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Elezione Presidente della Repubblica: quorum non raggiunto al primo scrutinio

Oggi al via le elezioni del Presidente della Repubblica: come si vota il nuovo Capo di Stato dopo i sette anni di presidenza Mattarella

Termina con un nulla di fatto il primo giorno delle elezioni per il nuovo presidente della Repubblica. Alla prima votazione per il presidente della Repubblica il quorum non è stato raggiunto. La Costituzione prevede che nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l’elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell’Assemblea. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea. Non c’è un numero prestabilito delle votazioni: la seduta comune è considerata un’unica seduta anche se si sviluppa in più giorni.

Dalle ore 15 di oggi a Montecitorio parte la 14esima elezione del Presidente della Repubblica. Chiamati al voto 1.008 tra senatori, deputati e delegati regionali, convocati alle ore 15 a Montecitorio per il primo giorno di votazioni.

La seduta è unica, al ritmo di un’elezione al giorno — così, in tempo di Covid, ci sarà tempo per sanificare l’Aula — si andrà avanti finché non sarà eletto il successore di Sergio Mattarella. Dalla quarta votazione in poi il quorum si abbassa dai due terzi (almeno 672 preferenze) alla maggioranza assoluta (505 voti).

Scopriamo come si vota per l’elezione del nuovo Capo di Stato dopo i sette anni di presidenza Mattarella.  La procedura per eleggere il presidente della Repubblica è stabilita dalla Costituzione italiana (articoli 83, 84 e 85).

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Come da norme, trenta giorni prima della scadenza del mandato, il presidente della Camera dei deputati, in questo caso, Roberto Fico, convoca il Parlamento e i delegati regionali per eleggere il nuovo capo dello Stato (art. 85) e dato che il mandato del presidente Sergio Mattarella scade il 3 febbraio, la prima votazione per eleggere il nuovo presidente della Repubblica sarà il prossimo 24 gennaio, alle 15.

Saranno 1.009 i Grandi Elettori riuniti in seduta comune: 321 senatori, 630 deputati e 58 delegati regionali, tre per ogni Regione, ad eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno, designati in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze.


Quirinale, ecco chi sono i 58 Grandi elettori delegati dalle regioni


L’elezione per il successore di Sergio Mattarella sarà l’ultima che conterà su questo numero di Grandi elettori, perché a seguito della recente legge di revisione costituzionale (pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 261 del 21 ottobre 2020) ci saranno 230 deputati e 115 senatori in meno.

Quando ci saranno le elezioni del Presidente della Repubblica

Sergio Mattarella ha giurato come presidente della Repubblica il 3 febbraio 2015. Le votazioni invece si sono svolte tra il 29 e il 31 gennaio. Ci sono voluti infatti quattro scrutini per arrivare all’agognata fumata bianca.

Il voto nel 2015 fu necessario dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano, attuale presidente emerito che all’epoca decise di lasciare l’incarico due anni dopo la sua seconda elezione al Quirinale.

Il 4 gennaio il Presidente della Camera Roberto Fico ha ufficializzato la data del voto: il Parlamento si riunirà lunedì 24 gennaio alle ore 15.00, ma l’elezione potrà durare anche più giorni nel caso non dovesse arrivare una fumata bianca alla prima votazione.

I requisiti per essere eletto al Quirinale

L’articolo 84 della Costituzione specifica che può essere eletto ogni cittadino italiano che abbia compiuto 50 anni e goda dei diritti politici e civili. Questo vuol dire che non potrebbero, ad esempio, partecipare all’elezioni figure politiche come Matteo Renzi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni o Maria Elena Boschi che hanno meno di 50 anni.

I quorum

La Costituzione prevede che nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l’elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell’Assemblea. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea. Non c’è un numero prestabilito delle votazioni: la seduta comune è considerata un’unica seduta anche se si sviluppa in più giorni.

Dalle ore 15 di oggi a Montecitorio parte la 14esima elezione del Presidente della Repubblica. Chiamati al voto 1.008 tra senatori, deputati e delegati regionali, convocati alle ore 15 a Montecitorio per il primo giorno di votazioni.

La seduta è unica, al ritmo di un’elezione al giorno — così, in tempo di Covid, ci sarà tempo per sanificare l’Aula — si andrà avanti finché non sarà eletto il successore di Sergio Mattarella. Dalla quarta votazione in poi il quorum si abbassa dai due terzi (almeno 672 preferenze) alla maggioranza assoluta (505 voti).

