventi che hanno portato Robert Capa a diventare il fotoreporter dei grandi conflitti bellici

Robert Capa è stato un fotografo ungherese: testimone di cinque conflitti bellici; a lui si devono diversi reportage

Robert Capa, pseudonimo di Endre Ernő Friedmann è stato un fotografo ungherese naturalizzato statunitense. I suoi reportage rendono testimonianza di cinque diversi conflitti bellici: la guerra civile spagnola (1936-1939), la seconda guerra sino-giapponese (che seguì nel 1938), la Seconda Guerra Mondiale (1941-1945), la guerra arabo-israeliana (1948) e la prima guerra d’Indocina (1954).

Capa documentò inoltre lo svolgersi della seconda guerra mondiale a Londra, nel Nordafrica e in Italia, ed in particolare lo sbarco in Normandia dell’esercito alleato e la liberazione di Parigi. Il fratello minore di Capa, Cornell, è stato anch’egli un fotografo.

Robert Capa, il fotografo delle grandi guerre

Robert Capa nasce a Budapest, il 22 ottobre del 1913 da una famiglia ebrea proprietaria di una avviata casa di moda. Capa è un bambino vitale e rissoso che in famiglia viene soprannominato “bambi”, squalo in ungherese. Ha appena diciassette anni quando viene arrestato per le sue simpatie comuniste ed appena liberato abbandona la terra natale alla volta di Berlino. Là s’iscrive all’università alla facoltà di Scienze Politiche, sognando di diventare giornalista. Per mantenersi trova un impiego presso uno studio fotografico, cosa che lo avvicina al mondo della fotografia. Inizia a collaborare con l’agenzia fotogiornalistica Dephot sotto l’influenza di Simon Guttmann. Nel 1932 viene inviato a Copenaghen per fotografare Lev Trotsky.

Vienna, Parigi, Spagna e il marchio “Capa-Taro”

A causa dell’avvento del nazismo Capa nel 1933, lascia Berlino per Vienna per poi, l’anno successivo, partire alla volta di Parigi. Ma in Francia incontra difficoltà nel trovare lavoro come fotografo freelance Ed è proprio nei café di Montparnasse che conosce David Seymour nato Szymin che a sua volta lo presenterà ad Henri Cartier-Bresson, tutti giovani fotografi di origini sociali e geografiche diverse, ma legati dal linguaggio dell’immagine. Il suo primo servizio importante è quello del maggio 1936 che documenta le manifestazioni per l’ascesa al potere del Fronte Popolare ed una sua foto diventa la copertina della rivista “Vu”.


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Nell’agosto del 1936 Gerda riesce a procurargli un accredito stampa per documentare la Guerra civile spagnola ed assieme prendono un aereo per Barcellona.

Qui, insieme alla sua giovane compagna Gerda Taro, un po’ per sfida, un po’ per opportunità, inventano il personaggio di “Robert Capa”, un fantomatico fotografo americano giunto a Parigi per lavorare in Europa. Lo pseudonimo Robert Capa viene scelto per il suono più familiare all’estero e per l’assonanza con il nome del popolare regista italo-statunitense Frank Capra.

Grazie a questo curioso espediente, la coppia moltiplica le proprie commesse e guadagna parecchi soldi. All’inizio, in effetti, il marchio “Capa-Taro” fu usato indistintamente da entrambi i fotografi. Successivamente i due divisero la “ragione sociale” CAPA e Endre Friedman adottò definitivamente lo pseudonimo Robert Capa per sé.

Il 26 luglio 1937 Gerda morì tragicamente a Brunete, nei pressi di Madrid (rimase schiacciata durante un errore di manovra di un carro armato “amico”). L’anno dopo Robert pubblicò un libro in omaggio alla sua amata, Death in making, che contiene anche le fotografie, scattate da entrambi, della guerra in Spagna.

La foto del miliziano colpito a morte

Capa diviene famoso in tutto il mondo per una foto scattata nel 1936 a Cordova, dove ritrae un soldato dell’esercito repubblicano, con addosso una camicia bianca, ripreso nell’attimo in cui appare colpito a morte da un proiettile sparato dai franchisti.


