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Senato: sì alla fiducia a Draghi, il premier va al Quirinale

Senato, votata la fiducia al governo Draghi. Dopo il voto, il premier Mario Draghi ha lasciato Palazzo Chigi

Il governo Draghi incassa la fiducia del Senato. Il Senato della Repubblica italiana ha approvato la fiducia al dl aiuti con 172 voti favorevoli e 39 contrari. Alla votazione non hanno preso parte gli esponenti del Movimento 5 Stelle.

Senato, ok fiducia al governo Draghi

Immediatamente dopo il voto, il premier Mario Draghi ha lasciato Palazzo Chigi diretto al Quirinale. “Governo finito? Beh, ci sono sempre i tempi supplementari…”. Così il ministro per lo sviluppo Economico, il leghista Giancarlo Giorgetti intercettato dai cronisti nei pressi del Senato. Alla prima chiama comportamento compatto del gruppo M5S: nessuno dei senatori ha votato. Assente tra gli altri anche il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli.

Il governo Draghi è in crisi e appare a fine corsa e in tanti, in queste ore, si stanno adoperando per non far precipitare il Paese verso un voto anticipato: spunta il nome di Giuliano Amato come traghettatore fino alle elezioni.

Crisi di Governo, spunta il nome di Giuliano Amato

Il governo Draghi appare a fine corsa e in tanti, in queste ore, si stanno adoperando per non far precipitare il Paese verso un voto anticipato che potrebbe spalancare a Giorgia Meloni l’entrata diretta a palazzo Chigi. Tra i nomi ci sarebbe Massimo D’Alema, a guidarlo ci dovrebbe essere Giuliano Amato. Il professor Amato, del resto, ha quasi terminato il suo mandato alla Corte costituzionale (scadrà ai primi di settembre) di cui è diventato presidente a gennaio.

I due nomi associati

Non è la prima volta che i due nomi vengono associati. Anche lo scorso gennaio la candidatura del Professor Sottile alla presidenza della Repubblica venne accostata a D’Alema.

Giusto pochi giorni fa è caduto il trentennale dello storico prelievo forzoso del 6 per mille. Era il 10 luglio 1992 e a palazzo Chigi sedeva Amato, il premier che salvò l’Italia da una drammatica crisi finanziaria che portò a una svalutazione del 25% della lira e all’uscita dallo Sme.

Appresa la notizia, D’Alema l’ha definita “falsa e infondata”, aggiungendo di essere “totalmente fuori da queste vicende”.

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