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L’Orientale di Napoli: la più antica scuola di lingue orientali d’Europa

La più antica Scuola di sinologia e orientalistica di tutta l’Europa è a Napoli: si tratta dell’Orientale. Da Collegio per giovani cinesi, fondato dal missionario Matteo Ripa,  ad università di studi orientali oggi.

L’Orientale di Napoli: la storia

Le origini dell’Orientale risalgono al 1724, quando il missionario Matteo Ripa, di ritorno dalla Cina, fondò a Napoli un centro di formazione religiosa per giovani cinesi destinati a evangelizzare il proprio paese di origine.

Matteo Ripa

A seguito del riconoscimento ufficiale di papa Clemente XII, nel 1732 il centro assunse la denominazione di “Collegio dei cinesi” mentre, a partire dal 1747, furono ammessi anche i giovani dell’Impero ottomano.

Il Collegio, in seguito, non si dedicò solamente alla formazione religiosa: attraverso il convitto svolse un ruolo importante nella formazione a pagamento di giovani laici napoletani e nella formazione di interpreti per la Compagnia di Ostend. Nel Settecento, soggiornarono nel collegio il vescovo e compositore sant’Alfonso Maria de’ Liguori e il missionario, proclamato beato nel 1996 da papa Giovanni Paolo II, Gennaro Maria Sarnelli.

L’Orientale nel XIX secolo

Dal 1736 al 1888, la Congregazione della Sacra Famiglia di Gesù Cristo si occupò dell’educazione dei collegiali e dei convittori. Durante questi anni, dopo l’Unità d’Italia, il Collegio dei Cinesi fu trasformato in Real Collegio Asiatico, struttura divisa in due parti: missionaria e laica, per gli studiosi di lingue asiatiche. Intanto nella scuola si iniziò a insegnare anche arabo e russo, oltre, a partire dal 1878, hindi, urdu, persiano e greco moderno.

orientale napoli

Nel 1888 la sezione missionaria della scuola fu eliminata del tutto e il nuovo Istituto fu trasformato in un’università, mentre prima, era considerato una scuola superiore secondaria.

L’Università Orientale di Napoli dal Novecento ad oggi

Agli inizi del Novecento, l’università passò dal ministero della Pubblica Istruzione al controllo del ministero delle Colonie. Fu affidata all’accademico italiano Carlo Alfonso Nallino un’opera di riqualificazione volta a trasformare l’Istituto nel centro di formazione del personale coloniale.
Quando, con la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia perse quasi tutte le colonie, la scuola non riuscì più a garantire una carriera ai propri studenti e trasformò il proprio corso di laurea in “Scienze Politiche per l’Oriente”.

Attualmente l’università possiede tre dipartimenti: Asia Africa e Mediterraneo, Scienze Umane e Sociali e Studi Letterari, Linguistici e Comparati.

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