Inchiesta

L’Italia è il Paese con più contagiati attivi da coronavirus al mondo: sono 14.955, + 2166 in un giorno. Nel week-end si teme un boom nel centrosud

Con quasi 15mila malati e altri 250 morti in un solo giorno, l’Italia rischia di non aver ancora visto il peggio: nel fine settimana potrebbe esserci un boom di contagi da coronavirus al centrosud dovuto all’«effetto assembramento» dello scorso weekend, prima che entrassero in vigore le misure restrittive per tutto il paese.

L’Italia il Paese con più contagiati attivi da coronavirus al mondo

I numeri continuano a crescere in maniera impietosa: anche nelle ultime 24 ore si sono registrati 2.116 malati in più rispetto a giovedì, per un totale di 14.955 persone positive al virus, con il numero di coloro che è in terapia intensiva che rimane sempre attorno al 10%. E le vittime sono ormai 1.266. Attualmente l’Italia è il Paese con più contagiati attivi al mondo, davanti a Cina (13486) e Sud Corea (7398). La Cina rimane però di gran lunga la nazione che ha registrato in assoluto più contagiati: 80.185 casi contro i 17.660 registrati in Italia.


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Chi si ammala di più per coronavirus?

L’identikit lo ha fatto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro: si tratta di persone che hanno un’età media di 80,3 anni di cui solo il 25,8% donne. La fascia d’età più a rischio è quella tra gli 80 e gli 89 anni ma c’è un ulteriore dato che va tenuto in considerazione: «la maggioranza delle vittime – spiega – aveva più patologie croniche, solo due erano non portatrici di patologie. Il 46-47% dei morti ne aveva almeno 2-3».

Le misure di contenimento e il picco

Secondo gli scienziati, le misure di contenimento prese dal governo dovrebbero attutire il picco, ma avranno anche un altro effetto. «L’epidemia durerà di più – spiega il professore di igiene dell’università di Pisa Pier Luigi Lo Palco – ma il numero di casi risulterà gestibile per il servizio sanitario». C’è però un rischio che potrebbe in parte mandare in crisi questo scenario ed è quello ipotizzato da Brusaferro: un’impennata dei casi di contagio al centrosud, dove le strutture sanitarie non sarebbero in grado di reggere l’urto così come avvenuto con fatica al nord

«È verosimile aspettarci casi in questo weekend, in parte come effetto dei comportamenti assunti lo scorso fine settimana. L’incubazione è tra 4 e 7 giorni: abbiamo visto folle assembrate al mare o in stazioni sciistiche o in mega aperitivi, luoghi dove probabilmente il virus ha circolato. Una parte di quelle persone nei prossimi giorni probabilmente mostrerà una sintomatologia. Speriamo di essere smentiti dai fatti».

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Parchi e ville comunali a Roma

Il discorso riguarda soprattutto Roma, dove tra l’altro Virginia Raggi sta valutando la possibilità di chiudere parchi e ville comunali proprio per evitare che le attività motorie consentite si trasformino in assembramenti, e le altre città del sud. E anche per evitare che si ripetano situazioni come quelle della settimana scorsa, sono 4mila gli uomini delle forze di polizia impegnati nei controlli mentre il ministro Bonafede ha annunciato l’assunzione di 1.100 unità della Polizia penitenziaria per garantire la sicurezza negli istituti di pena.

Il lavoro della Protezione Civile

Intanto prosegue il lavoro della Protezione Civile per cercare di soddisfare le esigenze che arrivano dai territori. Uno dei fronti più delicati è quello della sicurezza dei lavoratori dei servizi essenziali, a partire da medici e personale sanitario, che non si possono fermare e che il premier Giuseppe Conte ha definito «colonna portante del paese» ringraziandoli per gli «sforzi straordinari» che stanno facendo. Nei prossimi giorni, ha assicurato, «la Protezione Civile distribuirà a tutti i lavoratori i dispositivi di protezione individuale».

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La sanità e il potenziamento degli ospedali

L’altro fronte su cui si lavora a pieno ritmo è il potenziamento degli ospedali e la fornitura di materiale sanitario. Il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha attribuito alla Protezione Civile l’impossibilità di realizzare un ospedale nella Fiera di Milano ma il Dipartimento ha risposto che il problema è il reperimento dei materiali sul mercato.

Dunque, sarebbe la soluzione concordata, si va verso un potenziamento di tutte le strutture sanitarie già esistenti in Lombardia, soprattutto per quanto riguarda le terapie intensive. E proprio su questo fronte, sono già stati distribuiti circa 320 ventilatori nelle Regioni più sotto stress, una quarantina andranno domani nelle Marche e nei prossimi giorni ci saranno consegne in tutta Italia.


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