Il semestre bianco

Bisogna ricordare che dal 3 agosto è scattato il semestre bianco, periodo in cui non è possibile sciogliere le Camere fino a quando non verrà eletto il nuovo Presidente della Repubblica. Si tratta degli ultimi sei mesi di mandato del capo dello Stato: in questo periodo può sciogliere le Camere solamente se i sei mesi coincidono con gli ultimi sei mesi di legislatura. Non è però questo il caso.

Il ruolo e le funzioni del Presidente della Repubblica

Il Capo dello Stato è il garante della Costituzione e il suo mandato dura sette anni. Un periodo lungo e che non coincide con quello di una legislatura (cinque anni) per evitare che ci sia sovrapposizione politica tra la maggioranza di turno e il Presidente della Repubblica.

Il presidente della Repubblica può sciogliere le Camere (tranne che nel semestre bianco), indire le elezioni e i referendum e nominare fino a cinque senatori a vita. È suo compito anche nominare il presidente del Consiglio: secondo la prassi questo avviene dopo le consultazioni.

Tra le funzioni del Capo dello Stato c’è anche la firma e la promulgazione delle leggi (o il loro rinvio alle Camere). Il Presidente della Repubblica presiede il Consiglio supremo di difesa, ha il comando delle forze armate, presiede il Consiglio superiore della magistratura e nomina un terzo dei componenti della Corte costituzionale.

Come si vota

Per consuetudine, votano prima tutti i senatori, poi i deputati e poi i delegati regionali. La “chiama” dei Grandi elettori viene ripetuta due volte. Ogni elettore entra in una delle cabine poste sotto il banco della presidenza chiamate “catafalchi” e utilizzate per la prima volta nel 1992, al fine di garantire segretezza del voto. Si scrive il nome del candidato su una scheda, consegnata dal commesso già timbrata e firmata dal segretario generale di Montecitorio. Poi l’elettore inserisce la scheda nell’urna di vimini e raso verde comunemente detta “l’insalatiera”, davanti a un segretario di presidenza.

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Lo spoglio

Il presidente della Camera esegue poi lo spoglio leggendo in Aula i nomi dei candidati uno ad uno ad alta voce e il conto delle schede viene tenuto degli scrutatori eletti tra i funzionari della Camera e dai componenti dell’ufficio di presidenza di Montecitorio.

Insediamento

Una volta che il Parlamento e i delegati regionali hanno eletto il Presidente della Repubblica, viene redatto il verbale dell’elezione che il Presidente della Camera, accompagnato dalla presidente del Senato, comunica al neo eletto. Successivamente il nuovo presidente giurerà davanti al Parlamento in seduta comune, ma la Costituzione non indica tempi certi tra l’elezione e il giuramento che è l’atto ufficiale con il quale il capo dello Stato italiano assume formalmente la carica e i relativi poteri.

Nell’elezione di Giovanni Gronchi trascorsero 12 giorni, mentre per Sandro Pertini o per Giuseppe Saragat solo uno. Mattarella fu eletto il 31 gennaio 2015 e giurò il 3 febbraio.

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I presidenti della Repubblica italiana

  • Sergio Mattarella (1941 – )
      • XII Presidente della Repubblica Italiana (2015 – in carica)
  • Giorgio Napolitano (1925 – )
      • XI Presidente della Repubblica Italiana (2006 – 2015)
  • Carlo Azeglio Ciampi (1920 – 2016)
      • X Presidente della Repubblica Italiana (1999 – 2006)
  • Oscar Luigi Scalfaro (1918 – 2012)
      • IX Presidente della Repubblica Italiana (1992- 1999)
  • Francesco Cossiga (1928 – 2010)
      • VIII Presidente della Repubblica Italiana (1985 – 1992)
  • Alessandro Pertini (detto Sandro) (1896 – 1990)
      • VII Presidente della Repubblica Italiana (1978 – 1985)
  • Giovanni Leone (1908 – 2001)
      • VI Presidente della Repubblica Italiana (1971 – 1978)
  • Giuseppe Saragat (1898 – 1988)
      • V Presidente della Repubblica Italiana (1964 – 1971)
  • Antonio Segni (1891 – 1972)
      • IV Presidente della Repubblica Italiana (1962 – 1964)
  • Giovanni Gronchi (1887 – 1978)
      • III – Presidente della Repubblica Italiana (1955 – 1962)
  • Luigi Einaudi (1874 – 1961)
      • II Presidente della Repubblica Italiana (1948 – 1955)
  • Enrico De Nicola (1877-1959)
      • I Presidente della Repubblica Italiana (1948)

Gli unici Presidenti della Repubblica dimissionari sono stati Segni e Napolitano durante il suo secondo mandato. Al primo scrutinio sono stati eletti solamente Cossiga e Ciampi, oltre a De Nicola. Hanno avuto invece bisogno di più scrutini Pertini (16), Scalfaro (16), Saragat (21) e Leone (23).

