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Il 21 dicembre del 1977 nasce Emmanuel Macron: presidente della Repubblica francese dal 2017

Alla scoperta di Emmanuel Macron: dall'impiego in banca fino a diventare il leader della Francia. Ecco chi è il presidente transalpino

Emmanuel Jean-Michel Frédéric Macron è un politico, banchiere e funzionario francese, presidente della Repubblica francese (e, in quanto tale, coprincipe di Andorra e protocanonico d’onore della Basilica di San Giovanni in Laterano) a partire dal 2017. Ha inoltre ricoperto la carica di ministro dell’economia, dell’industria e del digitale dal 2014 al 2016, nel secondo governo Valls.

Ha vinto le elezioni del 7 maggio successivo con il 66,1% dei voti nel secondo turno. A 39 anni, divenendo il più giovane presidente della Francia nella storia e nominò Édouard Philippe come primo ministro. Nelle elezioni legislative del giugno 2017, il partito di Macron, ribattezzato “La République En Marche” (LaREM), insieme al suo alleato del Movimento Democratico (MoDem), ottenne la maggioranza nell’Assemblea nazionale.

21 dicembre 1977: nasce Emmanuel Macron, presidente francese

Nato ad Amiens il 21 dicembre del 1977, Emmanuel Jean-Michel Frédéric Macron è figlio di Françoise Noguès, medico, e di Jean-Michel Macron, professore di neurologia dell’Università della Piccardia. Cresciuto in una famiglia non religiosa, venne battezzato come cattolico romano a propria richiesta all’età di 12 anni.


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Studiò presso il Lycée de la Providence di Amiens, gestito dai Gesuiti, dove ebbe come insegnante di teatro la professoressa di lettere e latino Brigitte Trogneux, coniugata con figli, con la quale lui, appena sedicenne, stabilì una relazione sentimentale che, divenuta stabile (malgrado l’opposizione della famiglia di lui, in allarme per la differenza d’età di 24 anni) sarebbe sfociata in un matrimonio. I genitori, nel tentativo, non premiato da successo, di ostacolare quel rapporto, decisero di inviarlo a studiare a Parigi, iscrivendolo al Lycée Henri-IV, celebre liceo della capitale, dove Macron ha completato la scuola superiore. Ha poi studiato Filosofia presso l’Università Paris Ouest Nanterre La Défense, ottenendo un Diplôme d’Études Approfondies.

Studi e primi incarichi

Nel 1999 lavora come assistente editoriale di Paul RicÅ“ur, filosofo protestante francese impegnato nella redazione della sua ultima opera, “La Mémoire, l’Histoire, l’Oubli”. Macron ha lavorato soprattutto sulle note e sulla bibliografia.


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Dopo la laurea in filosofia conseguita nel 2004, ha studiato all’Istituto di studi politici di Parigi (Sciences Po) e all’École nationale d’administration (ENA), per poi lavorare come ispettore delle finanze e, dal 2008, come funzionario presso la banca d’affari Rothschild & Co.

Prima di assumere cariche politiche, ha avuto un ruolo tecnico come consigliere del presidente socialista François Hollande. Da questi, il 26 agosto 2014, ha ricevuto l’incarico politico di ministro dell’Economia, dell’Industria e del Digitale nel secondo governo di Manuel Valls. Ha ricoperto la carica fino al 30 agosto 2016, quando ha rassegnato le dimissioni in previsione di una sua candidatura alle presidenziali in programma per l’anno successivo. Si è candidato alla carica presidenziale alla testa di En Marche!, il movimento politico liberale da lui stesso fondato il 6 aprile 2016. Al primo turno delle presidenziali è risultato primo con il 24,01% dei suffragi, qualificandosi per il ballottaggio contro Marine Le Pen, che ha ricevuto il 21,30% dei voti. Ha poi vinto il secondo turno con il 66,10% dei consensi, contro il 33,90% dei voti ottenuti dalla sua avversaria.

Ispettore delle finanze

Nel 2004, alla fine dei suoi studi all’ENA, entra a far parte del corpo interministeriale di ispezione generale delle finanze (Inspection générale des Finances (IGF). Nel 2007 viene nominato relatore per la commissione per la liberalizzazione e la crescita, chiamata anche “Commissione Attali” della quale entra a far parte, nominato per decreto, nel marzo 2014.



