Cacciata di casa perché omosessuale, parte la gara di solidarietà per Malika: raccolti 29mila euro

È stata cacciata di casa dalla famiglia perché omosessuale. Mentre Malika continua la sua battaglia per difendere i suoi diritti, la procura di Firenze apre un fascicolo per violenza privata. E intanto parte la gara di solidarietà nei confronti della 22enne di Castelfiorentino. In pochi giorni sono stati raccolti 29mila euro sulla piattaforma di crowdfunding GoFundMe.

Solidarietà a Malika, 22enne cacciata di casa perché omosessuale

In una sola settimana, i 10mila euro prefissati inizialmente per pagare lo psicologo che sta seguendo Malika e le spese legali sono diventati oltre 27mila. Solidarietà è arrivata alla giovane toscana da diversi esponenti della politica e anche del mondo dello spettacolo, come i cantanti Fedez ed Elodie: la cantante ha condiviso sui suoi social la raccolta fondi per aiutare la 22enne.

La storia di Malika

Malika è stata cacciata di casa perché la famiglia non accetta il suo amore per una ragazza. Sono passati tre mesi e la giovane non ha la possibilità di avvicinarsi alla casa della sua famiglia nemmeno per prendere i suoi vestiti.

“Se torni ti ammazziamo, meglio 50 anni di carcere che una figlia lesbica”, le ha detto sua madre in uno dei molti messaggi audio inviatole dalla madre e diffusi dal video di Fanpage.

La giovane è stata minacciata anche dal fratello il quale ha cambiato la serratura. Alla fine Malika, preoccupata per la sua incolumità. ha deciso di sporgere denuncia.

“Non sono io a non essere normale”

“Non sono io quella che si deve vergognare. Non sono io a non essere normale. Non normale – conclude la giovane -, è picchiare un figlio o insultarlo per quello che è o sceglie di essere, non normale è giudicare e additare il prossimo, non normale è prendersela con qualcuno solo perché è omosessuale”.

Castelfiorentino, 22enne cacciata di casa perché omosessuale