I favoriti per il 2022

A meno di assenze in Transatlantico, per eleggere il Presidente della Repubblica serviranno 673 voti alle prime due chiamate e 505 dalla terza in poi. Stando a una elaborazione di YouTrend, questo sarebbe il peso dei vari partiti.

Visti i numeri, senza un accordo trasversale sembrerebbe difficile anche giungere alla semplice maggioranza assoluta. Vista l’ampia coalizione che sostiene il suo Governo, Mario Draghi potrebbe essere eletto anche al primo scrutinio.

Difficilmente però Draghi il prossimo febbraio potrà lasciare il suo incarico di Presidente del Consiglio. Questa è la speranza anche dei tanti parlamentari al primo mandato che, in caso di elezioni anticipate, non riuscirebbero a maturare i requisiti per la pensione.

Al tempo stesso, vista la grande frammentazione appare difficile che un candidato politico come Silvio Berlusconi Dario Franceschini possa trovare una maggioranza assoluta in Transatlantico.

L’unico che potrebbe riuscirci è Pier Ferdinando Casini, visto che la sua storia politica lo ha portato a lavorare fianco a fianco sia con il centrodestra sia con il centrosinistra. Tra i profili tecnici invece, i nomi più chiacchierati sono quelli di Paola SeverinoGiuliano Amato e Marcello Pera.

La diretta

Al via il primo voto per l’elezione del successore di Sergio Mattarella al Colle. Per tutta la mattinata si sono susseguite le assemblee dei partiti. Ancora non c’è un nome condiviso tra le forze politiche di maggioranza. L’orientamento delle ultime ore, per Pd, Fi, M5S e Leu, è per la “scheda bianca” alla prima votazione. In mattinata il premier Draghi ha incontrato il leader della Lega Salvini. In giornata previsto anche un incontro tra Salvini e Letta. Meloni (FdI): “Nostro candidato è Carlo Nordio”.


La prima votazione

Numerosi elettori in ambulanza, positivi o anziani allettati (presidente emerito Giorgio Napolitano non ha votato, non si sa se lo farà alle prossime). Situazione mai vista finora non fosse altro per sanificazione e cabine molto diverse dai vecchi “catafalchi” e lentezza operazioni causa norme Covid.

Elezioni Presidente della Repubblica: un voto anche per Amadeus

Si è conclusa nell’Aula di Montecitorio la prima votazione del Parlamento in seduta comune integrato dai delegati delle regioni per eleggere il presidente della Repubblica. Parte ora lo spoglio, che viene effettuato personalmente dal presidente della Camera Roberto Fico. Nello spoglio della prima votazione per il presidente della Repubblica un voto va a Amedeo Sebastiani in arte Amadeus. Nello spoglio della prima votazione per il presidente della Repubblica voti vanno a Ettore RosatoPierluigi Bersani, al giornalista Bruno Vespa.

Nello spoglio della prima votazione per il presidente della Repubblica un voto va all’esponente dei Radicali Marco Cappato e uno a Guido De Martini. Voti anche per la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati e per il governatore della Campania, Vincenzo De Luca.

Niente quorum al primo giorno

Alla prima votazione per il presidente della Repubblica il quorum non è stato raggiunto. La Costituzione prevede che nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l’elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell’Assemblea. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea. Non c’è un numero prestabilito delle votazioni: la seduta comune è considerata un’unica seduta anche se si sviluppa in più giorni.

Dalle ore 15 di oggi a Montecitorio parte la 14esima elezione del Presidente della Repubblica. Chiamati al voto 1.008 tra senatori, deputati e delegati regionali, convocati alle ore 15 a Montecitorio per il primo giorno di votazioni.

La seduta è unica, al ritmo di un’elezione al giorno — così, in tempo di Covid, ci sarà tempo per sanificare l’Aula — si andrà avanti finché non sarà eletto il successore di Sergio Mattarella. Dalla quarta votazione in poi il quorum si abbassa dai due terzi (almeno 672 preferenze) alla maggioranza assoluta (505 voti).


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