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Foto del miliziano colpito a morte, di Robert Capa.

Quest’immagine è tra le più famose fotografie di guerra mai scattate. Fu pubblicata per la prima volta sulla rivista francese “Vu” (“Visto” in italiano, 23 settembre del 1936), poi su Regards il mese dopo. Ma solo quando apparve sulla rivista americana “Life” (12 luglio 1937), l’immagine si diffuse in tutto il mondo.

Seconda Guerra Mondiale

Allo scoppio del Secondo conflitto mondiale Capa si trova a New York, dove si è recato in cerca di lavoro e in fuga dalle persecuzioni anti-ebraiche; la guerra lo trova assegnato in diversi teatri dello scenario bellico. Inizialmente fotografa per il Collier’s Weekly, per poi passare a “Life” per la quale pubblicò immagini che ritraevano la diciottenne partigiana Simone Segouin durante la liberazione di Parigi.


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Oltre alle immagini, Robert Capa ci ha lasciato le sue memorie in un diario pubblicato nel 1947 con il titolo Slightly out of focus (tradotto ed edito in Italia da Contrasto nel 2002 con il titolo “Leggermente fuori fuoco”) dove riporta gli avvenimenti cruenti a cui assiste, racconta le fatiche di un’esperienza avventurosa e descrive la sensazione di vuoto e di angoscia che lo prende assistendo ai combattimenti: in particolare, proprio nelle settimane dello sbarco in Sicilia e della conseguente ritirata dei militari italiani e tedeschi.

Dopo un anno di lavoro nel Nord Africa, seguendo le truppe americane e appena licenziato dalla rivista “Collier’s Weekly”, per la quale aveva inviato foto dall’Algeria e dalla Tunisia, Robert Capa si apprestò senza indugi a lasciare Tunisi e a farsi lanciare con il paracadute in Sicilia, avendo saputo che gli Anglo-americani si stavano preparando ad invadere l’isola.

Sbarco in Normandia

Il 6 giugno 1944 partecipa al drammatico sbarco delle truppe americane in Normandia. La maggior parte delle foto scattate durante lo sbarco andò perduta per un errore del tecnico di laboratorio addetto allo sviluppo (Larry Burrows, anch’egli divenuto fotografo di fama mondiale e morto anch’egli in Vietnam negli anni Settanta); scamparono alla distruzione solo undici fotogrammi danneggiati, che trasmettono comunque tutta la terribile drammaticità dei momenti del D-Day.


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Vita privata

Nel 1935 conobbe la giovane tedesca Gerta Pohorylle, anche lei era scappata dalla Germania perché ebrea e avversa al regime hitleriano. I due si innamorarono e cominciarono a lavorare assieme, capendo anche di aver bisogno di nuovi nomi, più accattivanti per il mercato.

Inventarono così prima l’identità di Robert Capa, cercando un’assonanza col celebre Frank Capra e fingendosi solo degli intermediari per il fantomatico fotografo americano.

Dopodiché Friedmann iniziò ad assumere direttamente l’identità di Capa, mentre la Pohorylle inventò un nuovo pseudonimo per sé, Gerda Taro. Quest’ultimo nome era preso dall’artista giapponese Taro Okamoto, ma cercando anche qui un’assonanza con una diva del cinema, Greta Garbo.

L’idea si rivelò vincente e i due cominciarono a vendere le prime foto, anche spostandosi all’estero. Ad esempio, la prima immagine di Capa pubblicata fu una foto di Trockij che parlava a Copenaghen.


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Gerda Taro, la giovane compgna di Robert Capa.

Dopoguerra e Morte

Nel 1947 fondò a Parigi l’agenzia “Magnum Photos” assieme a Henri Cartier-Bresson, William Vandivert, David Seymour e George Rodger. Dopodiché visitò la Russia ed Israele. Nei primi anni Cinquanta seguì le truppe francesi in Indocina e qui morì, a quarant’anni d’età, nel 1954, dopo aver messo disgraziatamente un piede su una mina.


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