Il 30 giugno 2008 è co-relatore della commissione per le professioni del diritto. Nel 2016 si dimette dall’IGF. In quanto ex studente dell’ENA sarebbe stato tenuto a prestare 10 anni di servizio per lo stato francese: avendone, però, svolti sei (i due anni da ministro non entrano nel conto), ha dovuto versare allo stato la somma di 54mila euro a titolo di risarcimento.

Impiego in banca

Nel settembre 2008 viene assunto presso la banca d’affari Rothschild & Cie Banque. Alla fine del 2010 è promosso ad associato all’interno della banca. In quello stesso anno gli viene affidata la responsabilità di una delle più importanti negoziazioni dell’anno, tra Nestlé e Pfizer. Questa transazione, valutata più di 11,9 miliardi di euro, gli permette di guadagnare circa 3,3 milioni di euro.


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Dal 2017, come riportato nel documento ufficiale Declaration de situation patrimoniale en tant que candidat à l’election presidentielle per dell’Haute Autorité pour la transparence de la vie publique (HATVP), nonché sul sito “money.com” Macron dichiarava di non possedere né un’auto né una casa di proprietà (intestata a sua moglie). I suoi conti correnti ammontano complessivamente a circa 125mila euro, le partecipazioni azionarie a circa 60mila euro, l’anticipo dell’editore per il volume Révolution a circa 274mila euro e l’assicurazione sulla vita stipulata il 25 aprile 2011 a circa 92mila euro.

Macron stipulò inoltre un grosso mutuo, pari a 350mila euro, per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa, come detto intestata alla moglie. Le apparenti discrepanze, come riferisce sempre money.com, fra i guadagni percepiti e le sue dichiarazioni finanziarie, suscitarono polemiche durante la campagna elettorale. Macron spiegò che, al momento di lasciare la sua attività bancaria, fu soggetto a un’imposta sul reddito molto elevata, che lo portò a rilasciare un’intervista, nella quale sosteneva che la Francia avrebbe dovuto diminuire la tassazione sulla ricchezza finanziaria. La citata HATVP, Alta Autorità per la trasparenza dei funzionari pubblici, ha confermato che le dichiarazioni di Macron sono in regola con il fisco francese.

Primi passi

Inizia militando nel Movimento dei cittadini (MDC) per circa due anni. Vota per Jean-Pierre Chevènement al primo turno delle elezioni presidenziali del 2002. In seguito, il 21 aprile 2002, Macron ritiene che il fallimento di Lionel Jospin e del Partito Socialista (PS) sia dovuto all’incapacità della sinistra nell’essere affidabile sulle questioni di sicurezza.

Dal 2006, collabora anche con la fondazione Jean-Jaurès. Sempre nel 2006 diventa membro del PS, fino al 2009.


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Incontra François Hollande nel 2006 e s’impegna al suo fianco a partire dal 2010. Al momento dell’elezione presidenziale del 2007, fa parte del gruppo “Les Gracques”, composto da ex dirigenti e alti funzionari, che chiedono di formare un’alleanza fra Ségolène Royal e François Bayrou. Prova in seguito a candidarsi con il PS per le elezioni legislative in Piccardia. Tuttavia i socialisti della Piccardia non lo scelgono, quindi non si candida. Questa sconfitta, insieme alla vittoria di Nicolas Sarkozy alle elezioni presidenziali del 2007, lo incoraggia a dare un nuovo corso alla sua carriera.

Sostiene François Hollande in occasione delle primarie socialiste del 2011, anche quando Dominique Strauss-Kahn era in testa nei sondaggi, prima del caso del Sofitel. Da luglio a dicembre 2011 anima un gruppo di esperti e di economisti, il cosiddetto, “Gruppo della Rotonde”, composto dagli economisti Philippe Aghion, Gilbert Cette e Élie Cohen, gruppo che faceva rapporto al candidato ogni 15 giorni.

Vicesegretario generale dell’Eliseo e ministro dell’economia 

Dal 2012 al 2014 venne nominato vicesegretario generale della presidenza della Repubblica, un ruolo di alto livello nel personale del presidente Hollande. Il 26 agosto 2014 fu nominato ministro dell’economia e delle finanze nel secondo governo Valls, sostituendo Arnaud Montebourg.


