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Il 25 giugno 1903 nasce George Orwell: leggendario scrittore britannico, autore de “La fattoria degli animali”

Percorriamo insieme la storia di George Orwell: scrittore, giornalista, saggista, attivista e critico letterario britannico

George Orwell (pseudonimo di Eric Arthur Blair), giornalista e opinionista politico e culturale, oltreché prolifico saggista ed attivista politico-sociale, Orwell è generalmente considerato uno dei maggiori autori di prosa in lingua inglese del XX secolo.

La sua grande fama è dovuta in particolar modo anche a due romanzi, scritti verso la fine della sua vita negli anni Quaranta: l’allegoria politica de La fattoria degli animali e il distopico 1984, che descrive una così vivida realtà fantapolitica e fantascientifica totalitaria da aver dato luogo alla nascita dell’aggettivo “orwelliano”, oggi ampiamente usato per descrivere meccanismi totalitari di controllo del pensiero.

George Orwell, scrittore britannico

Polemista lucido e anticonformista, Orwell non risparmiò critiche neanche all’intellighenzia socialista inglese, alla quale si sentiva profondamente estraneo. Era e rimase fino alla fine un convinto socialista, ma la presa di coscienza, in virtù anche delle tragiche esperienze personali, delle contraddizioni e dei fatali errori della linea politica implementata in Unione Sovietica sotto la dirigenza di Iosif Stalin, lo portò ad abbracciare un virulento antisovietismo, scontrandosi così con una consistente parte della sinistra europea dell’epoca. Nel 1946 scrisse:

«Ogni riga di ogni lavoro serio che ho scritto dal 1936 a questa parte è stata scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo e a favore del socialismo democratico, per come lo vedo io» (Perché scrivo)

Biografia e opere

George Orwell nacque a Motihari, Bihar, in India, il 25 giugno 1903da una famiglia di origine scozzese, appartenente alla borghesia alto-bassa (lower-upper-middle class). Il padre, anglo-indiano, era funzionario dell’amministrazione britannica in India, dove la famiglia si destreggiava a conciliare l’effettiva scarsità di mezzi con la salvaguardia delle apparenze.

Nel 1904 Orwell si trasferì nel Regno Unito con la madre Ida (1875-1943) e le due sorelle Marjorie Frances (1898-1946) ed Avril Nora (1908-1978), prendendo dimora a Henley-on-Thames, nell’Oxfordshire, dove si iscrisse al college St. Cyprian di Eastbourne.

Uscì da quel collegio con una borsa di studio e un forte complesso d’inferiorità, per le umiliazioni e lo snobismo subiti negli anni da parte dei compagni di studio tipica della società del Regno Unito del suo tempo (come narrerà nel suo saggio autobiografico Such, Such Were the Joys del 1947).

«Siamo impegnati in un gioco in cui non possiamo vincere. Alcuni fallimenti sono migliori di altri, questo è tutto».

(1984)


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Gli studi e i giorni in Birmania

Nel 1917 venne ammesso all’Eton College, che frequentò per quattro anni, e dove ebbe per insegnante Aldous Huxley (altro grande esponente della letteratura distopica), alle cui opere si ispirerà per 1984, il suo romanzo più celebre. In questo stesso periodo strinse amicizia con Cyril Connolly, futuro critico letterario. Nel 1922 lasciò gli studi per seguire le orme paterne e, tornato in India, si arruolò nella Polizia Imperiale in Birmania (Burma). Il 22 novembre dello stesso anno arrivò a Mandalay, sua sede di lavoro.

L’esperienza però si rivelò traumatica e il giovane Eric, diviso fra il crescente disgusto per l’arroganza imperialista e la funzione repressiva che il suo ruolo gli imponeva, il 1º gennaio 1928 si dimise. Questa vicenda biografica ispirerà, oltre ad alcuni memorabili saggi, il romanzo Giorni in Birmania, pubblicato nel 1934.

Sempre nel 1928 partì per Parigi; il suo intento era di poter osservare con i propri occhi i bassifondi delle grandi metropoli europee. In questo periodo iniziò a scrivere e insieme lavorò come sguattero in alcuni ristoranti. Sopravvisse solo grazie alla carità dell’Esercito della Salvezza e sobbarcandosi lavori umilissimi, un’esperienza che proseguirà anche in patria e che tradurrà nell’opera Senza un soldo a Parigi e a Londra (pubblicata nel 1933).


