Cronaca

Madonna di Trevignano, seguaci della “veggente” aggrediscono giornalista Mediaset

I seguaci della veggente della Madonna di Trevignano prendono a sassate un giornalista Mediaset, Paolo Capresi. Che la donna abbia gradito gli ultimi servizi in onda?

Madonna di Trevignano, i seguaci della veggente prendono a sassate giornalista Mediaset

Immancabile con l’inizio del mese l’appuntamento con le apparizioni della Madonna di Trevignano dove si sono riuniti i seguaci di Maria Giuseppa Scarpulla, ormai nota come Gisella Cardia. Il 3 dicembre scorso oltre ad una sessantina di persona si sono presentati anche i giornalisti. Fra loro una troupe di programma Mattino Cinque. La tensione sale e alcune persone, le più vicine alla donna, hanno iniziato a tirare sassi in direzione dell’inviato Mediaset.”È stato aggredito senza un perché”, ha detto in onda riferendosi proprio a Capresi.

Le dichiarazioni della vittima

“Stavamo iniziando le riprese quando ci hanno iniziato a spintonare”, ha dichiarato Paolo Capresi a Fanpage.it. Ad avvicinarsi uno dei bodyguard della sedicente veggente, riconoscibile dalla pettorina dell’associazione Madonna di Trevignano. Dopo poco, oltre alla guardia del corpo, arriva anche un’altra persona. Poi altri fedelissimi: alcuni si avvicinano, altri cercano di coprire la scena all’obiettivo della telecamera, utilizzando un telo verde da giardino, provando a spingere la troupe verso il burrone che si trova poco distante.

Tra il secondo e il terzo mistero del rosario, la situazione precipita. Arriva la prima pietra che viene lanciata da una donna, il braccio destro di Gisella. “Se fossimo stati colpiti ci avrebbe fatto molto male – continua Capresi – Non oso pensare se ci avesse raggiunto alla testa… forse non saremmo neppure qui a raccontarlo”.

Prima le urle poi le minacce. “Ci vediamo più tardi, vi aspetto fuori”, dice uno di loro. Un altro ancora, con la pettorina da operaio, si mostra alla videocamera: “Ma voi lo sapete che non potete riprendermi? Smettetela”, gli intima, continuando a mostrarsi all’obiettivo anche quando gli viene chiesto di spostarsi.

“Gli altri mesi non era così, sta davvero diventando un problema di ordine pubblico – continua Capresi – La violenza è partita soprattutto dalle persone più vicine a Gisella: altri seguaci, persone comuni che partecipano ogni mese agli appuntamenti, si sono avvicinati dopo l’aggressione dandomi solidarietà e scusandosi. Anche per molti di loro quanto accaduto è inammissibile”.

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