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Come ministro economico, Macron era all’avanguardia nel far approvare leggi favorevoli alle imprese. Il 17 febbraio 2015, il primo ministro Manuel Valls spinse il pacchetto di legge di Macron attraverso un parlamento riluttante usando la speciale procedura 49.3, ovvero una scorciatoia normativa che permette all’esecutivo di adottare un testo di legge senza il voto dei deputati. Nell’agosto del 2014, Macron ha dichiarato di non essere più membro del PS dal 2009 e quindi indipendente.

Elezioni presidenziali del 2017

Nel marzo del 2016 esprime l’augurio che François Hollande si presenti alle elezioni presidenziali del 2017 in quanto “candidato legittimo”. Nell’aprile del 2016, con la creazione del movimento politico La République En Marche, esprime per la prima volta la sua volontà di presentarsi alle elezioni presidenziali. Emmanuel Macron annuncia la sua candidatura il 16 novembre 2016. Macron si rifiuta di partecipare alle primarie della sinistra del 2017.


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Alla fine del 2016, il responsabile della comunicazione di Macron dichiara di aver già ricevuto 3,7 milioni di euro di donazioni per le presidenziali, cioè due o tre volte il budget di François Fillon o di Alain Juppé per le primarie della destra. Il suo partito politico non beneficia ancora di finanziamenti pubblici quindi il denaro proviene solo da donazioni private.

Il 22 febbraio 2017 François Bayrou annuncia l’intenzione di non candidarsi alle presidenziali e propone a Emmanuel Macron un’alleanza, che viene da questi accettata.


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L’ufficializzazione della candidatura alle elezioni presidenziali è stata annunciata il 16 novembre 2016. Al primo turno, tenutosi il 23 aprile, Macron supera il 24% dei consensi e si classifica al primo posto, accedendo al ballottaggio contro Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra Front National.

La sua campagna elettorale in vista delle presidenziali si caratterizza per la netta impronta europeista. Distinguendosi da altri leader politici europei, non ha inseguito gli avversari politici sui temi e terreni a loro congeniali, ma ha proposto un rafforzamento e rilancio delle istituzioni europee e della Zona euro, attraverso un processo di “rifondazione” da attuarsi con riforme graduali.


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Macron ha ottenuto l’appoggio di diversi leader stranieri come Angela Merkel, Barack Obama e Matteo Renzi oltre che di tutti i funzionari di Bruxelles, tra cui il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, il presidente del consiglio europeo Donald Tusk, il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e la rappresentante della politica estera Federica Mogherini.

Al ballottaggio Macron esce vincitore ottenendo 20.703.631 voti, cioè il 66,06% dei voti validi; la sua vittoria è la seconda per margine dopo quella di Jacques Chirac contro Jean-Marie Le Pen, quando egli vinse con l’82,21% dei voti.

Presidenza

Il mandato presidenziale di Macron decorre dal 14 maggio 2017, con passaggio di consegne dal capo di stato uscente François Hollande. Con la sua età di 39 anni e 5 mesi, risulta il più giovane vincitore della contesa presidenziale nella storia di Francia. Il 18 giugno, col secondo turno delle elezioni legislative, En Marche!, il suo partito, ottiene la maggioranza assoluta all’assemblea nazionale.


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Designa il Repubblicano Édouard Philippe come primo ministro e il suo governo viene appoggiato da En Marche !, I Repubblicani, Movimento Democratico, Partito Socialista e Partito Radicale di Sinistra.

Vita privata

È sposato con Brigitte Trogneux, nata ad Amiens il 13 aprile 1953, sua ex-insegnante di lettere e latino al liceo di Amiens con cui aveva intrecciato una relazione quando lui aveva 16 anni e lei 41. Brigitte è diventata sua moglie dopo aver divorziato dal precedente marito, il banchiere André Louis Auzière, dal quale aveva avuto tre figli, ed è nonna di sette nipoti.


Emmanuel Macron e Brigitte Trogneux
Emmanuel Macron e Brigitte Trogneux.

Macron è molto legato all’Italia, in particolare alla città di Napoli: «Ha un posto speciale nel mio cuore. Recitando L’arte della commedia di Eduardo De Filippo ho conosciuto mia moglie».

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