Cronaca

Morte di Rosina Carsetti, trovati segni di effrazione su una porta di casa

Per la sua morte sono indagati per omicidio volontario il marito, la figlia e il nipote. Prima di morire infatti Rosina si era recata al centro antiviolenza per segnalare una situazione di tensione esistente in famiglia e per denunciare presunti maltrattamenti. Ma ora le indagini potrebbero cambiare la posizione dei familiari della vittima

Colpo di scena nel mistero della morte nel Maceratese, di Rosina Carsetti (78 anni), sono stati trovati segni di effrazione sulla porta di casa. Per la sua morte sono indagati per omicidio volontario il marito Enrico Orazi (titolare di un negozio di ricambi per auto a Macerata) 81 anni, la figlia Arianna Orazi, 48 e il figlio di quest’ultima Enea Simonetti, 21.

Aggiornamenti sulla morte di Rosina Carsetti, trovati segni di effrazione su una porta

GLi inquirenti hanno trovato segni di effrazione su una porta finestra dell’abitazione della famiglia a Montecassiano, che potrebbero confermare la tesi della rapina sostenuta dai congiunti della vittima. Il secondo sopralluogo è iniziato alle 14.45. Gli inquirenti hanno scandagliato la villetta di Via Pertini a Montecassiano, dove la sera della vigilia di Natale è morta Rosina, il cui corpo senza vita era sul pavimento della cucina.

Per i familiari indagati è stata una rapina finita male

Per i familiari si è trattato di una rapina finita male, cui sarebbe seguito un malore della anziana. La villetta ieri è stata completamente recintata: sul posto sono giunti i carabinieri, guidati dal comandante provinciale Nicola Candido; il capo della procura di Macerata, Giovanni Giorgio, e il suo sostituto Vincenzo Carusi; il personale della Scientifica, i difensori dei tre familiari indagati, la figlia di Rosina, Arianna Orazi, e il nipote Enea Simonetti, mentre non era presente il marito della vittima, Enrico Orazi.

Le indagini potrebbero cambiare la posizione dei familiari

Il legale della famiglia Andrea Netti al termine del sopralluogo spiega al Corriere: «La Scientifica non ha finito il lavoro. Ma nel sopralluogo sono emersi elementi chiari di effrazione, che possono essere indicati come prova a discarico dei familiari indagati.

Si è trattato sul piano tecnico di una indagine irripetibile, che ha fatto emergere indicazioni che potrebbero portare a una riconsiderazione della posizione di tre persone che finora sono state poste sulla graticola, ed alle quali il rispetto è dovuto».

Il legale spiega l’effrazione – «l’uomo ha proferito poche parole, avrebbe detto solo “dove sono i soldi» – riguarda «una porta finestra di quelle a tutta altezza, dai pedi allo stipite. Poi sono emersi altri elementi utili alle indagini: questo è solo uno. In questo momento le ipotesi dei primi due o tre giorni, che sembravano aver già scritto una sentenza, sono state poste in discussione. Servono calma, pazienza e meticolosità».

Quanto alla reazione dei suoi assistiti, «la signora Arianna ed il figlio Enea sono soddisfatti del lavoro svolto, si intravede un barlume di speranza in una situazione dipinta con caratteri troppo noir. La scena resta congelata dalla Scientifica, ma è chiara ed evidente l’effrazione e mi stupisce che sia passata inosservata. La tranquillità in questa vicenda è lontana, ma domani dovrebbe giungere il nullaosta per la sepoltura della signora Rosina».

Il segno di effrazione

Il «segno d’effrazione» ha spiegato l’avvocato Netti, sarebbe una «scalfittura recente di circa un centimetro all’altezza della maniglia centrale». In sostanza come se qualcuno avesse fatto leva per forzare l’infisso.

Sulla questione il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio resta cauto: «Valuteremo tutte le risultanze emerse nel corso dell’ispezione. Faremo tutti gli accertamenti del caso anche di natura tecnica se necessario». Il procuratore ribadisce di non aver ricevuto alcuna relazione preliminare dal medico legale o indicazioni con lassi di tempo «ristretti» sull’ora presunta della morte.

Rosina si era recata al centro antiviolenza

Inizialmente il mandato per la difesa legale era affidato all’avvocatessa Laura Ricci del foro di Macerata. Ma poi i tre congiunti della defunta lo hanno rimesso per affidarsi allo studio di Andrea Netti. Contattata dal Corriere, l’avvocatessa Ricci ha rifiutato di commentare la vicenda.

È stata invece sentita per due ore dagli inquirenti l’avvocatessa Egle Asciutti che assiste il Centro Antiviolenza di Macerata, cui la signora Rosina Carsetti si era rivolta, accompagnata da un’amica, per segnalare una situazione di tensione esistente in famiglia e per denunciare presunti maltrattamenti.

Al Corriere l’avvocatessa Asciutti spiega: «La signora che accompagnava Rosina era più giovane di lei. Se l’operatrice ha ritenuto di avvertirmi e di fissare un appuntamento che poi non c’è stato perché è morta, evidentemente una sofferenza la signora la aveva, ma non si può stabilire un automatismo rispetto alle cause della morte, un nesso di causalità. A Montecassiano, che conta solo 7000 abitanti, qualcuno sapeva di una situazione difficile. Le donne che vengono da noi le indirizziamo e sosteniamo con un supporto di ascolto e di consulenza legale, oltre che psicologico. Facciamo informazione e prevenzione, abbiamo protocolli con le forze dell’ordine». Le indagini proseguiranno nei prossimi giorni.

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