Cronaca

“Strage silenziosa” di bambini annegati da aprile: boom di casi

La chiamano la «strage silenziosa» perché il bambino che cade in acqua e annega spesso non riesce a gridare o a chiedere aiuto. Non si tratterebbe di pochi casi. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sono oltre 400 le persone che ogni anno muoiono in Italia per annegamento in piscine, mare, fiumi o laghi. Secondo gli ultimi dati disponibili Istat, sono stati esattamente 415: 337 uomini e 78 donne. La fascia con più decessi è quella fra 15 e 19 anni ma, comunque, in 108 non avevano più di 24 anni e in dieci casi si trattava di bimbi che avevano al massimo compiuto 4 anni.

Boom di bambini annegati da aprile

Le vittime sarebbero potute essere molte di più senza l’opera costante dei bagnini. Infatti secondo Giuseppe Marino, presidente della Società nazionale di salvamento, «ogni anno si registrano 60mila salvataggi». La loro presenza è spesso determinate. «A esempio in piscina — conclude Marino — gli annegamenti sono silenziosi e non attraggono l’attenzione di chi nuota accanto mentre il bagnino è addestrato per capire quando sta accendo qualcosa di fatale e sa come intervenire».

L’ultima vittima in ordine di tempo, è stato Massimiliano di soli quattro anni. Il piccolo è finito in una piscina profonda un metro e trenta centimetri. Malgrado i tentativi di rianimarlo dei soccorritori, arrivati con l’elisoccorso, per lui non c’è stato nulla da fare.

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