Economia

1 maggio 2019: aperti tre negozi su dieci, ecco i dati

1 maggio 2019: aperti tre negozi su dieci. Sono questi i dati del sondaggio della Confesercenti. Tra i negozi aperti vi saranno soprattutto i punti vendita della grande distribuzione.

1 maggio 2019: aperti tre negozi su dieci

Negozi aperti il 1 Maggio ma con una certa discrezionalità: saracinesca alzata per 3 esercizi su 10 secondo un sondaggio della Confesercenti. Molti piccoli imprenditori decideranno solo all’ultimo minuto se aprire o restare chiusi in occasione della Festa del Lavoro: a spingere per tenere aperto o chiuso il negozio saranno le disponibilità dei dipendenti e soprattutto al flusso dei clienti.

Tra in negozi aperti vi saranno soprattutto i punti vendita della grande distribuzione e i negozi che possono contare sul turismo, e saranno contentrati sopratutto nei centri storici e nelle mete più gettonate delle scampagnate.

Aperti dunque supermercati, alimentari e negozi di abbigliamento nei grandi centri commerciali o nelle città d’arte.

Negozi aperti il 1 maggio

Il sondaggio condotto tra gli associati di Confesercenti evidenzia come il 32% abbia risposto affermativamente alla domanda se tiene aperta l’attività durante i giorni di festa, il 57% no e l’11% ha risposto che decide di volta in volta. Inoltre, ben il 61% degli intervistati ritiene che la liberalizzazione degli orari sia dannosa perché ha favorito soprattutto la grande distribuzione, mentre il 20% la ritiene utile perché permette di incrementare le vendite e il 19% non sa.

“La quota di negozi che apre durante le festività è ormai stabile da qualche anno – spiega Mauro Bussoni, segretario Confesercenti – tra le imprese del commercio si è diffusa la consapevolezza che le aperture durante le Festività non sono poi questo grande affare”.

Si rimane aperti solo dove c’è possibilità di non rimetterci, come nelle zone ad alto afflusso turistico. E tra i piccoli negozi, molti apriranno senza personale. Per questo si sta consolidando tra le imprese l’idea di tenere chiuso durante le principali festività religiose e civili”.

Dopo il mancato accordo sulla proposta presentata dalla commissione Attività produttive della Camera, un nuovo accordo, secondo quanto si apprende, dovrebbe prevedere le chiusure obbligatorie dei negozi per 12 giornate festive l’anno, corrispondenti alle principali festività civili e religiose, e quindi dovrebbe escludere l’obbligo di chiusure domenicali.

Ma quale sarebbe l’impatto della potenziale legge sulle chiusure domenicali proposta da Lega e Movimento 5 Stelle? Una stima sugli effetti di questa nuova norma è stata fatta dall’Istituto Cattaneo.

Secondo l’istituto di studi e ricerche bolognese, le chiusure domenicali e festive, con il 50% massimo di aperture, si tradurrebbe in un calo globale da 5 miliardi di euro della crescita del Paese, a cui si dovrebbe aggiungere la riduzione di circa 95mila posti di lavoro, per un monte retribuzioni minore di 2,3 miliardi di euro.

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