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Aldous Huxley, uno dei massimi esponenti della corrente distopica.

Le prime opere

Pubblicò il suo primo articolo di successo su Le Monde nel 1928. L’anno successivo si trasferì a Southwold, nel Suffolk, lavorando come recensore per l’Adelphy e il New Statesman and Nation. Nell’aprile 1932 si trasferì nel Middlesex, dove iniziò il lavoro di insegnante come maestro elementare per varie scuole private, occupazione che poi fu costretto ad abbandonare per problemi di salute. Nel marzo dell’anno successivo pubblicò La figlia del reverendo (1933) e accettò di lavorare part-time in una libreria e insieme come critico di romanzi per il New English Weekly. Su commissione del Left Book Club, un’associazione culturale filosocialista, svolse anche un’indagine nelle zone più colpite dalla depressione economica, indagine che lo porterà, nei primi mesi del 1936, tra i minatori di carbone dell’Inghilterra settentrionale, le cui misere condizioni saranno descritte in La strada di Wigan Pier, pubblicato nel 1937.

Nello stesso periodo Orwell si recò nel Lancashire e nello Yorkshire e successivamente a Wallington, nello Hertfordshire, dove pubblicò il romanzo Fiorirà l’aspidistra, ispirato alla sua vita di povertà di quegli anni. In esso sono narrate le vicende sentimentali di un aspirante scrittore, impegnato in una velleitaria battaglia contro i codici della vita borghese.

A Wellington Orwell affittò in Kits Lane una casa nella quale una stanza era adibita a negozio, noto come The Stores; nel negozio Eric e la sua compagna vendevano uova fresche del loro pollaio, bacon, latte delle loro capre e strisce di liquirizia. Il 9 giugno 1936 sposò nella chiesa anglicana di Wallington (nonostante entrambi si dichiarassero agnostici), Eileen O’Shaughnessy, sua compagna da un anno. Proprio a Wallington si trova la “Bury Farm”, la fattoria che, secondo molti, ispirò ad Orwell l’ambientazione de La fattoria degli animali.


La casa dei genitori di George Orwell
La casa dei genitori di George Orwell a Southwold, dove fu scritto La figlia del reverendo.

La guerra civile spagnola

Scoppiata la guerra civile spagnola, lo scrittore decise di prendervi parte e quindi andò in Spagna a combattere nelle file del Partito Operaio di Unificazione Marxista (POUM, Partito Obrero de Unificacion Marxista, d’ispirazione trotzkista) contro il dittatore Francisco Franco. Partì per il fronte aragonese, dove fu impegnato al fianco della 29esima Divisione Repubblicana.

Il 20 maggio 1937 Orwell venne ferito gravemente alla gola da un cecchino franchista e fu perciò fatto rientrare a Barcellona. Lì, nel frattempo, il clima politico era cambiato: per il prevalere, nel governo repubblicano, della linea del Fronte Popolare e del PCE (stalinista), il POUM e gli anarchici erano stati dichiarati fuorilegge. Nel giugno dello stesso anno Orwell e la moglie, sentendosi in pericolo di fronte ai loro ex compagni, lasciarono la Spagna quasi clandestinamente.


Cartolina commemorativa della guerra spagnola
Cartolina commemorativa italiana della guerra spagnola.

Marocco e ritorno in Inghilterra

Tornato dunque in Inghilterra, Orwell scrisse Omaggio alla Catalogna (1938), un diario-reportage contro gli stalinisti spagnoli (i quali agivano sotto lo stretto controllo dei “consiglieri” sovietici), da lui accusati di aver tradito lealisti ed anarchici spagnoli. In settembre partì per il Marocco. L’anno successivo, tornato in patria, scrisse Una boccata d’aria (1939).

Durante la Seconda Guerra Mondiale Orwell, che si era offerto volontario, venne respinto dall’esercito britannico come inabile e quindi si arruolò, nel 1940, nelle milizie territoriali della Home Guard, con il grado di sergente. In marzo l’editore Gollancz gli pubblicò la raccolta di saggi Dentro la balena.

