Guerra

Un anno fa l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina

Un anno fa iniziava la guerra tra Russia e Ucraina. Era il 24 febbraio 2022 quando iniziava l’offensiva militare delle Forze armate della Federazione Russa, con l’invasione del territorio ucraino e segnando così una brusca escalation del conflitto russo-ucraino in corso dal 2014.

La guerra ha provocato la maggiore crisi per l’accoglienza di rifugiati in Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale, tanto che si è ritenuto necessario invocare la Direttiva di protezione temporanea. L’intervento armato è stato preceduto da un prolungato ammassamento sul confine delle forze russe iniziato nella primavera 2021, motivato dal presidente russo Vladimir Putin sulla base del timore di un’adesione dell’Ucraina alla NATO e seguito da esercitazioni militari.


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Vladimir Putin

Russia e Ucraina, un anno fa l’inizio della guerra

Pochi giorni prima dell’invasione, la Russia aveva riconosciuto l’indipendenza di due stati autoproclamatisi nella regione del Donbass, all’interno dei confini dell’Ucraina, la Repubblica Popolare di Doneck e la Repubblica Popolare di Lugansk, e il 20 febbraio, in violazione del Memorandum di Budapest sulle garanzie di sicurezza dell’Ucraina, vi ha inviato le proprie forze armate a presidiarne il territorio. L’indomani il Consiglio della Federazione ha autorizzato all’unanimità il presidente Vladimir Putin a usare la forza militare fuori confine.

Le cause della guerra

L’intervento armato russo diretto in Ucraina ha le sue radici in un lungo conflitto diplomatico e militare fra i due Paesi. Secondo l’ex segretario di Stato statunitense Henry Kissinger, la situazione geografica della Russia, senza confini naturali eccetto l’Artico e l’Oceano Pacifico, le permise di sviluppare, per molti secoli, una politica estera basata sull’espansione dello Stato in ogni direzione (come fu descritta da Afanasy Ordin-Nashchokin, ministro dello zar Alessio I nel XVII secolo); questa alimentò negli anni la volontà di riguadagnare la sfera di influenza persa con lo scioglimento dell’Unione Sovietica e di assicurarsi posizioni strategiche come la Crimea, che affaccia sul Mar Nero.

La rivoluzione ucraina del 2014, conclusasi il 23 febbraio con la fuga a Sebastopoli di Viktor Janukovyč e la sua esautorazione e il conseguente passaggio da un esecutivo filorusso a uno filoccidentale, aveva determinato due fatti fondamentali: l’avvicinamento dell’Ucraina ai Paesi occidentali (UE, NATO), tramite una sempre più stretta cooperazione militare come l’adesione all’EOP program nel 2020 che esasperò la percezione della “sindrome di accerchiamento” della Russia e, a partire dal 28 febbraio 2014, l’occupazione militare della Crimea inizialmente con forze non identificate e la veloce annessione della penisola alla Russia a cui seguì il 6 aprile la secessione armata della regione del Donbass e numerosi scontri nell’Ucraina orientale tra le comunità russofone e ucraine.


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I contrasti più gravi avvennero il 2 maggio 2014 nella città di Odessa tra filorussi, gruppi nazionalisti ucraini appartenenti al partito Pravyj Sektor e neonazisti legati anche ai gruppi ultras del Metalist, scontri culminati nell’incendio alla Casa dei sindacati con la morte di 42 persone tra militanti filorussi e presenti nell’edificio. Il 5 settembre 2014 venne firmato il Protocollo di Minsk tra i rappresentanti di Ucraina, Russia ed OSCE, e, senza alcun riconoscimento del loro status, anche da parte degli allora leader delle autoproclamate Repubblica Popolare di Doneck (DNR) e Repubblica Popolare di Lugansk (LNR) prevededendo un cessate il fuoco immediato, lo scambio dei prigionieri e l’impegno, da parte dell’Ucraina, di garantire maggiore autonomia alle regioni di Doneck e Lugansk.

Tuttavia, nonostante abbia portato ad un’iniziale diminuzione delle ostilità, l’accordo non è stato rispettato. Per questa ragione l’11 febbraio 2015 fu firmato il Protocollo di Minsk II tra i capi di Stato di Ucraina, Russia, Francia e Germania (il cosiddetto Formato Normandia) con il coinvolgimento dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Tuttavia l’accordo non ha modificato sostanzialmente il quadro del conflitto. Nel 2022 Petro PorošenkoAngela Merkel e François Hollande hanno sostanzialmente ribadito che gli accordi di Minsk non erano un tentativo di stabilire la pace nell’Ucraina dilaniata dalla guerra, ma che sono stati un tentativo “di dare tempo all’Ucraina” di ricostruire la sua difesa. Dal 2016 inoltre, nel timore di una possibile invasione della Russia, la NATO ha organizzato l’addestramento di migliaia di militari ucraini.

Quanti sono i morti finora

Dall’inizio del conflitto la Russia “ha perso quasi 125.000 soldati in Ucraina”. Lo sottolinea lo Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina sul suo account Facebook, secondo quqnato riporta l’agenzia Unian. In particolare “le perdite totali in combattimento del personale nemico dal 24 febbraio 2022 al 27 gennaio 2023 sono state di circa 124.710 unità”. Sempre da inizio del conflitto, secondo la stessa fonte, sono stati distrutti, tra l’altro, “3.182 carri armati del nemico, 6.340 veicoli corazzati da combattimento, 2.180 sistemi di artiglieria oltre ai mezzi di difesa area (221), 292 aerei, 283 elicotteri, 1.941 Uav (droni, ndr) operativi-tattici e 796 missili da crociera”.

A che punto è il conflitto

Ma a che punto è arrivata la guerra tra Russia e Ucraina dopo un anno? Inizialmente, si parlava di guerra lampo. Secondo gli esperti, infatti, la Russia avrebbe dovuto vincere il conflitto nel giro di pochi giorni, ma le cose sono andate diversamente. La Russia ha subito conquistato diversi territori, ma col passare del tempo la resistenza ucraina è cresciuta, riuscendo a riconquistare molte zone.

Allo stato attuale i territori occupati dai russi sono quelli del Donbass (Luhansk e Donetsk) e della Crimea. Secondo i dati riportati da ISPI, l’Istitito per gli Studi di Politica Internazionale, si combatte principalmente al limite di questi territori.


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Zelensky

Chi sta vincendo la guerra

Dopo un anno, è possibile dire chi sta vincendo la guerra? Considerando le previsioni iniziali, c’è da dire che l’Ucraina ha dimostrato di poter resistere ben più del previsto, e con l’aiuto degli Stati Uniti d’America e di altri paesi Nato potrebbe sovvertire i pronostici.

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