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Il 16 dicembre del 1940 nasce Carlo Taormina: avvocato, politico, giurista e accademico italiano

Personaggio riconosciuto nel settore politico italiano, Carlo Taormina ha svolto il ruolo di legale per molti casi noti all'opinione pubblica

Carlo Taormina è il noto avvocato che da tempo impazza sui media, l’uomo capace di sorprendere la nazione con le sue dichiarazioni esplosive, sia che vertano su delitti insoluti e seguitissimi (come quello di Cogne), sia che si tratti di presunti scandali internazionali (come la controversia su Telekom Serbia del 2003).

Carlo Taormina, avvocato e politico italiano

Nato il 16 dicembre 1940 a Roma, Carlo Taormina è cresciuto nella capitale e si è laureato in Giurisprudenza nella gloriosa università “La Sapienza”.

Gli inizi

In un primo momento della sua carriera, dopo un percorso accidentato e faticoso come avvocato in vari studi legali, decide di entrare in magistratura. In seguito, forte del suo spirito combattivo e indomito, prende consapevolezza che le maglie della burocrazia giudiziaria gli vanno troppo strette e preferisce dedicarsi alla libera professione.


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È così più libero di seguire le sue piste e i suoi interessi, spesso indirizzati in molteplici direzioni. La carriera non gli impedisce infatti di coltivare un’altra grande passione: quella per l’insegnamento. Nel 1975 diventa dopo regolare concorso professore ordinario presso la cattedra di Procedura penale della facoltà di giurisprudenza di Macerata.

L’ascesa

In veste di Avvocato attento agli aspetti più reconditi di ogni vicenda, patrocina i procedimenti giudiziari più importanti della recente storia d’Italia. La faciloneria non gli appartiene e infatti si incarica dei casi più intricati e difficili. La strage di Ustica è fra questi.


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Sprezzante dell’opinione comune, difende gli ufficiali e i sottufficiali accusati di aver nascosto elementi utili a stabilire le cause dell’incidente aereo che sui cieli di Ustica il 27 giugno del 1980 costò la vita a 81 persone.

L’era Tangentopoli

Una decina di anni più tardi scoppia il bubbone di Tangentopoli, un evento che non poteva non trovare Carlo Taormina in prima linea. Molti dei protagonisti eccellenti di quella stagione non trovano di meglio che affidarsi alle sue mandibole d‘acciaio, mandibole che quando agguantano un caso non lo mollano neanche a morire. Le sue dichiarazioni contro i “giudici giustizialisti” sono rimaste famose e gli hanno attirato molte antipatie, soprattutto da parte della sinistra.


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Da quel momento in poi l’aggressività di Carlo Taormina si è potuta esercitare su molti altri casi scomodi, a partire dallo scandalo che ha coinvolto l’ex capitano delle “SS” Erich Priebke, che Taormina ha debitamente rappresentato nel processo per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, fino all’omicidio di Marta Russo, dove il prode avvocato è arrivato a denunciare i PM Italo Ormanni e Carlo La Speranza per una registrazione dell’interrogatorio di Gabriella Alletto, in cui sembra non siano stati rispettati i diritti del testimone e le procedure canoniche. Ultima celebre difesa (per risonanza mediatica) in ordine cronologico è stata quella di Annamaria Franzoni, accusata del delitto di Cogne.

Caso Telekom Serbia e Lega Italia

Buttatosi nel vortice della politica attiva ha avuto modo di assommare sulla sua persona ben tre cariche diverse: avvocato, docente e parlamentare. Dopo aver aderito alle file di Forza Italia, è stato sottosegretario all’Interno del governo Berlusconi, carica da cui ha dato le dimissioni – con grande sorpresa di tutti – dopo la pubblicazione da parte del quotidiano “la Repubblica” di un articolo su Telekom Serbia, in cui lo si accusava di essere il manovratore occulto di quello scandalo.


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Lo stesso Taromina in quell’occasione, interpellato dall’Ansa, ha così dichiarato: «Confesso, sono io il burattinaio, il puparo di tutta questa vicenda, mi autodenuncio per concorso in calunnia con Paoletti, Marini e Pintus», aggiungendo di aver «creato difficoltà a Forza Italia e a Berlusconi». Nel novembre del 2008 fonda Lega Italia, un movimento che lui stesso presiede.

Nel 2009 ha esposto tutta la sua disapprovazione nei confronti di Beppino Englaro e i magistrati di Udine, sostenendo che si trattasse di un omicidio premeditato per la vittima Eluana Englaro. Nel corso della sua carriera, il politico ha voluto mettere in risalto la sua contrarietà per quanto riguarda il processo breve. Lo stesso avvocato ha definito questo disegno di legge vergognoso, bizzarro e fuorilegge.

Anni Duemiladieci

Nel 2011 è stato nominato principe reggente di Filettino, comune del frusinate il cui sindaco, in reazione alla manovra “taglia-comuni” dell’ultimo governo Berlusconi, ha avviato un movimento secessionista. Sulla manovra del governo Monti, Taormina si è dichiarato in sintonia con la Lega Nord. In un’intervista al programma radiofonico La Zanzara risponde alla domanda «Qual è il più grande criminale che ha difeso?» dicendo che è stato un parlamentare della Democrazia Cristiana ora non più in politica.


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Nel 2017 è uno dei molti firmatari dell’appello del giornale Il Tempo che chiede la scarcerazione, con differimento e sospensione pena per motivi di salute, in favore dell’ex parlamentare Marcello Dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e altri reati minori.

Anni Duemilaventi


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Nel 2020 deposita una denuncia contro il governo Conte-bis per l’inadempienza dell’esecutivo nell’applicare una tempestiva azione profilattica contro la pandemia da SARS-CoV-2.

Controversie

Ha espressamente affermato di non voler assumere dei dipendenti o collaboratori omosessuali all’interno del proprio studio di avvocati. Tali affermazioni furono considerate discriminatorie dalla fondazione Avvocatura per i diritti LGBT nei confronti delle persone omosessuali, in quanto ostacolavano le candidature lavorative di questi individui in violazione delle norme a tutela della parità. A tal proposito, nell’agosto 2014, Taormina venne condannato a risarcire la somma di 10.000,00 Euro.


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Nel 2007 è stato opinionista calcistico all’interno del programma sportivo Il processo di Biscardi. Qui Carlo Taormina mette in risalto la sua fede romanista e la sua ostilità per la Juventus.

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