Arresti domiciliari e permessi premio: ecco i boss che chiedono clemenza

Il caso degli arresti domiciliari a Giovanni Brusca non è l’unico, altri sono i boss che chiedono clemenza e ogni anno fanno richiesta di permessi premio e semilibertà: ecco chi sono.
Stop al cercere duro per i boss: la sentenza
Secondo la Corte dei diritti umani (Cedu), il regime di 41bis, ovvero il carcere duro per i mafiosi, questo regime sarebbe inumano e degradante.
Secondo la Corte l’Italia deve modificare la legge e permettere ai condannati di usufruire di benefici sulla pena: dunque, da questo momento, potrebbero aprirsi le porte del carcere per molti detenuti sottoposti a questo regime, che in Italia sarebbero circa 1200.
Chi ne beneficerebbe?
I beneficiari di questa inaspettata inversione di rotta potrebbero essere Giuseppe Setola, il boss dei Casalesi, che durante la fuga di nove mesi uccise e fece uccidere diciotto persone. E ancora Michele Zagaria, Francesco Sandokan Schiavone e Francesco Bidognetti.
Il caso Brusca
La motivazione per il rigetto della richiesta di Giovanni Brusca starebbe nella completa mancanza di un ravvedimento, dunque il boss, e pentito eccellente, continuerà a scontare la sua pena nel carcere di Rebibbia.
L’autore materiale della strage di Capaci, è in carcere da 23 anni, e nel tempo ha già ottenuto almeno ottanta permessi premio.
A rivolgersi alla Cassazione erano stati i difensori che contestavano la decisione del giudice di sorveglianza che, a marzo, aveva respinto per la nona volta dal 2002 l’istanza dei domiciliari.