Cronaca

Aurora Leone esclusa dalla Partita del Cuore: lo sfogo di Gianluca Pecchini, direttore generale della Nazionale Cantanti

Il "caso Aurora Leone" alla vigilia della Partita del cuore aveva portato alle dimissioni di Pecchini

Il giorno dopo la Partita del Cuore, all’indomani del polverone sollevato da Aurora Leone dei The Jackal, parla Gianluca Pecchini, direttore generale della Nazionale Cantanti, dimissionario dopo le rivelazioni dell’influencer, che sui social aveva denunciato un clamoroso episodio di discriminazione ai suoi danni, durante le cena che si è svolta la sera prima della partita.

Pecchini ha affidato ad AdnKronos il proprio sfogo, e ha negato fermamente l’episodio raccontato da Aurora Leone, invitando sia lei che l’altro protagonista della vicenda, Ciro Priello, a dire la verità su quanto accaduto.

Aurora Leone esclusa dalla Partita del Cuore: parla Gianluca Pecchini, direttore generale della Nazionale Cantanti

Nonostante le polemiche e le accuse di sessismo, la Partita del Cuore di ieri sera ha raccolto 300mila euro: una grande soddisfazione per Gianluca Pecchini, direttore generale della Nazionale Cantanti, che si era dimesso dopo le accuse lanciate dai The Jackal in diretta social. Ora che il fine ultimo dell’iniziativa benefica è stato raggiunto, l’ex dirigente rompe il silenzio e parla di quanto accaduto, negando ogni cosa “Io ho semplicemente detto loro: ‘Ragazzi questo è il tavolo della Nazionale Cantanti’ e gli ho chiesto se gentilmente si potevano sedere in altri tavoli e così hanno fatto visto che hanno mangiato nel tavolo a fianco. Non so perché Aurora abbia raccontato questa storia. Loro continuano a dire che io ho detto frasi sessiste e a infangare il mio nome nonostante io li abbia visti forse per 46 secondi”.

“Mi sono dimesso per il bene della rete e della raccolta fondi – continua Pecchini – quello che chiedo ai The Jackal è di essere sinceri e di dire la verità su quanto è accaduto. Se non dovessero farlo dovrò tutelare la mia immagine da questa macchina mediatica del fango che mi hanno scatenato contro, sia a titolo personale che dell’Associazione a cui ho dedicato 40 anni di vita e che ha raccolto 100 milioni di euro compresi i 300mila euro di ieri sera”.

La sua versione dei fatti

Pecchini all’Adnkronos racconta la sua versione dei fatti su quanto accaduto al J Hotel: “Eravamo tutti nella sala del ristorante del J Hotel e io stavo andando a controllare dove si sarebbero seduti Mogol, che è il nostro fondatore, Donna Allegra Agnelli e tutti gli altri ospiti. Tradizionalmente – spiega– al tavolo della Nazionale Cantanti ci si siedono solo i calciatori e i cantanti. In quel momento i cantanti smettono di essere artisti e diventano una squadra di calcio che il giorno dopo deve scendere in campo per raccogliere fondi”.

“I The Jackal venivano da Napoli e mi avevano spiegato che avevano chiesto, vista la distanza che dovevano percorrere in treno, di poter anticipare il loro arrivo che era previsto per il giorno dopo e quindi verso di loro era stata fatta una agevolazione – racconta ancora Pecchini – Io sono andato lì e ho semplicemente detto loro: ‘Ragazzi questo è il tavolo della Nazionale Cantanti‘ e gli ho chiesto se gentilmente si potevano sedere in altri tavoli e così hanno fatto visto che hanno mangiato nel tavolo a fianco”.

Potenza dei social

“Io e i The Jackal non giochiamo ad armi pari – aggiunge- io non ho neanche Facebook. Loro usano una macchina mediatica contro cui io non posso competere. Vorrei che loro fossero sinceri e che dicessero come sono realmente andate le cose, questo caos mediatico rischia di rovinare la mia immagine, la mia reputazione e la mia famiglia visto che ho anche tre figlie. Ieri mattina per senso di responsabilità mi sono beccato tutti gli insulti e ho dato le dimissioni perché sennò rischiava di saltare la manifestazione. Ma ora è il momento di fare chiarezza”

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