Cronaca

Vaccino, terza dose possibile dopo almeno 6 mesi: le indicazioni dell’Ema

Per l’Ema il richiamo può essere preso in considerazione almeno sei mesi dopo la seconda dose

La campagna di somministrazione della terza dose di vaccino anti Covid è ormai già iniziata per le persone immunocompromesse, per gli over 80 e per gli ospiti delle Rsa in Italia e in Europa. In Italia sono iniziate anche per gli operatori sanitari a rischio, ovvero coloro che presentano malattie croniche. Ma quali sono le indicazioni dell’Ema per la somministrazione della terza dose? Vediamolo insieme.

Terza dose vaccino: chi può farlo subito e chi deve aspettare

L’ulteriore allargamento ad altre categorie verrà deciso in seguito, sulla base dei dati e delle raccomandazioni delle Agenzie regolatorie in merito ai richiami stessi. Secondo il comitato per i medicinali umani (Chmp) dell’Agenzia europea dei Medicinali (EMA), chiamato ad esprimersi sulle terze dosi nella popolazione, il richiamo “può essere preso in considerazione almeno sei mesi dopo la seconda dose per le persone di età pari o superiore ai 18 anni”.

Differenza tra Booster e dose aggiuntiva

Importante è distinguere tra dose extra, il booster periodico per la popolazione in generale, e la dose aggiuntiva per le persone con condizioni di immunodepressione “clinicamente rilevanti” (dovute a tumori, trapianti d’organo o terapie immunosoppressivve), alle quali la terza dose può essere somministrata dopo almeno 28 giorni dalla seconda.

Le indicazioni dell’Ema sulla terza dose

Le indicazioni dell’Ema non sono una raccomandazione specifica ma supportano l’ampliamento della platea di terze dosi, la cui decisione spetta ai singoli governi che, ha ricordato l’Agenzia, sono “nella posizione migliore per tenere conto delle condizioni locali, compresa la diffusione del virus, la disponibilità di vaccini e le capacità dei sistemi sanitari nazionali”.

La terza dose di vaccino induce un aumento dei livelli anticorpali, come indicato dai dati della sperimentazione del vaccino di Pfizer. Per le persone di età compresa tra 65 e 85 anni, in particolare, il livello di anticorpi è risultato 11 volte più alto rispetto a quelli indotti dalla seconda dose. Ema sta inoltre valutando anche i dati del vaccino di Moderna. Sul profilo sicurezza e possibili eventi avversi, l’Argenzia precisa che “il rischio di condizioni infiammatorie o altri effetti collaterali molto rari non è noto e viene attentamente monitorato”.


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