Scienza e Tecnologia

Coronavirus: i possibili aiuti dalla tecnologia per contrastare il Covid-19

Emergenza Coronavirus: la tecnologia può essere un utile alleato per arginare il contagio da Covid-19. Ecco tutti metodi che potrebbero fare la differenza nella lotta al Coronavirus.

Coronavirus: la tecnologia in soccorso per contrastare il contagio

Nei giorni scorsi, il ministro per l’Innovazione teclonogica e la digitalizzazione, Paola Pisano, insieme all’Iss e all’Oms, ha reso nota l’intenzione di individuare “nei prossimi 3 giorni, ​le migliori soluzioni digitali disponibili sul mercato per app di telemedicina e strumenti di analisi dati​, e coordinare a livello nazionale l’analisi, l’adozione, lo sviluppo e l’utilizzo di queste soluzioni e tecnologie per il monitoraggio e contrasto alla diffusione del Covid-19“.

Le idee emerse sono prevalentemente quelle che mirano a tracciare gli spostamenti dei cittadini, per verificare i contatti dei pazienti risultati positivi al Coronavirus e arginarne la diffusione.

Le possibili soluzioni

Un app per tracciare gli spostamenti

Una delle prime ipotesi è la creazione di un app, che i cittadini dovranno installare sullo smartphone. Su questo concetto si basa anche la strategia in Corea del Sud, dove un’app simile era già stata usata nel 2015, per combattere la Mers.


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Si chiama “Corona 100m” e invia messaggi alla popolazione coreana, per ricordare i comportamenti da seguire, e traccia i loro gli spostamenti. Un’attività che potrebbe risultare una risorsa vincente nella lotta contro il Covis-19.In Italia un app perché risulti efficace, dovrebbe essere scaricarla dalla maggior parte dei cittadini.

La sorveglianza digitale

Un’altra ipotesi è l’uso della massiccia sorveglianza digitale anche ai cittadini. Questa soluzione è stata adottata da Israele, dove il governo ha consentito all’agenzia per la sicurezza di tracciare i telefoni cellulari per individuare gli spostamenti delle persone, identificando i contatti avuti dai contagiati e i cittadini irrispettosi della quarantena.


sorveglianza


Questo metodo, oltre a non essere applicabile in Italia, ha sollevato diverse polemiche circa il rispetto della privacy dei cittadini.

I dati delle grandi società

L’uso dei big data potrebbe essere un’altra delle tecnologie utili alla lotta contro il Coronavirus. Massimo Canducci, Chief innovation officer della Engineerig, ha riferito all’Agi che “Google, Facebook e le altre grandi società tecnologiche quei dati li hanno già. Se chiediamo a un contagiato il consenso per interrogare queste società sui suoi spostamenti, potremmo sapere esattamente dove si è recato e avvertire le persone con cui è entrato in contatto“.


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In questo modo, sarebbe facile individuare le persone venute in contatto con il soggetto malato e contattarle, “senza dir loro il nome della persona in questione”. Una volta fatto questo passaggio, “lo Stato deve garantire, però, la distruzione di quei dati, perché altrimenti certo che si verrebbe a creare un problema di privacy”.

Le leggi sulla privacy

La questione sulla privacy, tenendo presente tutti queste ipotesi, rimane aperta. A questo proposito, il portavoce della Commissione europea, ha spiegato la “flessibilità” delle regole europee sulla protezione dei dati personali, in casi di emergenza, come quello rappresentato dalla crisi legata al Coronavirus.


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“Il trattamento dei dati relativi alla salute è un principio vietato dal regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Ue– ha spiegato il portavoce- Ma il regolamento prevede diverse eccezioni a questa regola“. Uno dei motivi di flessibilità è dato da “ragioni di interesse pubblico nel settore della sanità pubblica“.

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