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La pandemia di Coronavirus sta danneggiando la salute mentale delle donne incinte e delle neo mamme

Lo studio ha dimostrato che la pandemia sta la peggiorando la salute mentale delle donne in stato di gravidanza e delle neo mamme

La pandemia di Coronavirus non solo ha un impatto molto invasivo sulla vita quotidiana di tutti noi ma chi sta pagando il costo più alto è la nostra salute mentale. Infatti, sulla rivista specializzata World Psichiatry, il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus ha parlato di erosione del benessere psicologico e psichico.

Ma c’è un nuovo studio che ha dimostrato che le donne incinte e le neo-mamme rappresentano una delle categorie più esposte al rischio di sviluppare sintomi depressivi, ansia, stress e altri disturbi mentali in relazione alla diffusione del coronavirus SARS-CoV-2.

Salute mentale e Coronavirus: donne in gravidanza e neo mamme le categorie più a rischio

A determinare l’impatto negativo della pandemia sulla salute mentale delle donne in stato di gravidanza, o subito dopo il parto, è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati del Dipartimento di medicina neonatale del Brigham and Women’s Hospital di Boston, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Psichiatria e della prestigiosa Scuola di Medicina dell’Università di Harvard.

Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Cindy H. Liu, sapevano bene che durante il periodo perinatale le donne sono particolarmente vulnerabili ai problemi di salute mentale – circa 1 su 5 sviluppa disturbi prima e dopo il parto, spiegano gli autori dello studio -, pertanto volevano capire se la pandemia in corso potesse esacerbare (e quanto) una una fase già molto delicata della vita.

Lo studio

Per rispondere a queste domande hanno coinvolto nello studio 1.123 donne incinte o subito dopo il parto; tutte sono state sottoposte a questionari standardizzati per valutare con un punteggio lo stato della salute mentale. Sono state contattate tra il 21 maggio e il 17 agosto 2020, dopo un rapido reclutamento attraverso messaggi di posta elettronica o gruppi di messaggistica.

I risultati

Dall’analisi statistica dei dati ricavati dalla ricerca (chiamata “PEACE”, acronimo di Perinatal Experiences and COVID-19 Effects Study) è emerso che ben il 36,4% delle intervistate ha sviluppato livelli di depressione “clinicamente significativi”, quindi più di una su tre. Prima della pandemia i tassi di depressione perinatale si attestavano attorno al 15-20%, come indicato in un comunicato stampa dell’ospedale di Boston.

Il 22,7%, cioè una su cinque, presentava invece livelli clinicamente significativi di ansia, mentre una su dieci (10,3%) li aveva di disturbo da stress post-traumatico (considerato una delle possibili “eredità” più pericolose della pandemia, secondo il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi).

Le donne che avevano già sperimentato disturbi di salute mentale avevano un rischio da 1,6 a 3,7 volte maggiore di sperimentare livelli clinici significativi di disturbi mentali. Anche coloro che erano molto preoccupate per la salute (18%) e che avevano sperimentato dolore, perdita e delusione a causa della pandemia (9%) presentavano un rischio molto superiore di avere livelli clinici di ansia, disturbi depressivi e PTSD.


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Il sito del Ministero della Salute

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