Trasferitosi a Londra, Orwell curò per la BBC (l’ente radiotelevisivo britannico) una serie di trasmissioni propagandistiche destinate all’India che avrebbe fornito alla Gran Bretagna e al suo esercito ben due milioni di soldati). Inoltre pubblicò la raccolta di saggi Il leone e l’unicorno: il socialismo e il genio inglese (1941) e, tra il 1942 e il 1943, collaborò alle riviste Horizon, New Statesman and Nation e Poetry London.

La fattoria degli animali e la morte di Eileen

In novembre Orwell abbandonò la Home Guard per dirigere il settimanale di sinistra Tribune, che gli aveva affidato una rubrica, As I please (A modo mio).

Iniziò allora a scrivere La fattoria degli animali; la terminerà nel febbraio del 1944, ma, per le chiare allusioni critiche allo stalinismo, molti editori si rifiutarono di pubblicare il racconto (in quel periodo l’Unione Sovietica di Stalin era alleata del Regno Unito contro il nazifascismo). Nel giugno 1944, dopo molti tentativi di avere un figlio in modo naturale, Orwell adottò un bambino, dandogli il nome di Richard Horatio Blair.

Nel febbraio dell’anno seguente si dimise da direttore del Tribune, per impegnarsi come corrispondente di guerra in Francia, Germania e Austria, per conto dell’Observer. Nello stesso anno (1945) morì la moglie Eileen, durante un intervento chirurgico, e Secker & Warburg pubblicarono il suo primo romanzo di successo, La fattoria degli animali.

1984 e morte

Dal novembre 1946 all’aprile dell’anno successivo, Orwell riprese a scrivere per il Tribune e nel 1947 si stabilì con il figlio a Jura, fredda e disagiata isola delle Ebridi. Era minato dalla tubercolosi e il clima non si confaceva alle sue disperate condizioni di salute, costringendolo a continui ricoveri in sanatorio. Due anni dopo si risposò con Sonia Bronwell, redattrice di Horizon, e cominciò ad occuparsi della revisione della sua opera più celebre, 1984 (scritta nel 1948).

Orwell morì per il cedimento di un’arteria polmonare il 21 gennaio 1950 in un ospedale di Londra: aveva 46 anni.

La sua filosofia di vita

«Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno di pensare. Ortodossia e inconsapevolezza son la stessa cosa».

(1984)

«Orwell ha intuito che nel futuro-presente di cui egli parla si dispiega il potere dei grandi sistemi sovranazionali, e che la logica del potere non è più, come al tempo di Napoleone, la logica di un uomo. Il Grande Fratello serve, perché bisogna pur avere un oggetto d’amore, ma basta che egli sia un’immagine televisiva» – (Umberto Eco).

Orwell viene ricordato soprattutto per il contributo che diede alla letteratura distopica, di cui si servì nella sua lotta contro il totalitarismo. Dal punto di vista letterario egli si inserisce nel grande filone della letteratura satirica inglese, che si può far risalire a Jonathan Swift (in particolare I viaggi di Gulliver, ma anche il pamphlet Una modesta proposta). In realtà sono i saggi e gli articoli che – più di ogni altro suo scritto – costituiscono il contributo maggiore dello scrittore alla comprensione del suo tempo, oltre che un alto esempio di esercizio della ragione e dello spirito critico, attraverso uno stile di esemplare chiarezza.

La sua scrittura, pur esprimendo concetti complessi, è chiara ed usa parole ben comprensibili: Animal Farm (La fattoria degli animali) in particolare è stato più volte usato come lettura nei corsi di lingua inglese per stranieri. Esso è, sotto la parvenza di una favola per bambini, un’acuta parodia del comunismo centralista realizzato in Unione Sovietica: in una fattoria gli animali si ribellano ad un padrone umano crudele e dispotico, ma la rivoluzione si trasforma in una nuova tirannia capeggiata dai maiali, corrotti e avidi di potere come gli uomini e riassunta magistralmente dall’icastico motto: “Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”.

Orwell ammonisce a non credere alle favole, invita a mantenere sempre vigili la coscienza e lo spirito critico ed a dubitare delle rivoluzioni pur ritenendole necessarie; ci invita a dubitare del nostro stesso pensiero perché esso a sua volta potrebbe essere condizionato da un linguaggio (la neolingua di 1984) costruito ad arte per incarcerare/sedurre la nostra mente con le conseguenti devastazioni che il sonno della ragione provoca.

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